Picchi da record
Milano, 29 Gennaio 1989, un sole che prova a mascherare da primavera un inverno ancora lungo, fa da sottofondo ad un "San Siro" colorato di rossonero che attende da un minuto all'altro la rete degli idoli di casa opposti ad un Pisa alla disperata ricerca dell'ennesima salvezza in massima serie.
Gullit, Van Basten, Virdis, Donadoni e Maldini sono i protagonisti di quell'era targata Sacchi. In Toscana, invece, sono i giorni dell'impero Anconetani. Sta finendo un primo tempo ancora fermo sul risultato di partenza, il Milan attacca ma cozza contro la tenacia e la bravura di Gian Paolo Grudina, portiere sardo con alle spalle tanta gavetta e finalmente protagonista in Serie A.
Van Basten entra in area, Tonini lo atterra ed ecco il rigore, chi lo batte? Pietro Paolo Virdis, sardo come Grudina ed ex compagno del portiere una dozzina d'anni prima, quando nel Cagliari Gigi Riva terminava la sua avventura sui campi.
Nuoro chiama e Decimomannu risponde, ovvero Virdis calcia angolato e Grudina devia con un pronto tuffo a terra, la palla si impenna ed esce sopra la traversa. Chissà se, in quei momenti, il portiere ha pensato ai giorni di Cagliari, a quel 11 Aprile 1976 quando si sedeva per la prima volta su una panchina di A e Virdis batteva la Lazio (2-1, l'altra rete di Piras)?
Le loro strade poi si erano divise, l'attaccante dopo strenua resistenza che mobilitò Boniperti in persona accettò la Juventus per iniziare una carriera a livelli altissimi, Grudina, invece, discese negli inferi con Nuorese, Civitavecchia e Grosseto prima di un ritorno a Cagliari senza presenze (1982/83) e una ripartenza in terra toscana ma non a Pisa, a Livorno in C2!
E lì scrisse la storia!
La macchina perfetta
Estate 1983, il Livorno è appena retrocesso in Serie C2 e, in maniera quasi fantozziana, appaiato a quota 30 con Reggina, Ternana e Siena, viene punito dalla classifica avulsa che lo condanna assieme ai calabresi e alle già retrocesse Paganese e Nocerina.
La dirigenza caccia via tutti, da mister Balleri ai vari Cavalieri, Rossi Leonardo, Signorini e Cei. Il presidente Leo Picchi (ex giocatore labronico a cavallo degli anni 40/50) ha voglia di riscatto e incomincia a lavorare per costruire una rosa importante: l'unico confermato è Gaetano Salvi un "piedi fini" che giostra a centrocampo.
Alla guida della squadra ecco Renzo Melani dalla Rondinella, un nome importante nel mondo della C, poi pian piano arrivano i giocatori ai quali si chiede di provare a tornare immediatamente in C1; tra i pali ecco proprio Gian Paolo Grudina reduce da un anno di inattività in quel di Cagliari, poi Casarotto e Palazzi che hanno seguito il mister, il blocco del Prato Berlini, De Rossi e Tognarelli, il duo dal Rende Ilari-Cozzi, Araldi e Meloni percorrono i pochi chilometri che li separano da Carrara e Empoli, Pontis dalla Cerretese, Beni dall'Atalanta, De Poli dal Padova, Bertini dal Casale, Finetto dal Benevento fino a Villanova disceso da Trento.
Squadra forte con l'handicap di un'amalgama da trovare il prima possibile per giocarsi un torneo che vede impegnate squadre ambiziose come Alessandria e Lucchese e altre blasonate a partire dalla scudettata Casale per passare poi a Spezia, Massese e Savona; completano il girone i laziali del Civitavecchia, le toscane Cerretese e Pontedera, l'Asti Torretta Santa Caterina, il Derthona, la Vogherese, l'Imperia e il piccolo plotoncino sardo composto da Torres, Olbia, Carbonia e Sant'Elena Quartu, con quest'ultima che si ritirerà a torneo in corso vittima di una situazione finanziaria disastrata.
