Alberto Gilardino, a suon di gol
Per ogni “boomer” italiano il 5 luglio 1982 è una data storica: allo stadio Sarrià di Barcellona la Nazionale guidata da Bearzot, batte per 3-2 il quotatissimo Brasile di Falcão, grazie all’incredibile tripletta di Paolo Rossi, avviandosi così al trionfo finale di quel magico mondiale.
E mentre Pablito fa sognare l’Italia, a Biella proprio quel 5 luglio nasce Alberto Gilardino.
Dalla Primogenita ...
Dopo aver mostrato le sue qualità fin da ragazzo tra Cossatese e Biellese, il Gila approda al Piacenza e il 6 gennaio 2000 esordisce in Serie A, nel Piace guidato da Gigi Simoni.
Per il Piacenza è una stagione molto amara che culmina con la retrocessione in cadetteria, ma la stella di Gilardino inizia a brillare: Gila trova il primo gol alla 27esima giornata contro il Venezia ripetendosi sia alla 29esima, sia alla 34esima con un tiro dalla distanza.
... alla città di Giulietta
A 18 anni appena compiuti, il talento biellese ha appena esordito con la maglia della Nazionale Under 21 ed è ricercato da mezza Italia: a spuntarla è l’Hellas del patron Pastorello che per 7,5 miliardi di lire lo acquista dal Piacenza.
La stagione parte anche in maniera positiva per il giocatore piemontese: segna subito alla seconda di campionato e si ripete anche alla nona giornata. Dopo 11 giornate senza gol, alla ventesima di campionato contro la Lazio, realizza il suo terzo ed ultimo gol nella stagione 2000/2001. E’ una stagione durissima per l’Hellas che si salva allo spareggio contro la Reggina.
Mister Perotti nonostante la salvezza conquistata saluta, e sulla panchina degli Scaligeri arriva uno degli allenatori più in voga e vincenti degli anni ’90: Alberto Malesani.
La squadra è ottima e piena di talento: in porta c’è l’esperto Ferron, in difesa il talento di Massimo Oddo brilla sulla fascia destra così come quello dell’argentino Mauro German Camoranesi. Davanti il baby prodigio del calcio rumeno Adrian Mutu è chiamato a segnare i gol salvezza.
I ragazzi di Mister Malesani partono benissimo in campionato ma un incredibile crollo relega a fine stagione la compagine veneta in serie B. Non è una stagione positiva nemmeno per Gilardino che segna appena 2 gol in serie A in 17 presenze e 1 in Coppa Italia.
"Gilardino suonaci il violino"
Estate 2002: è di nuovo tempo di fare le valigie per il giovane Gilardino. Ad attenderlo questa volta è il glorioso Parma di Mister Prandelli, suo grande estimatore. Anche se la squadra ducale non è più quella stellare e sfarzosa degli anni ’90, la formazione gialloblù staziona ancora stabilmente in zona Europa e rappresenta in quel momento della carriera di Gila un grande salto in avanti.
Nonostante l’agguerritissima concorrenza di Mutu e Adriano la stagione 2002-2003 per Gilardino è comunque positiva: segna 4 gol in Serie A in ben 24 presenze che aiutano gli emiliani a raggiungere il 5° posto in classifica, ed esordisce in Coppa Uefa a soli 20 anni.
Ha solo 21 anni il talento biellese, ma quella che sta per cominciare è già la sua quinta stagione in Serie A, e la cessione di Adrian Mutu durante il mercato estivo al Chelsea non farà altro che aumentarne il minutaggio.
Per rimpiazzare l’addio del bomber rumeno, la famiglia Tanzi acquista dall’Inter il funambolico quanto maledettamente talentuoso trequartista Domenico “Mimmo” Morfeo. Nonostante i grandissimi problemi economici che attanagliano la società ducale, il Parma di mister Prandelli è comunque una squadra competitiva in grado di lottare per l’accesso alla Coppa Uefa.
Nel girone d’andata è il talento sconfinato di Adriano a trascinare gli emiliani. Peccato che però la proprietà a gennaio decida di cederlo all’Inter a causa della grande crisi societaria che la sta tormentando. E’ un colpo durissimo per la formazione di Prandelli perdere un giocatore del genere a metà campionato, ma la stella di Gilardino inizia definitivamente a brillare facendo ben presto dimenticare l’addio del fuoriclasse brasiliano.
