Un Santin in paradiso
La data del miracolo era stata fissata il 7 giugno 1981, quel giorno una Cavese formato trasferta batteva in casa (sì, perché si giocava sul neutro di Frosinone) un Cosenza con l'acqua alla gola, 3-1 finale e tripudio degli oltre 10.000 giunti da Cava. Sentenze? Cosenza retrocesso in Serie C2 e Cavese promossa, per la prima volta, in Serie B!
Manico dell'impresa Pietro Santin un giovane tecnico arrivato da Terni ma che a Cava aveva già un passato da giocatore nei primi anni cinquanta. A lui la società aveva chiesto un campionato tranquillo, magari togliendosi qualche soddisfazione qui e là, invece il tecnico andò oltre. Eppure una settimana prima i cavesi erano caduti nello scontro diretto di Campobasso, Maestripieri ci aveva messo appena un minuto a segnare l'uno a zero che permetteva ai molisani l'aggancio a quota 42 dietro la capolista Sambenedettese. Sembrava la fine, prima dell'ultima giornata infatti la classifica recitava così : Sambenedettese 43, Campobasso e Cavese 42.
Santin e i suoi però avevano un impegno morale con il pubblico biancoblu e così arrivò il giorno del miracolo. Nessuno a quel punto immaginava che quel sogno fosse solo un punto di partenza e non di arrivo.
Santin in paradiso
Pietro Santin era nato a Rovigno nel 1934. Faceva parte di quella fetta di italiani che dopo il 1947 si trovarono venduti alla Jugoslavia e attori principali di un dramma umano difficilmente comprensibile. Pietro è un giovane che corre sulla fascia, sogna in grande e dietro la palla arriva a Cava de' Tirreni dove a 18 anni esordisce tra i grandi. È soltanto la prima tappa di una carriera che lo vedrà indossare le maglie di Casertana, Spal, Salernitana e Nocerina tra le altre.
Smesso di scorrazzare per campi infuocati, ecco la seconda vita calcistica che gli porterà le maggiori soddisfazioni. Si rivelerà un allenatore dai modi garbati ma dalla tempra decisa, un tecnico che sa ciò che vuole ed è in grado di gestire al meglio il materiale umano che gli viene affidato.
Sessana, Palmese, Juve Stabia, Sorrento e Benevento sono esperienze che ne formano il credo e quando arriva a Lecce nel 1978/1979 si segnala per un ottimo campionato nel quale per un periodo i giallorossi sognano pure la Serie A (al tempo mai assaporata); la tappa di Terni precede l'arrivo a Cava e l'inizio di una favola che lo porterà ad allenare il Napoli di Krol, il coronamento di un cammino fatto di sudore ed umiltà, il tutto condito da una signorilità esemplare.
A Cava se la cava
L'esordio in cadetteria è giocoforza complicato. La truppa allestita dalla società si salva agli ordini di Santin e solo un cedimento nel finale provoca brividi di retrocessione ma tutto si conclude per il meglio e la classifica avulsa dà ragione a Cavese, Foggia e Pistoiese mentre punisce il Rimini (erano giunte tutte al quart'ultimo posto con 36 punti). Può partire, così, la campagna acquisti per il campionato 1982/1983.
Il Direttore Sportivo Bronzetti si mette subito all'opera, ecco così arrivare alla Cavese undici volti nuovi, una mezza rivoluzione in tempi nei quali difficilmente si cambiava molto; Costante Tivelli dalla Spal garantisce una certa esperienza in materia di reti visti i precedenti a Foggia e Ferrara; Bartolomeo Di Michele gli darà una mano dopo le belle cose messe in mostra a Pescara e Ciro Bilardi arriva da Rimini con otto reti in dote e ventinove anni di esperienza. Da Avellino (ma con un buon trascorso a Cesena) ecco la dinamicità di Piangerelli e per la difesa l'esperienza dell'ex Inter e Brescia Viviano Guida assieme al giovane barese Leonardo Bitetto; ci sono poi tre giovani interessanti del Napoli che rispondono ai nomi di Assante, Caffarelli e Puzone, rispettivamente portiere ventenne, ala coetanea e centrocampista diciannovenne, a completare i ranghi ecco Magliocca dalla Sampdoria (difensore) e Scarpa dal Treviso (centrocampista).
Ai menzionati neoacquisti, Bronzetti riconferma Paleari, Gregorio, Giuseppe Guerini, Pidone, Sasso, Cupini, Mari e Pavone, una rosa esperta e soprattutto di categoria che gli addetti ai lavori mettono in una fascia medio alta dietro le corazzate.