Col vento in poppa
Il cammino labronico in campionato incomincia a Carbonia. E’ il 18 Settembre 1983 e gli amaranto di Melani passano in chiusura di primo tempo (39') quando Palazzi insacca la rete del definitivo 0-1; sette giorni più tardi arriva l'esordio casalingo, ospite il modesto Sant'Elena Quartu regolato dalle reti di Bertini ed Ilari (quest'ultimo su rigore) anche se questa gara verrà in seguito invalidata a causa del ritiro dei sardi dal campionato.
La forza del Livorno sta nella difesa, Grudina & Co. blindano il reparto arretrato talmente bene che la prima rete subita arriva addirittura all'undicesimo turno in uno stadio storico, al "Natal Palli" di Casale Monferrato quando, a dieci minuti dal fischio d'inizio, il nerostellato Caracciolo batte il portiere di Decimomannu dopo 910 minuti di imbattibilità, ma Villanova e De Poli garantiscono la vittoria finale al Livorno.
Giornata dopo giornata la superiorità labronica è sempre più evidente, Pontis e Ilari sbancano Spezia e affossano la Vogherese, poi si chiude l'andata con uno 0-0 casalingo ospitando il modesto Derthona. A fine del girone d'andata, le reti segnate dal Livorno sono solamente quindici, ma con due soli gol subiti paiono parecchi di più. Sono nove le partite vinte ed otto pareggiate un bottino che certifica l'esattezza di ogni scelta estiva!
Il ritorno di fiamma
Il ritorno prende il via il 29 Gennaio, il Carbonia si arrende all'Ardenza per 2-0 e anticipa la giornata di riposo forzato a causa dell'estromissione del Sant'Elena dal campionato. Al ritorno in campo, Meloni liquida la piccola Cerretese e il 19 Febbraio ecco la prova di forza di Alessandria, uno 0-3 che non ammette repliche. I gol portano la firma di Palazzi (doppietta) e Araldi. Melani e i suoi sono imbattibili!
Il 4 Marzo 1984 ecco una rete subita dopo quasi tre mesi, la segna Barducci della Lucchese (rigore) al 29' ma nemmeno qui il Livorno perde perchè Palazzi regala il pareggio. Forse nemmeno Melani credeva di costruire una macchina da guerra così perfetta.
Il Mister prosegue il cammino con tre vittorie filate con Savona, Torres e Pontedera, poi a Civitavecchia deve accontentarsi di uno 0-0 così come la successiva giornata in casa contro un Casale ordinato. La trasferta in terra astigiana porta poi un pareggio agguantato in rincorsa, al 72' infatti Villanova risponde alla rete segnata da Venturini sei minuti prima, poi De Poli punisce lo Spezia su rigore. Il ruolino di marcia è da brivido, i risultati sono davvero esaltanti e al di sopra di ogni più rosea previsione di inizio stagione.
Il trionfo porta la data del 3 Giugno 1984 quando a Tortona si chiude un campionato senza precedenti. Il 2-2 nella terra di Coppi ha il solo demerito di portare a sette il conteggio delle reti subite. Negli ultimi minuti, si registra anche l'esordio del dodicesimo Beni che subentra a Grudina al minuto 86.
Missione compiuta verrebbe da dire, il piano è riuscito perfettamente. Il campionato si conclude trionfalmente con il primo posto in classifica con 50 punti in 32 partite, 18 vittorie, 14 pareggi, 0 sconfitte. 35 gol fatti e soltanto 7 subiti, un record ancora oggi imbattuto.
L'ultima sconfitta in campionato porta la data del 5 giugno 1983, la successiva arriverà a Modena il 30 settembre 1984 alla seconda giornata del torneo di C1, ma questa è un'altra storia.
Nasce così il Livorno dei record. Una squadra solidissima che difficilmente in serie C troverà un'altra formazione in grado di saper fare di meglio. Nell'attesa attendiamo l'ennesima risalita della squadra labronica oggi precipitata tra i dilettanti.
Per quanto riguarda Grudina, invece, quel trampolino lo porterà direttamente a Pisa dove diverrà un punto fermo dei nerazzurri mettendosi a disposizione come dodicesimo sempre pronto a sostituire il titolare, come quel 29 Gennaio del 1989 ...
Racconto a cura di Fabio Mignone