Virescit Boccaleone, una storia ... Magistrelli
No non e' una domanda del quiz delle 19, è semplicemente un modo per dimostrare come il tempo segni irrimediabilmente la storia di questo mondo, intrecciando vicende su vicende, sempre più frenetico ed incline a dimenticare il passato, di qualsiasi tipo esso sia.
Facciamo un pò d' ordine: 1912, lo scrittore scozzese pubblica il suo romanzo " Un mondo perduto" del quale dal 1925 ad oggi sono state girate almeno una decina di pellicole cinematografiche; il Titanic affonda mestamente nel suo viaggio inaugurale consegnandosi alla storia come uno dei fallimenti più clamorosi e il politico Thomas Wilson vince le elezioni presidenziali americane (il 5 Novembre).
La Virescit invece vede la luce l'8 dicembre di quello stesso anno presso l' oratorio bergamasco del quartiere Boccaleone dove il sig. Testa svolge praticamente tutte le mansioni amministrative permettendo, con il suo preziosissimo lavoro, di ben figurare e addirittura vincere varie competizioni a livello cittadino.
Sono anni di cambiamenti epocali, la guerra arriva inesorabile e chiede le vite di alcuni atleti, la società interrompe l'attività per riprenderla nel 1918 e affiliarsi all'ULIC (Unione Libera Italiana del Calcio) per la quale organizza tornei a livello giovanile Ma l'umanità non impara mai e a poco più di vent'anni dalla fine del primo arriva il secondo e più cruento conflitto globale.
La Virescit si ferma in attesa di tempi migliori che porteranno la data del 1949 quando si ricostituisce con il nome di Oratorio Boccaleone e si affilia al CSI. La maglia viola e i calzoncini bianchi cominciano a farsi un nome sui campi dilettantistici locali e finalmente all'alba della stagione 1970-71 l'allora presidente Mangili decide di affiliare il club alla FIGC e prendere parte al campionato di terza categoria. E' l' inizio di una favola!
Cambio di passo
Il nome dell' autore è Alessandro Ghisleni il quale rileva il club da Mangili nell'estate del 1977, cambia la denominazione in Centro Giovanile Virescit Boccaleone passando in un batter d'occhio dalla Prima Categoria alla Serie D, vince infatti la promozione edizione 1980 con 21 vittorie in trenta giornate e sette lunghezze sulla seconda classificata.
Da quel momento, la Virescit si misurerà con avversarie quali la Pro Gorizia, la Solbiatese e il Valdagno, tutte squadre con trascorsi in Serie C ed addirittura in Serie B.
La stagione 1980-81 è alle porte, la neopromossa Virescit, forte della presenza in rosa dell'ex professionista Tiziano Mutti (ex di Inter, Genoa e Piacenza tra le altre) nel ruolo di libero, del futuro adepto di Zeman Adriano Cadregari, dei fratelli Astolfi (ala e terzino) e della garanzia tra i pali Albergoni è decisa a ben figurare nel girone B della serie D; Montebelluna e Gorizia paiono non lasciare alcuna speranza di promozione ma il campo, come in moltissimi casi, dice un' altra cosa: alla 34esima giornata i viola ed i trevigiani sono appaiati a quota 45 punti che vogliono dire promozione in C2 ... roba da non credersi, la squadra di un quartiere tra i pro<.
Serie C
A questo punto la questione diventa davvero seria, dal settembre 1981 ci si misurerà con mostri sacri quali Casale (campione d'Italia 1914), Pavia, Lecco, Novara, Pro Patria e Carrarese soltanto per citarne alcune. Per ben figurare nella nuova categoria ci si affida al blocco che ha dominato la Serie D e, agli ordini del riconfermato mister Biffi, restano quasi tutti i protagonisti della precedente stagione.
Si esordisce a Imperia il 20 settembre e davanti ad un'altra neopromossa i viola impattano 1-1, gara in difesa (primo tiro attorno al 60') e a venti minuti dalla fine un traversone di Bonatti deviato da Marinelli garantisce il punto in classifica. L' esordio casalingo vede arrivare a Bergamo il quotato Savona di mister Pierino Cucchi, e pure qui finisce pari, una gara prudente permette di portare a casa un prezioso 0-0.
Il campionato prosegue in maniera regolare, la Virescit staziona stabilmente nel centro della classifica ma una piccola flessione nel finale porta ad un'inaspettata retrocessione, si arriva alla pari con l'Imperia (30 punti) ma la differenza reti negli scontri diretti condanna i bergamaschi (2-2 nella gara di ritorno).