Nel girone di ritorno della stagione 2003-2004, Gila inizia a segnare gol a grappoli e in coppia con Morfeo fa sognare la Curva Nord dello Stadio Tardini. E’ in questo contesto che dopo ogni gol siglato, Gila mima il gesto del suono di un violino, facendo impazzire gli ultras gialloblù che iniziano così ad intonare il coro: ”GILARDINO SUONACI IL VIOLINO”.
Così come quello di Gilardino, anche il talento di Morfeo finalmente splende di luca propria, e Gila non può che beneficiarne: saranno ben 19 i gol segnati da Gilardino nel solo girone di ritorno che aggiunti ai 4 dell’andata fanno 23 totali in Serie A a nemmeno 22 anni compiuti.
Nonostante un epico testa a testa con l’Inter, il Parma non riesce a raggiungere il quarto posto che vorrebbe dire accesso ai preliminari di Champions League, a causa dello scontro diretto perso alla penultima giornata con una rete – ironia della sorte – proprio di Adriano. Il Parma conclude il campionato al 5° posto. Risultato comunque eccezionale visti i problemi economici e le cessioni di Mutu e Adriano nelle sessioni di mercato precedenti.
Giunto al termine il campionato, Gilardino ha un solo obiettivo: la convocazione per gli Europei in Portogallo con la nazionale A. Trapattoni lo vorrebbe anche portare in terra lusitana ma il mister dell’Under 21 Claudio Gentile non è d’accordo: in Germania si giocano gli Europei di categoria e Gentile lo vuole a tutti i costi.
La spedizione in terra teutonica vede Gilardino autentico protagonista: viene eletto miglior giocatore del torneo, capocannoniere della manifestazione e la vittoria finale della formazione azzurra ne è solo la naturale conseguenza. Al termine del glorioso percorso con l’Under 21, il 4 settembre 2004 arriva per Gila anche l’esordio in Nazionale A, sotto la guida del nuovo mister Marcello Lippi. Tempo poco più di un mese e arriverà anche la prima rete con la maglia della Nazionale, nella sfida valida per le qualificazioni ai Mondiali di Germania 2006 contro la Bielorussia, giocatasi proprio allo Stadio Tardini.
Nell’estate del 2004 il Parma è travolto dai debiti, Prandelli saluta e sulla panchina ducale arriva Silvio Baldini. La compagine emiliana vanta senza dubbio delle buone individualità: Frey è un portiere di sicuro affidamento, Bonera in difesa viene visto come il futuro della Nazionale, Marchionni è un’ala tutta estro e fantasia, e la coppia d’attacco Morfeo-Gilardino è sicuramente in grado di garantire tanti gol. La realtà dei fatti è ben diversa però: il nuovo Parma di Baldini nelle prime 15 giornate colleziona solo 12 punti e così il tecnico viene esonerato, venendo sostituito da Pietro Carmignani.
Nonostante la più che positiva avventura in Coppa Uefa terminata solo in semifinale contro il CSKA Mosca, il campionato è un vero disastro e la squadra è più volte a rischio Serie B. In questo marasma generale, Gilardino continua a splendere e a realizzare gol belli e decisivi.
E’ incredibile quello che realizza nel big match contro l’Inter – terminato sul punteggio di 2-2 - del 6 febbraio 2005: riceve una palla vagante in area, l’addomestica e nonostante sia circondato da Mihajlovic, Cordoba e Cristiano Zanetti si inventa una incredibile acrobazia che beffa Toldo.
Al termine della stagione 2004-2005 il Parma ha un unico modo per rimanere in Serie A: battere nello spareggio il Bologna in un derby tutto emiliano. L’andata al Tardini termina col punteggio di 0-1 per il Bologna: decide una rete di Igli Tare. Al ritorno però è un’altra storia: in un Dall’Ara completamente rossoblù, il Parma vince 0-2 grazie alle reti di Cardone e proprio di Gilardino.
Al termine della stagione 2004-2005 il Gila ha segnato 24 gol e vuole di più: il ridimensionamento del Parma gli sta stretto, è ormai da un anno nel giro della Nazionale A e sogna un big.
A spuntarla nell’ estate 2005 è il Milan che sborsa la bellezza di 25 milioni di euro per garantirsi le sue prestazioni.
Triennio rossonero: gioie e dolori
Il Milan dove arriva Gilardino nell’estate 2005 è una squadra tanto stellare, quanto ferita nell’orgoglio, in quanto è reduce dall’atroce sconfitta della finale di Champions League contro il Liverpool di Rafa Benitez.