B d'elite
La Serie B edizione 1982/1983 é qualcosa di particolare, ai nastri di partenza c'è un Milan indiavolato e reduce da una retrocessione sul campo che annovera tra le sue fila Baresi, Jordan, Verza, Evani e Damiani; la Lazio dei "graziati" Manfredonia e Giordano (riabilitati dalla squalifica per scommesse dopo la vittoria a Spagna '82) che conta anche su D'Amico e Chiodi e il Bologna del presidente Fabbretti che si trova in cadetteria per la prima volta nella sua storia. I felsinei hanno Colomba, De Ponti, Bachlechner e Pileggi, roba grossa insomma.
Dietro queste autentiche corazzate ecco che la critica piazza il Bari dei baresi che Catuzzi ha messo in mostra in Coppa Italia; il Palermo dei Volpecina, Bigliardi, Montesano e Lopez; il Perugia affidato alle sapienti cure di Aldo Agroppi e il Como, fresco di discesa dalla serie A e deciso a tornarci con le reti della coppia Cinello-Nicoletti, la Cavese poi risulta nel novero delle compagini indicate come solide e perciò candidate a mantenere la categoria senza troppi patemi.
Da segnalare il rientrante Savoldi (anch'esso graziato) tra le fila atalantine, un giovane Vialli a Cremona, il rognoso Campobasso di mister Pasinato e poi l'Arezzo di Angelillo, il Foggia che schiera l'ex viola Desolati, la Sambenedettese di Sonetti ed il Varese di tal Eugenio Fascetti.
Inizio col botto
Il rodaggio in Coppa Italia non risulta particolarmente esaltante, la Cavese é inserita in un girone che comprende Pisa, Campobasso, Nocerina, Fiorentina e Bologna e non riesce a segnare nemmeno una rete, impatta sul nulla di fatto con i viola ed i felsinei e perde di misura le altre tre gare, se fioriranno non paiono rose per il momento.
In campionato però la musica è diversa, la partenza è fissata per il 12 settembre a Foggia e lì la Cavese si fa trovare pronta portando a casa uno 0-0 in fin dei conti abbastanza stretto; l'esordio casalingo avviene la settimana successiva, Santin e i suoi ospitano il Perugia di Agroppi e vincono 2-1, la prima rete stagionale in campionato é di Scarpa, bissa Tivelli e a nulla vale il gol di Caso, sugli scudi Cupini, Puzone e Pavone, tutti oltre il 7 in pagella!
La trasferta di Palermo finisce con un meritato 1-1 firmato da Antonino Schillaci (cugino talentuoso e sfortunato di Totò) e Piangerelli, poi a Cava il grande cuore di Angelo Cupini affonda l'imbattuto Varese, qualcuno incomincia a pensar bene.
A Pistoia Facchini prova a battere i biancoblu ma Bilardi non é d'accordo e anche in casa degli arancioni si raccoglie un prezioso punticino, il campionato é agli albori ma la Cavese é seconda assieme all' Arezzo e dietro le battistrada Milan e Catania, otto e sette punti i rispettivi bottini!
Il nulla di fatto casalingo contro proprio l'Arezzo di Angelillo allunga la serie positiva iniziale e in una ricerca sui giovani più promettenti ecco segnalati Magliocca e Puzone, il bel calcio si gioca anche a Cava de' Tirreni.
Il primo stop giunge dopo sette giornate, ad infliggerlo un'Atalanta impietosa, Filisetti la sblocca, Tivelli pareggia e infine Foscarini sigla il 2-1 finale, da segnalare un campo davvero pesante e ai limiti della praticabilità; riscatto immediato con un Catania che giunge in Campania da imbattuto, gli uomini di Di Marzio non si aspettano tanta foga e e cominciano col piede sbagliato, ancora Cupini la risolve lasciando in orbita i suoi, proprio prima della Domenica, della partita, che entrerà nella storia!
Le opere di Bartolomeo
7 novembre 1982, la piccola Cavese é ospite del grande Milan che fu di Rivera, Rocco e tanti altri campioni. I campani si presentano a "San Siro" come complesso organizzato e di alta classifica, ma anche se non sta scritto da nessuna parte tutti pensano che finirà coi due punti ai rossoneri e tanti complimenti alla truppa di Santin.