Una pronta risalita
L'estate 1982 insieme alla vittoria del Mondiale atteso 44 anni, porta nel quartiere Boccaleone la voglia di rivincita e dimostrare che quell'approdo tra i pro non è stato casuale. Il Pres Ghisleni costruisce una squadra solida che gioca a memoria. Il regista Roccatagliata a dirigere l' orchestra, in attacco il bresciano Simonini (da Passirano) dimostra che l' Atalanta fa bene a credere in lui e la difesa subisce pochissimi gol (18), ma tutto questo non basta, la corazzata Centese alla fine conta due punti in più e sale in Serie C2. La differenza la fa proprio lo scontro diretto a Cento, il 28 novembre 1982,dove i ferraresi grazie a bomber Cleto s'impongono per 1-0
Il patron Ghisleni non si arrende e per la successiva stagione insiste ancor più convinto che sia la volta buona, vicino a Simonini arriva Brambilla che con 19 segnature risulterà determinante per arrivare alla fine agganciati al blasonato Seregno a quota 47 (terzo il Leffe a 40); spareggio a Lodi il 20 Maggio e vittoria ai supplementari per 2-0... è nuovamente C2!!
La scalata alla C1
Agli ordini di mister Luciano Magistrelli (bergamasco ex calciatore della Dea) ci si prepara alla seconda avventura tra i pro. L' esperienza di tre anni prima ha insegnato molto e così non si ripetono più certi errori dovuti all'inesperienza. Il complesso viola suona che è una meraviglia: Simonini si scatena con 22 marcature, Roccatagliata da spettacolo, Crotti e Bonacina garantiscono quantità in mezzo al campo. Risultato finale? Si sale in C1!
Il girone di ritorno è spettacolare, la Virescit mette in fila tutti e si classifica prima davanti al Trento. In casa non perde mai e fuori si concede soltanto sei battute d'arresto. Adesso a Bergamo ci sono due squadre!
Il "Comunale" viene diviso a metà con la Dea e dalla stessa Dea, arriva il primo acquisto: Costanzo Barcella, il quale si è messo in evidenza la stagione precedente nelle file della Civitanovese che ha perso lo spareggio per la promozione in C1 contro il Fano. Gli altri innesti sono quelli di Zobbio (bomber dell' Ospitaletto), Carlo e Filosofi entrambi dal Piacenza.
La composizione del girone mette paura solo a vedersi: Ancona, Parma, Piacenza e Modena sono solo alcuni dei nomi delle avversarie con cui si confronteranno i viola. L' avventura parte il 22 settembre, a Bergamo arriva il Padova ed è subito gloria viola. Vittoria per 2-1 e morale alle stelle; si perde poi a Modena (2-1 per i canarini) e alla quinta si impatta in casa con la corazzata Parma di Arrigo Sacchi. Il girone d'andata va via che è un piacere e alla fine del girone la classifica recita: Parma 26, Virescit 22, Modena e Reggiana 21.
Magistrelli e compagni stanno incantando una città che di colpo si scopre ricca di due realtà distinte: il mostro sacro Atalanta e la simpatica ed irriverente Virescit Boccaleone. Nel girone di ritorno un leggero calo mette fine al sogno della promozione in Serie B, ma resta un gran campionato concluso in quinta posizione (saliranno in Serie A Parma e Modena).
L' annata 1986/87 vede arrivare in casa viola Alberto Cambiaghi dal Varese, Monti e Nunziata dalle giovanili dell' Inter, Marino Palese dal Lecce, Claudio Foscarini dal Piacenza (qui ha imparato probabilmente tutto ciò che mette in pratica a Cittadella) e il bomber Adriano Mosele fresco di retrocessione dalla C2 col Leffe e in cerca di un pronto riscatto.
Il prologo della stagione vede per gli uomini del riconfermatissimo Magistrelli l'avventura nella Coppa Italia dei grandi. E' un esordio assoluto per la Virescit e il girone la vedrà contrapposta ai concittadini dell'Atalanta e poi Brescia, Genoa, Messina e Palermo, insomma un battesimo nel calcio che conta a tutti gli effetti.
Il 24 agosto 1986 è il giorno della partita impossibile, in un "Comunale" più curioso che mai la piccola Virescit sfida la Dea. L' inizio è traumatico. Passa un minuto e Nunziata fa autorete; all'undicesimo raddoppia Incocciati ma poi la truppa di patron Ghisleni si rimette in carreggiata e tiene il campo fino ad accorciare le distanze con Carlo al 62'; finisce così e tutti felici un altro traguardo incredibile è stato raggiunto.
