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Pierpaolo Bisoli, provaci ancora mister!

Dalla cavalcata di Cesena, al micidiale tracollo. Pierpaolo Bisoli stava per cadere nel baratro dell’anonimato, prima che a Cosenza ricominciasse la propria rincorsa verso il Gotha del calcio italiano.
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Pierpaolo Bisoli - Illustrazione Tacchetti di Provincia

C’è un arrampicatore, intento a scalare una parete ripida e scoscesa.

È a un passo dal traguardo, la vetta si avvicina. Un altro paio di passi ben assestati, e un nuovo orizzonte è pronto ad aprirsi davanti a lui.

All’improvviso, il crollo inatteso. Un piede messo nel punto sbagliato, e giù. Fragorosamente.

Ripiombato al punto di partenza, malconcio ma ancora intero, là dove tutti rimetterebbero scarpette e attrezzatura nello zaino, per tornare verso casa, decide di riprovarci. Troppa la voglia di arrivare lassù.

Gli errori del tracollo precedente lo aiuteranno. Gli daranno prudenza ed esperienza, rendendolo capace di individuare eventuali punti morti prima di metterci fatalmente il piede o la mano.

E allora si riparte, sù di nuovo. Per arrivare là sopra, costi quel che costi.

Ripercorrendo la sua carriera, troverete molto di Pierpaolo Bisoli nella parabola dell’arrampicatore. Il mister di Porretta Terme, arrivato a un passo dall’imperitura gloria ai tempi del Cesena. E poi caduto fragorosamente, dopo alcune esperienze poco felici, con il baratro dell’anonimato pronto a spalancarsi sotto i suoi piedi.

E determinato ora, dopo aver ricominciato quasi da zero, a ritornare su quella vetta solo sfiorata precedentemente.

Mister Generosità

Non chiedetegli di starsene in panchina seduto e composto, alla Sir Alex Ferguson, o quasi impassibile come Zdenek Zeman. Si agiterà e dimenerà come un forsennato, manco fosse un vigile urbano nel centro di Roma all’ora di punta, per pilotare scrupolosamente la sua squadra passo-passo.

Non chiedetegli di avere una comunicazione studiata e convenzionale. Parlerà con la pancia, dirà sempre ciò che pensa. Assumendosi la piena responsabilità anche di eventuali uscite a vuoto, o proclami campati un po’ per aria.

Era così da giocatore, centrocampista centrale, tecnico, sì, ma soprattutto molto generoso, sempre pronto a lavorare per la squadra e a dare una mano ai compagni. Sarà così anche da allenatore: coriaceo, spontaneo, grintoso e genuino.

Lo si capisce fin da subito, quando, nel 2005, dopo una breve esperienza alla Fiorentina come vice di Zoff (caratterialmente, guarda caso, il suo esatto opposto), va ad allenare il Prato in serie C2, una volta conclusa definitivamente la carriera da giocatore, che lo ha visto protagonista in molte squadre, soprattutto tra serie B e serie A.

Dalla Toscana inizia quindi la sua prima ascesa verso il successo

Cesena: inizia l’ascesa

Dopo aver scoperto, sulla panchina dei Lanieri, un gioiello grezzo come Alessandro Diamanti, e dopo i play-off persi malamente a Foligno, Pierpaolo Bisoli si siede, e siamo nel giugno del 2008, sulla panchina del Cesena.

In Riviera Romagnola la scintilla, tra il mister, l’ambiente cesenate e la squadra bianconera, scocca subito. Ed è una di quelle in grado di far saltare il banco in maniera pressoché definitiva.

Al primo anno il Cesena stravince il campionato dell’allora Lega Pro Prima Divisione, con 60 punti conquistati, due in più della sorpresa Pro Patria.

È il Cesena del gruppo storico, quello che sarà l’ossatura anche delle squadre che verranno. È il Cesena di Luca Ceccarelli, Giuseppe De Feudis, Luigi Piangerelli, Milan Djuric, Emanuele Giaccherini ed Ezequiel Schelotto.

Quella che lui stesso definisce “una macchina da guerra che cammina da sola, a me tocca solo farla partire”.

I bianconeri si ripetono, clamorosamente, l’anno successivo in serie B, arrivando in seconda posizione a un solo punto dalla capolista Lecce.

Un piazzamento che vale la storica, incredibile, promozione in serie A. Categoria in cui il Cesena manca da esattamente 19 anni.

Nei salotti buoni del calcio italiano, il nome di Mister Bisoli comincia a circolare con una certa insistenza. Il suo Cesena ha stupito tutti, perché è una squadra che fa tanto con poco, e che rispecchia la determinazione e la voglia del proprio condottiero in panchina.

Arriva una golosa chiamata da Cagliari, con il presidente Cellino che vuole lui per sostituire Massimiliano Allegri.

Bisoli accetta, inconsapevole di aver messo per la prima volta, nella propria arrampicata verso il successo, il piede in fallo.

Da Cagliari, il patatrac

In Sardegna non si accende però quel fuoco che a Cesena aveva fatto decollare la squadra.

Ci sono subito forti contrasti con lo spogliatoio, tanto che finiscono fuori rosa sia il capitano, Daniele Conti, che il vice, Alessandro Agostini. Poi anche con la proprietà, che reintegra i due con decisione irrevocabile, andando dunque contro il volere del proprio mister.