La rosa è praticamente quella della stagione precedente, piena zeppa di stelle: Dida è uno dei migliori portieri del mondo. Cafu, Nesta, Stam e Maldini formano una linea difensiva quasi invalicabile, a centrocampo Gattuso, Pirlo e Seedorf garantiscono quantità e qualità, sulla trequarti Kakà, Rui Costa danno corsa e fantasia e davanti con la stella Shevchenko ci sono – oltre ad Inzaghi reduce da una stagione strapiena di problemi fisici – due volti nuovi: a sostituire i partenti Crespo e Tomasson ci sono Gilardino e Bobo Vieri, arrivato a parametro zero dall’altra sponda del Naviglio.
La stagione 2005-2006 nonostante un organico di valore mondiale non porta a nessun titolo. L’ impatto di Gilardino è senza dubbio positivo in Serie A con 17 gol, un po’ meno in Europa dove non trova mai la via della rete. Poco male perché in coppa a segnare in quel Milan ci pensa il redivivo Super Pippo Inzaghi.
Al termine della stagione c’è il grande appuntamento dei Mondiali di Germania e Gilardino è tra i sicuri convocati del mister Marcello Lippi.
Parte subito titolare nelle prime 3 giornate della rassegna iridata, e alla seconda giornata contro gli USA segna anche il suo primo gol con uno splendido colpo di testa in avvitamento. L’Italia vince il suo girone composto da Ghana, USA e Repubblica Ceca e agli ottavi l’attende l’Australia di Guus Hiddink: anche in questa partita Gilardino parte dal primo minuto ma all’intervallo esce per far spazio a Iaquinta.
Saltati i quarti con l’Ucraina per scelta tecnica, nella semifinale contro la Germania, Gilardino si rende protagonista di una prestazione memorabile: entra al minuto 74 al posto di Toni, prima colpisce il palo dopo una splendida giocata individuale, poi al minuto 120 succede ciò che a tutti quando ci pensiamo fa scorrere un brivido lungo la schiena : sul punteggio di 0-1 per gli Azzurri, viene imbeccato splendidamente da Totti in contropiede, avanza inesorabilmente verso la porta di Lehmann e, invece che rientrare sul destro e calciare dal limite, offre un cioccolatino a Del Piero che non può fare altro che insaccare. E’ 2-0 per l’Italia. E’ tripudio azzurro.
Ciò che poi succederà da lì a pochi giorni non c’è nemmeno bisogno che venga ricordato. A 24 anni compiuti da appena 4 giorni, Gilardino ha già vinto un Mondiale, gioca in una delle squadre migliori del mondo e ha già segnato ben 72 gol in Serie A.
L’estate del 2006 vede tra le file Rossonere l’addio del suo giocatore migliore: Shevchenko dopo 7 anni abbandona il Milan, direzione Chelsea. E’ un durissimo colpo per la compagine guidata da Carlo Ancelotti, anche perché in seguito alle vicende di Calciopoli il campionato inizierà con 8 punti di penalizzazione. A sostituire il campionissimo ucraino arriva il brasiliano Ricardo Oliveira. Quest’ultimo non è di certo un nome altisonante e per Gilardino il campionato 2006-2007 dovrà essere quello dove si prenderà in mano le sorti dell’attacco rossonero.
Non sarà così: Gila trova il primo gol (bello quanto inutile) in campionato nel derby perso 4-3 contro l’Inter alla nona giornata, si sblocca finalmente in Europa nella fase a gironi contro l’Anderlecht, ma non trova mai la giusta continuità di rendimento e termina il campionato con 12 gol, che comunque aiutano la squadra a raggiungere il 4° posto.
Sarebbe una stagione abbastanza deludente sia per Gilardino, sia per il Milan visto l’andamento in Serie A. Ma non c’è solo il campionato. C’è anche la Champions League, e qui la storia cambia. Trascinata da uno straordinario Kakà la compagine meneghina raggiunge le semifinali della competizione, dove nel doppio confronto la attende il Manchester United.
Dopo la sconfitta per 3-2 in terra inglese, il Milan è chiamato alla rimonta: nel primo tempo sotto un diluvio biblico Kakà e Seedorf mandano in estasi San Siro. Nel secondo tempo gli inglesi provano a riaprire il match, mister Ancelotti corre ai ripari: là davanti serve di più, chiama in panchina Inzaghi ed inserisce Gilardino al minuto 68.