Le altre gare della Coppa vedono una Virescit tonica e che da filo da torcere a tutti, vittoria col Messina (2-0), sconfitta di misura a Brescia (1-0), pareggio importante al "Ferraris" contro il Grifone (1-1 Domini per i rossoblu e Tamellini per i viola) e gran 3-0 a un Palermo frastornato; si esce con l'onore delle armi.
In campionato invece non si ripete il volo della precedente stagione, 32 punti garantiscono una tranquilla salvezza ed il diritto a disputare un ulteriore campionato di serie C1 ... quello storico!
A un passo dalla Serie B
Estate 1987, in casa Boccaleone si pianifica la terza avventura tra i grandi della C, arrivano i giovani Didonè e Simone dal Como, Salvatori dalla primavera del Milan, Carpineti dal Pavia (che ha vinto la C2) e il navigato bomber Lele Messina dal Cosenza. L' obiettivo è ben figurare e valorizzare i ragazzi della rosa, ma il guru Magistrelli esagera plasmando un complesso che gira a meraviglia e mette paura a chiunque.
L'esordio casalingo è uno 0-0 con il L.R.Vicenza, poi vittoria ad Ospitaletto e al "Comunale" col Fano, la Virescit vola e chiude l'andata al terzo posto dietro Spezia (24), Ancona e Monza (22). Simone segna con regolarità (con 15 centri sarà capocannoniere del torneo), Didonè regala giocate da Serie A, Messina, Cambiaghi e Monti sono sempre tra i migliori. Il ritorno è condotto sempre ai massimi livelli tanto che alla penultima giornata Virescit, Ancona e Monza sono appaiate a quota 43 al comando della classifica.
Nell' ultimo turno i dorici si sbarazzano di un demotivato Livorno (3-0) e i Brianzoli espugnano il "Coppi" di Tortona (0-1), i viola, invece, crollano inspiegabilmente a Ferrara (1-4) al cospetto di una Spal solo apparentemente rassegnata: sara' spareggio con la Reggina (terza nel girone B) ma si ha già il sospetto di aver perso l' appuntamento con la storia.
12 giugno 1988, Perugia Stadio "Renato Curi". La Reggina manca dalla Serie B da 14 anni e, come tutte le squadre del Sud è sostenuta da un calore tutto particolare: 20.000 sostenitori sono giunti dallo stretto nonostante quello stesso giorno Papa Wojtyla visitasse la città calabrese. A Bergamo l' attesa è diversa, il Quartiere Boccaleone è tinto di viola già da qualche giorno e nove pullman più un treno di macchine sono pronti a portare in Umbria un migliaio abbondante di tifosi.
L' avvenimento è effettivamente imperdibile, nel settore dei sostenitori viola viene sistemato uno striscione recante la scritta "GRAZIE VIRESCIT" che da' già un'idea di quanto per la gente bergamasca vada bene così.
Trentalange fischia l'inizio e un mare di pensieri, sensazioni e ricordi si saranno aggrovigliati nella testa della bandiera viola Tommaso Astolfi, lui è lì dalla prima promozione in C2, ha vissuto ogni istante di questa avventura: la retrocessione dalla stessa C2, la delusione di Cento, la doppia risalita ... tutto! Non gioca tanto, ma Magistrelli sa che quando lo chiama lui c'è, è la Virescit quel terzino!
La gara entra subito nel vivo, passano dieci minuti e un fallo al limite dell'area permette al reggino Bagnato di calciare una punizione. Dal Bello intuisce, tocca, ma il soffio di ventimila cuori amaranto spinge la palla in rete; la Virescit è scossa, passa un brutto quarto d'ora ma poi pian piano si rimette in careggiata, Adami si rende pericoloso con una girata in area che si spegne di poco a lato; passa il tempo e i calabresi resistono. A meno di otto minuti dal termine Tarcisio Catanese (entrato poco prima al posto del peperino Onorato) trasforma una ripartenza con un tocco che beffa ancora Dal Bello.
Al fischio finale il campo è invaso dai tifosi reggini e l'immagine che resta dei viola è sintetizzabile nelle lacrime di patron Ghisleni e nel senso di impotenza di Didonè e compagni che rimangono affranti sul campo. Il sogno è rimasto tale.