Jordan, Verza e Serena sono i granatieri lombardi, dall'altra parte invece c'è l'esperto Pavone a dettare i tempi e Costante Tivelli che, a un certo punto, pareva sul punto d'esser ceduto durante il mercato di riparazione.
Con Tivelli fa coppia Di Michele che é ancora a secco e ha fatto storcere la bocca a più d'un tifoso, di nome fa Bartolomeo come il protagonista di una canzone dei Rokes che presentarono al Festival di Sanremo nel 1968; nella composizione canora Bartolomeo era un operaio che sognava il successo scrivendo poesie ed avendo la certezza che un giorno sarebbe arrivato, penna in mano e sogni in testa. Di Michele viveva un pò la stessa parabola, ma invece che la penna usava i piedi per la poesia, e quella Domenica avrebbe trovato il riscatto e assieme la via per un campionato sensazionale.
Al 22', come da contratto, il diavolo va in vantaggio, Jordan trafigge Paleari e "San Siro" pregusta un'altra domenica di calcio accademico; Santin e i suoi però non ci stanno, una marea di tifosi biancoblu é giunta da ogni dove, qualcuno addirittura da Svizzera e Austria e non si può almeno non provarci.
Quattro minuti e Tivelli elude il controllo di Baresi e soci insaccando così il pareggio che perdura fino al termine del primo tempo nel quale Verza lascia il posto a Romano tra i rossoneri; la seconda frazione poi é un capolavoro di praticità dei cavesi che reggono botta e al 55' trovano l'incredibile 1-2 con Bartolomeo Di Michele che lascia di sasso Piotti dando il là ad una esultanza sfrenata nel settore ospiti.
Tutti attendono il pareggio degli uomini di Castagner il quale inserisce Incocciati per Cuoghi, senza tuttavia ottenerne benefici; Santin nel finale avvicenda Tivelli e Di Michele con Puzone e Bilardi spezzando il forcing milanista, il risultato non cambia più, la Cavese vola su tutte le prime pagine alimentando il sogno della massima serie, non più una splendida sorpresa ma una solida realtà.
Cava dei miracoli
La vittoria sul Milan gasa l'ambiente oltremodo e forse questo è uno dei motivi per il quale a Bari, contro il fanalino di coda, i ragazzi di Santin steccano perdendo 3-1 sotto i colpi di un giovanissimo De Martino che sigla una doppietta, di Pavone la rete del temporaneo 1-1.
La settimana seguente a Cava è di scena un'altra rivelazione del campionato, il Campobasso di mister Pasinato, la gara viaggia sul filo dell'equilibrio e non si schioda dal risultato di partenza, un punto per entrambe tanto per restare nell'élite della classifica. Ancora in casa col Lecce arriva un 1-1 che sa di beffa, Tivelli segna nel primo tempo e solo a due minuti dalla fine i salentini acciuffano il pari grazie ad un rigore trasformato da Orlandi.
Ma il meglio la Cavese lo dà sul finire dell'anno, nella trasferta di Bologna arriva un 1-1 contro una big che a fine stagione sprofonderà addirittura in C1, poi in casa si vince col Monza (1-0, Di Michele) e si fa il colpaccio sul difficile terreno di San Benedetto del Tronto dove Pavone dà spettacolo e Tivelli insacca lo 0-1 definitivo; finisce il 1982 e a Cava si sogna concretamente la Serie A.
Anno Santin
Il 1983 incomincia in casa. Il 2 gennaio é ospite il Como che cerca una sua dimensione, finisce 0-0 con Santin che si dichiara soddisfatto e fiducioso per la successiva trasferta di Cremona e, infatti, sette giorni più tardi la Cavese dà spettacolo allo "Zini". Appena ventidue minuti e i biancoblu si trovano in doppio vantaggio, Scarpa e Pavone hanno segnato una rete a testa e la squadra di Mondonico pare spaesata; i grigiorossi però non sono tra le prime per caso, Vialli accorcia già al 23' e poi al 32' arriva il pari dell' implacabile Sauro Frutti, il punto va bene, ma per come di era messa c'è del rammarico.
La penultima di andata vede arrivare a Cava la Reggiana che non naviga certo in acque tranquille. Carnevale spaventa tutti portando i granata in vantaggio al 26' ma poi ci pensa la Coppia Tivelli (2 volte)-Di Michele a chiudere la pratica sul 3-1, nel mezzo anche un super Paleari che para un rigore ancora a Carnevale. A questo punto la graduatoria dice che la Lazio guida a 27, il Milan insegue a 25 e la Cavese sogna a 23.