Tempo 10 minuti e il Gila viene imbeccato splendidamente in contropiede, e a tu per tu con Van der Saar non sbaglia: Milan 3-0 United. E’ una delle partite più epiche di tutta la storia rossonera, e Gilardino ci ha messo la sua inconfondibile firma, spedendo il Milan alla finale di Atene.
E’ la rivincita di 2 anni prima. E’ di nuovo Milan-Liverpool. C’è un dubbio che pervade il sonno di mister Ancelotti nelle notti antecedenti la finale: chi assisteranno Seedorf e Kakà? Inzaghi o Gilardino? Gilardino è oggettivamente più in forma, ma il tecnico emiliano sceglie Super Pippo. Inutile rimarcare la bontà della scelta di Ancelotti, il Milan è Campione d’Europa per la settima volta nella sua storia.
L’annata successiva 2007-2008 seppur colma di trofei come Supercoppa Europea e Mondiale per Club, per Gilardino si rivelerà un disastro: solo 7 gol in campionato, fischi su fischi a San Siro e mancata convocazione per Euro 2008.
Gila è triste, stanco, e privo di fiducia in sé stesso, e così dopo 44 gol in 132 presenze la sua parentesi rossonera si chiude definitivamente.
VIOLino
Nonostante le numerose offerte, ad accaparrarsi la prestazione di Gilardino è la Fiorentina che nell’estate 2008 versa ai rossoneri 14 milioni per averlo e metterlo al centro del suo attacco.
La Viola in quel momento occupa da anni le zone alte della classifica. E' una squadra piena zeppa di talenti: tra i pali Seba Frey è tra i migliori d’Europa ed in difesa Gamberini e Dainelli sono tra le coppie più arcigne della Serie A. A centrocampo Montolivo, ed il nuovo arrivato Felipe Melo garantiscono qualità e quantità. Sulle fasce sgasano Jorgensen, Pasqual, e il funambolico neo-acquisto Juan Manuel Vargas, mentre in attacco Santana, Mutu ed il giovane talento montenegrino Jovetic, non possono che essere garanzia di miriadi di assist per Gilardino. In panchina c’è il suo “padre” calcistico: Cesare Prandelli.
La stagione parte prestissimo perché i toscani devono disputare i preliminari di Champions contro lo Slavia Praga. All’ andata in casa la Viola vince 2-0 grazie alle reti di Mutu e proprio di Gilardino, mentre al ritorno in terra ceca lo 0-0 basta e avanza per accedere alla fase a gironi della competizione più importante d’Europa.
Il 31 agosto 2008 parte finalmente la nuova Serie A e al Franchi è subito big match: Fiorentina-Juventus. La partita sembra essere incanalata sul punteggio di 0-1 in favore della squadra ospite ma qualche istante prima del 90’, in area juventina arriva una palla lunga a spiovere. Gilardino la addomestica ed in una frazione di secondo si gira e batte il portiere bianconero Manninger. Il Franchi esplode, e Gila si elegge subito a nuovo idolo della Curva Fiesole.
Il 18 ottobre al Franchi arriva la Reggina: prima di quel match Gilardino è a quota 98 gol in Serie A. Ne servono 2 per arrivare a 100. Detto, Fatto. Fiorentina-Reggina 3-0 con doppietta di Gila e gol di Pazzini. A 26 anni e 105 giorni il bomber biellese è l’attaccante più giovane della storia del nostro campionato a tagliare il traguardo dei 100 gol in Serie A.
La stagione 2008-2009 è quella della rinascita per il centravanti piemontese: cammino Europeo a parte dove le cose non andranno troppo bene, conquista il 4° posto in campionato e segna 25 gol grazie ai quali ritrova anche la tanto amata maglia azzurra venendo convocato per la Confederations Cup dell’estate 2009.
Archiviata l’esperienza estiva in azzurro, è già tempo di Fiorentina e, come nell’estate precedente, per strappare il pass per la fase ai gironi di UCL, ci sono i preliminari. Questa volta gli avversari sono i temibili portoghesi dello Sporting, ma grazie anche alla consueta firma di Gilardino i Viola accede alla fase a gironi. La stagione 2009-2010 per i toscani in Serie A sarà molto deludente e culminerà con un anonimo 11° posto.
Diametralmente opposto è il cammino europeo: in un girone di composto da Debrecen, Liverpool e Lione, la Fiorentina raggiunge un miracoloso primo posto, impreziosito dal successo di Anfield dove ancora una volta il mattatore è Alberto Gilardino: sul punteggio ormai inchiodato di 1-1, in pieno recupero Vargas sgroppa sulla fascia destra e mette un cross perfetto per il numero 11 Viola: Reina è battuto, Anfield è espugnato. Fiorentina batte Liverpool 1-2. Il sogno europeo dei Viola durerà ancora ben poco: agli ottavi contro il Bayern alcune decisioni arbitrali condanneranno Gilardino e compagni a un’atroce eliminazione.