La lenta discesa
Ripartire dopo cotanta delusione non è senz'altro facile ma il presidente non molla, cambia denominazione in Virescit Bergamo e, affidandosi ancora a Magistrelli, rinnova la sua creatura per affrontare il nuovo campionato di C1. Arrivano il bomber Igor Protti dal Livorno, Casagrande dal Padova (ormai al termine di un'ottima carriera), il prolifico Cornacchini dalla Reggiana, Foschi dalla Lazio, Nava dal Milan Primavera, il talentuoso Marcellino dal Barletta ed il funambolico Talevi dall'Ancona (talento mai sbocciato ai piani superiori).
Il primo ostacolo è la Coppa Italia, la formula è ancora a gironi e i bergamaschi vengono inseriti con Avellino, Pisa, Ancona, Fiorentina e nuovamente il Genoa. Si comincia con un 1-1 contro gli Irpini (Cornacchini per i viola) per poi proseguire con un altro 1-1 col Pisa (ancora Cornacchini), una sconfitta di misura con l'Ancona (1-0), un sonoro 0-3 con la Fiorentina (giocata a Pistoia) per chiudere con una prestigiosa vittoria casalinga a spese dei Grifoni rossoblu che domineranno la Serie B agli ordini del Professor Scoglio (3-2 reti di Cornacchini, Messina ed autogol di Torrente).
Le premesse per fare bene in campionato ci sono tutte, invece la squadra balbetta ed arriva alla penultima giornata con un solo punto di vantaggio sui bianconeri del Derthona. All' ultimo turno, il Mantova al Martelli batte per 2-1 i viola mentre i piemontesi vincono in casa opposti ad un tranquillo Montevarchi (4-2). E' retrocessione in C2.
La stagione 89/90 così vede la Virescit ripartire dalla categoria inferiore, Astolfi ha salutato la compagnia e i nuovi arrivi si chiamano: Paradiso (scuola Inter ed ex Siena e Samb tra le altre), Polverino (stopper d' esperienza), Obbedio, Maurizi (punta giramondo della C), Bottazzi (che sarà protagonista poi nella Spal), Marchetti e Roccatagliata (di ritorno dall' avventura al Piacenza). La stagione non è delle più facili e con addirittura tre allenatori (Sonzogni, Cadè e Danova) non si va oltre un anonimo tredicesimo posto, da segnalare gli 11 gol di Marchetti.
Proprio l' ultimo allenatore della precedente stagione, Danova, è la scelta da cui ripartire per la successiva stagione 90/ 91; agli ordini del mister arrivano Olivares (piu' tardi in A col Bari), Paladin (centrocampista), il cugino di Igor, Stefano Protti, Scienza e Spelta, insomma ... una squadra che non dovrebbe soffrire le pene dell'inferno per ottenere una tranquilla salvezza; ed infatti così è: undicesimo posto con 32 punti conquistati.
Per l'annata 91/92 torna in panchina il guru Luciano Magistrelli (di ritorno dalle esperienze con Spal e Legnano) ma niente va come tutti si aspettano. Olivares e Roccatagliata guidano un gruppo che non funziona come dovrebbe e così la Virescit arriva alla fine appaiata sul fondo con i vicentini del Valdagno con i quali si devono giocare uno spareggio per garantirsi l'accesso ad un ulteriore fase di spareggi per non retrocedere in Serie D.
Si gioca a Fiorenzuola d'Arda il 24 giugno 1992 ma i viola soccombono per 2-1... è la fine dell'avventura della Virescit tra i professionisti.
La fine della favola
Si è chiusa un'era, si deve ricominciare dalla Serie D. Il patron Ghisleni forse è stanco, sono stati anni intensi, vissuti febbrilmente, sfibranti per certi versi; si costruisce la squadra e si ricomincia, il girone è duro Bassano, Bolzano, Treviso, Cittadella e Lumezzane ambiscono tutte a salire tra i pro.
Ce la faranno i padovani del Cittadella che batteranno allo spareggio il Lumezzane per 2-1. La Virescit tiene botta tutto l'anno e per soli due punti non finisce pari alle due corazzate (46 a 44) pur avendo la miglior difesa (18 reti subite). E' l'attacco la spada di Damocle che fatica a fare gol: Grandi e Boninsegna insieme mettono a segno soltanto 17 gol.
La delusione è troppa. La società decide di dire addio lasciando un bel ricordo a coloro che le hanno voluto bene, che l'hanno seguita o semplicemente simpatizzata, Ghisleni in estate cede il titolo sportivo all'Alzano di patron Morotti che da così vita all'Alzano Virescit. La nuova squadra arriverà prima in Serie C e poi anche in Serie B, quella che i viola hanno solo accarezzato ... ma questa è un' altra storia.
Racconto a cura di Fabio Mignone