Resta la trasferta di Roma per chiudere il girone d'andata, Santin ai giornalisti dichiara l'intenzione di andarsela a giocare, "Anche a San Siro eravamo spacciati" asserisce. In effetti, i suoi ragazzi non lo deludono, si presentano in un "Olimpico" bollente senza le riverenze del caso, vanno in vantaggio con Cupini poco dopo il quarto d'ora e solo Vella riesce a metterci una pezza per gli aquilotti biancazzurri, 1-1 il finale e Cavese che si becca un nove nelle pagelle del girone di andata stilate dal magico Guerin Sportivo.
Ora c'è da tener il passo nel girone di ritorno, la B, si sa, é un inferno lastricato di buone intenzioni; si comincia con l'ospitare un Foggia non irresistibile che cede solamente al gol del solito Tivelli, la Lazio perde a Campobasso e il Milan é fermato sull' 1-1 a San Benedetto del Tronto, due punti separano i biancoblu dalla vetta, la Serie B si ferma per un impegno della nazionale di categoria allenata da Valcareggi e Giuseppe Guerini è tra i convocati per la trasferta in Kenya, finirà 0-0.
Alla ripresa i cavesi sono di scena a Perugia, vuoi la pausa, vuoi la cabala, Morbiducci castiga Paleari e interrompe a dieci risultati la serie positiva del complesso di Santin che comunque resta in quota; la successiva gara casalinga col Palermo è una partita infuocata, De Rosa porta avanti i siciliani in apertura (7'), Caffarelli pareggia attorno all'ora di gioco (58') ma intorno succede il finimondo quando a due minuti dal termine l'arbitro annulla inspiegabilmente il gol a Di Michele; negli spogliatoi qualcuno pare aggredisca il direttore di gara, la situazione è bollente e a pagare é la società che si becca tre giornate (poi ridotte a due) di squalifica del campo in un momento cruciale della stagione.
La scorza del gruppo comunque é dura, nella trasferta di Varese Bilardi prova a firmare il colpaccio e solamente un rigore di Scarsella riporta il risultato in parità, nel frattempo in campo si deve fare anche a meno dell'ottimo Bitetto incappato in una squalifica di quattro turni sempre relativa alla gara col Palermo; la prima gara sul neutro si gioca a Latina e lì la Pistoiese porta via uno 0-0 che se fosse stato a Cava, chissà..
Intanto Milan e Lazio prendono il largo, gli organici da categoria superiore vengono fuori e si gioca oramai per la terza posizione che garantisce l'ultimo posto utile per salire in Serie A, la Cavese é la prima delle squadre "normali" ma cade ad Arezzo, in casa di un'altra terribile rivelazione targata Angelillo, 2-0 secco ma si resiste al terzo posto. A Benevento arriva la vendetta, vittima l'Atalanta che cede ad una segnatura di Caffarelli, ma il ritmo non è più quello dell'andata tant'è che a Catania si ci arrende alla coppia Mastalli-Barozzi proprio alla vigilia della gara col Milan.
Simonetta Lamberti
2 aprile 1983, Cava de' Tirreni ha il vestito della festa, lo stadio é esaurito e si parla di quasi altri diecimila che non hanno trovato il biglietto; l'arrivo del Milan é qualcosa di storico a queste latitudini e l'occasione é propizia per intitolare l'impianto alla piccola Simonetta Lamberti, figlia del magistrato Alfonso e barbaramente uccisa in un agguato camorristico il 29 Maggio 1982, aveva solamente undici anni, dormiva accanto al papà in un giorno di festa, maledetta delinquenza.
I rossoneri si presentano a Cava con la volontà di restituire lo sgarbo dell' andata, quell'1-2 é una macchia da lavare assolutamente e infatti incominciano a spron battuto, tanto che dopo venti minuti Verza parte dalla propria trequarti, si fa tutto il campo e all'ingresso dell'area di rigore beffa Paleari in uscita con un pregevole tocco sotto; otto minuti più tardi poi Battistini incorna un angolo di Pasinato e raddoppia, 0-2.
Lo stadio é ammutolito, nemmeno il più incallito degli ottimisti può immaginare che i biancoblu hanno la forza per reagire e proprio in chiusura di primo tempo Tivelli realizza il rigore che dimezza lo svantaggio e riaccende lo stadio; il gol dà una forza incredibile a Santin e i suoi che rientrano in campo come indemoniati, il Milan é alle corde e in un paio di occasioni si salva per il rotto della cuffia finché al 70' Battistini disimpegna erroneamente innescando il cavese Caffarelli che fa 2-2 delirio!