E’ la stagione che porta ai Mondiali in Sudafrica e Gilardino viene comunque da una stagione da 19 gol totali. Nello scacchiere di Mister Lippi è l’attaccante titolare, ma anche lui insieme agli altri 22 convocati azzurri fallirà miseramente l’appuntamento. Lippi si dimette e alla guida della Nazionale viene chiamato Prandelli, e così al timone dei Viola arriva Mihajlovic. Sotto la guida del tecnico serbo, i Viola per il 2° anno consecutivo mancano l’accesso alle Coppe, ma Gilardino ancora una volta si conferma in doppia cifra con 12 reti.
La Fiorentina ormai non è più quella ammirata dell’epoca Prandelliana, è una squadra decisamente più ridimensionata e a gennaio 2012 Gilardino viene ceduto al Genoa per 8 milioni di euro. Dopo 59 gol in 3 anni e mezzo il Gila saluta, ha due missioni: salvare il Genoa e strappare un pass per Euro2012.
Genova-Bologna A/R
Sulle sponde del Mar Ligure Gilardino non si affida alla solita maglia numero 11, ma prende la numero 82. Il Grifone naviga in pessime acque, e solo i suoi gol e la classe di Palacio possono salvarlo. Missione compiuta a fine stagione, il Genoa è salvo. Ma il bottino realizzativo del Gila è deludente: in 14 presenze da gennaio a giugno 2012 i gol sono solamente 4, e il sogno di Euro2012 non può che sfumare.
Gila è di nuovo triste e deluso, la stagione 2011-2012 gli ha riservato pochissime soddisfazioni e così dopo solo 6 mesi trascorsi a Genova fa di nuovo le valigie direzione Bologna, con la formula del prestito con diritto di riscatto.
Sotto la guida di mister Pioli, Gilardino rinasce ed in coppia con Alino Diamanti fa sognare la Curva Nord dello stadio Dall’Ara. Al termine della stagione 2012-2013 saranno ben 13 i gol realizzati in campionato: da evidenziare senza dubbio l’epica doppietta con cui stende la Roma all’Olimpico, il gol decisivo a San Siro contro l’Inter in match terminato 0-1, e la doppietta in Bologna-Catania 0-4 che gli regala la gioia del 150 gol in Serie A. A rendere ancora più magica questa stagione è il ritorno in Nazionale, dove viene convocato per la Confederations Cup in Brasile.
Nonostante l’ottima stagione il Bologna decide di non riscattare Gilardino e così il 31enne biellese è costretto a far rientro a Genova, dove viene subito dichiarato incedibile dal presidente Preziosi.
A differenza della prima parentesi in maglia rossoblù, quella nella stagione 2013-2014 si rivelerà positiva: alla fine della stagione infatti i gol saranno ben 15 ed aiuteranno il Grifone a rimanere in Serie A. Nonostante ciò il sogno del 3° Mondiale svanisce: tra i convocati della Nazionale Azzurra per Brasile 2014, il nome del Gila non figura.
Titoli di coda
Dopo una fugace esperienza in Cina e un romanticissimo ritorno in maglia Viola da gennaio a giugno 2015, Gilardino viene chiamato a un’ultima grande missione: a Palermo serve un uomo in grado di fare gol e garantire la salvezza alla compagine Rosanero. Zamparini chiama, Gila risponde.11 gol totali tra campionato e Coppa Italia e il Palermo è salvo.
Le ultime maglie che indosserà in Serie A saranno quelle di Empoli e Pescara, dove complice età e acciacchi non riuscirà mai a segnare. Ma dopo 188 gol in Serie A, vuoi non provare l’ebrezza di segnare anche in Serie B? “Certo che si” risponde Alberto, e così nella stagione 2017-2018 decide dunque di indossare la maglia dello Spezia e contribuirne alla salvezza del club ligure segnando 6 gol.
Nonostante non abbia mai posseduto particolari doti fisiche/tecniche Gila ovunque sia andato ha saputo fare solo una cosa: gol. Gol ovunque. Gol a raffica. Gol che lo hanno consacrato nell’olimpo dei cannonieri della nostra amata Serie A.
Racconto a cura di Nicola Pedrini