Dopo una serie di risultati negativi arriva l’esonero, il 15 novembre 2010. E da lì l’inizio della fragorosa caduta del Mister, quando ormai pareva essere arrivato a un passo dall’Olimpo.

Va a Bologna, e dura appena 5 partite. Torna a Cesena, da dove forse non se ne sarebbe mai dovuto andare, e scopre che certe luci se è vero che non puoi spegnerle, come canta Luciano Ligabue, è altrettanto vero che è impossibile riaccenderle. Via anche lì, dopo un’altra serie di risultati negativi.

Poi Perugia, Vicenza, Padova e, anche solo per certi versi, Cremona. Tutte esperienze da dimenticare per mister Bisoli.

Tra obiettivi mancati, promesse non rispettate e scontri con l’ambiente. Il tecnico bolognese sembra essersi perso, vittima quasi di sé stesso.

Sembra svanita la magia, e con essa anche la possibilità di tornare a certi livelli di calcio. Dopo tante stagioni un po’ così, l’opinione comune è che faticherà a trovare la fiducia di un altro club ambizioso, disposto a credere lui.

Cosenza: ultima spiaggia

Chissà come avrà vissuto la chiamata del Cosenza, nel febbraio del 2022. Se come un ultima spiaggia prima di cadere nel dimenticatoio, o come un’ ennesima occasione di dimostrare il proprio valore. Perché, d’altronde, è l’ottimismo e l’incondizionata fiducia a dar benzina alle grandi imprese.

La squadra calabrese, al suo arrivo, ha ben più di un piede e mezzo nel baratro. Messa su in 10 giorni, dopo un rocambolesco ripescaggio estivo, piena di giovani di discrete speranze, giocatori in cerca di riscatto e stranieri forse non pronti ad un campionato tremendamente difficile come quello di serie B.

Gli ingredienti per fare una frittata ci sono tutti. L’opinione pubblica ormai da mesi dà il club del presidente Guarascio già per spacciato.

Solo un folle accetterebbe una proposta così. E oltre alla follia, ci dovrà aggiungere un miracolo, per condurre in porto una barca che fa, oggettivamente, acqua da tutte le parti.

Ma sono proprio queste le situazioni in cui Pierpaolo sa esaltarsi. E inizia qui la risalita di Mister Bisoli.

Dopo un breve periodo di assestamento, la squadra cambia completamente volto. Combatte, risicando unghie e denti, su tutti i campi, anche i più difficili.

Và vicina addirittura alla salvezza diretta, prima di doversi “accontentare”, in un’ ultima giornata da vera e propria roulette russa, dello spareggio playout, da disputare contro il Vicenza avendo a favore il fattore campo.

All’andata, al Menti, il Cosenza subisce una beffarda sconfitta, figlia di una rete agli occhi di molti valida, annullata dal VAR a Caso, e di un gol allo scadere dell’eterno Christian Maggio.

Al ritorno, al San Vito Marulla, Bisoli compie un autentico capolavoro. Prima imbriglia, nel primo tempo, il Vicenza, andando al riposo sullo 0a0. Poi sfrutta due clamorose ingenuità della squadra di Baldini, e grazie alla doppieta de El Bati Larrivey (a proposito di giocatori eterni) confeziona il proprio miracolo, conquistando una salvezza da brividi su tutta l’epidermide.

Südtirol: seconda stella a destra…

Rimane deluso chi si aspettava di vedere ancora mister Bisoli, sulla panchina calabrese, ai ranghi di partenza della Serie B 2022-23, magari con rinnovate ambizioni.

E invece niente. L’intesa con la società sul rinnovo non arriva, e Pierpaolo si ritrova di nuovo a casa, a guardare l’alba di un nuovo campionato che non lo vede tra i protagonisti.

Ma l’impresa compiuta qualche mese prima non se la sono dimenticata tutti.

Il 29 agosto 2022 lo chiama il Sud Tirol, matricola neopromossa in serie B che ha cacciato Zauli prima ancora di iniziare il campionato.

Un ambiente sereno, una società strutturata e organizzata, una rosa costruita con poco e a cui viene chiesto di dare tutto, per rincorrere il sogno-salvezza.

Sono queste, come detto,le situazioni in cui Pierpaolo Bisoli riesce a dare il meglio di sé. Quelle in cui nessuno gli chiede la Luna, e gli dà semplicemente la possibilità di lavorare durante la settimana, per trasmettere idee ed energia alla squadra.

Non vi diciamo nulla su come stia andando l’avventura del mister in Alto Adige. Vi lasciamo solamente con dei numeri. Freddi, magari, ma incontrovertibili.

Dal suo arrivo in panchina sono:

7 risultati utili consecutivi. 5 vittorie, 2 pareggi e 0 sconfitte. Successi ottenuti contro club di alto profilo, come Palermo, Parma e Pisa. 10 i gol fatti, solo 5 quelli subiti.

Il Sud Tirol, rilevato da Bisoli all’ultimo posto, al momento è settimo, in piena zona playoff.

La nuova scalata verso il successo è ufficialmente ricominciata.

Provaci ancora, mister!

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