La Cavese avrebbe anche modo di passare in vantaggio, ma Nuciari si esibisce in un paio di miracoli e termina così, il sogno continua.
Il sogno spezzato
La settimana successiva la coppia Caffarelli-Tivelli si sbarazza senza patemi del Bari, sugli scudi anche l'ottimo Paleari che sull'1-0 para il rigore a Bagnato; da Campobasso poi i ragazzi di Santin escono con un 1-1 acciuffato ancora dall'ormai ottimo prospetto Caffarelli, valorizzato al massimo e pronto a rientrare a Napoli (sarà poi Campione d'Italia con Maradona).
Lo stop che non ti aspetti arriva a Lecce quando Luperto costringe i biancoblu alla sconfitta di misura alla trentunesima; un'altra blasonata è di scena al "Lamberti" invece per la trentaduesima giornata, il derelitto Bologna che in tempi lontani faceva tremare il mondo, sono distanti però quegli anni e basta una zampata di Di Michele per portare a casa l'intera posta.
Il discorso promozione comunque è apertissimo, a cinque turni dal termine, dopo il rocambolesco 2-2 di Monza e la vittoria casalinga sulla Sambenedettese (1-0 ancora a firma Di Michele) la classifica dice che il Milan é praticamente in Serie A dall'alto dei suoi 47 punti ma dietro Catania, Lazio, Cremonese e Cavese sono pari a 40.
La domenica che preclude tutto probabilmente é quella di Como, in uno scontro diretto che avrebbe tagliato completamente fuori i lariani in caso di sconfitta, la Cavese toppa alla grande; su di un campo fangoso all'inverosimile Matteoli pare volare e Nicoletti, Mannini e Mancini confezionano un 3-0 senza appello. Forse Santin e i suoi potrebbero recuperare la domenica successiva, ma la Cremonese che scende a Cava si porta un Pionetti super che para l'impossibile, 0-0 il finale.
Mancano oramai due turni alla fine, l'ultima trasferta di Reggio Emilia vede i cavesi giocare in casa di una squadra con un piede e mezzo in C che cerca un miracolo e le deve provare tutte, si mette male da subito e al 54' è 2-0 Reggiana, la riapre Bilardi ma Boito prima e Bruni poi portano gli emiliani sul 4-1 e a nulla valgono le segnature di Bilardi ancora e dopo Di Michele, finisce con un 4-3 che ai reggiani servirà tanto quanto alla truppa di Santin ovvero a niente.
La tifoseria cavese avrebbe di che crucciarsi, ma regala una grossa dimostrazione di maturità all'ultima in casa con la Lazio, un enorme striscione con scritto Grazie domina la scena iniziale nella gara che regala ai romani il punto necessario a salire in A; finisce 2-2 con Miele e Marini per la Lazio e la coppia Di Michele-Tivelli per la Cavese, la firma più congeniale in una stagione indimenticabile.
Una firma che a tanti anni di distanza fa ancora emozionare sia coloro che ebbero la fortuna di esserci sia chi ha solo sentito raccontare di quel tecnico nato a Rovigno e i suoi moschettieri!
Mari di poesia
In quella magica stagione non poteva mancare la magia della poesia, arte antica di metter su carta emozioni, momenti e stati d'animo, ed ecco infatti che in rosa figura Sergio Mari, salernitano di nascita e cavese d'adozione.
Classe 1962 Sergio è un centrocampista tutto cuore e volontà, la fortuna non lo assiste certo in carriera perché non si esordisce per caso in serie C1 a sedici anni né per fortuna si è ad un passo dalla Sampdoria di inizio anni 80; per Sergio in quella stagione ci sono solo sette presenze, rientra in gioco solo alla diciottesima ed esordisce da titolare a Roma con la Lazio. Poi verrà il prestito all' Akragas, il rientro a Cava, la Centese, ancora tanta Cavese e Nola, Fasano, Juve Stabia e L' Aquila, infine ancora Cavese anche in Eccellenza.
Nel dopo calcio è stato gallerista d'arte e oggi è un apprezzato attore e autore teatrale, siamo sicuri che una rappresentazione, un racconto su quella stagione prima o dopo arriverà, e saranno ancora brividi, proprio come allora.
Racconto a cura di Fabio Mignone