Salta al contenuto principale
TDP Originals

Figurine: tra immaginario e realtà

Le figurine Panini raccontano calcio, miti e cultura pop: dai classici Parola e Pizzaballa ai rari Poggi e Volpi, unendo nostalgia, collezione e leggende.
Image
cover_poggi_volpi

Hai presente il fruscio di una bustina appena aperta? Quel rumore ti fa battere il cuore. Dentro ci sono volti di campioni, simboli delle squadre e piccoli tesori da collezionare.  Ogni pacchetto regala speranze, delusioni e gioie. 
Ti farà conoscere miti come Parola e Pizzaballa. Ti farà scoprire rare immagini degli anni più belli del calcio legandole con storie che attraversano cinema, musica e cultura pop.  Le figurine dei calciatori non sono soltanto un passatempo. Sono un fenomeno sociale che segna epoche diverse, alimentando leggende e immaginario.

L’epopea modenese che diventa mito

È notizia di questi giorni l’apertura dei casting per una serie TV. La storia è tratta dal libro L’album dei sogni di Luigi Garlando. Racconta la famiglia Panini e la nascita di un fenomeno ancora oggi radicato nella cultura popolare del Paese.

A Modena, nel 1961, i fratelli Giuseppe, Benito, Franco e Umberto Panini trasformano un’intuizione in un’industria. L’idea è semplice e rivoluzionaria: non si tratta solo di vendere figurine ma di abbinarle a un album da collezionare. 

Il primo album Calciatori Panini della stagione 1961-62, con la copertina gialla, conquista subito il pubblico e vende migliaia di copie. Un successo clamoroso per l’epoca. Da quel momento la Panini cresce rapidamente e amplia il proprio universo oltre le figurine.

Il suo nome si lega a una delle squadre di volley più forti di sempre, la Panini Modena. Con campioni come Bernardi, Cantagalli e Zorzi domina in Italia e in Europa tra gli anni ’80 e ‘90. Una generazione di fenomeni che trascina anche la Nazionale al primo titolo mondiale del 1990. 

Tutto resta coerente con lo spirito Panini. Racconta lo sport e lo porta nelle case degli italiani. Entra nei cuori e diventa un mito. Un mito che vive ancora oggi.

Carlo Parola: la rovesciata eterna

Se c’è un’immagine che rappresenta più di tutte il mondo Panini, è la rovesciata di Carlo Parola. Nel 1950, durante Fiorentina-Juventus, il difensore bianconero si innalza in acrobazia perfetta e un fotografo immortala il gesto. 

Quell’immagine diventa da subito il marchio di fabbrica della Panini. Un logo che richiama calcio, eleganza, fantasia e spettacolarità del gioco.

Parola conquista cinque scudetti (due da giocatore e tre da allenatore), ma la sua rovesciata supera la carriera e diventa un simbolo senza tempo. 

Un gesto che diventa sigillo dell’autenticità Panini.

Pizzaballa, il portiere che diventa mito

Tra tutte le figurine Panini, quella di Pier Luigi Pizzaballa, portiere dell’Atalanta negli anni Sessanta, incarna il mistero e la leggenda. Al momento delle foto per l’album, Pizzaballa non è presente: la sua figurina manca alla distribuzione. La tiratura ridotta e la distribuzione limitata la rendono rarissima, scatenando proteste tra tifosi e collezionisti. 

Il portiere, pur vincendo anche due Coppa Italia e con una presenza in Nazionale, resta famoso soprattutto per quell’assenza. Oggi la sua figurina è inestimabile.

Poggi e Volpi: le figurine introvabili degli anni ’90

Se Pizzaballa diventa il simbolo dell’introvabile, le figurine di Paolo Poggi (Udinese) e Sergio Volpi (Bari) entrano nel mito dei collezionisti. Non fanno parte dell’album Panini, ma di una collezione Dolber 1997-98, distribuita con chewing gum contenenti le “mini figurine”. 

La loro rarità scatena subito polemiche. Una frustrazione che sfocia anche in un’interrogazione parlamentare che chiede chiarimenti sulla disponibilità delle figurine. La vicenda è talmente famosa che la trasmissione Mi Manda Rai Tre dedica una puntata alla “querelle”. Alla fine si conferma che le figurine dei due giocatori esistono, ma in numero limitatissimo. Rendendole così leggendarie. 

La loro fama ispira persino una birra del birrificio Malaripe: la Hazy IPA “Poggi e Volpi”. Sulla lattina, neanche a dirlo, le due “mini” introvabili.

Tra cinema, musica e cultura pop

Le figurine non restano confinate in un piccolo rettangolo stampato, ma invadono cinema, musica e immaginario collettivo.

Nel film Figurine (1997) di Giovanni Robbiani, ambientato nel 1969, il piccolo Alberto e i suoi amici cercano Bertazzoli del L.R.Vicenza. È l’ultima figurina mancante della raccolta. Sono disposti a tutto pur di trovarla.

In Febbre a 90° (1997) il giovane Paul Ashworth sfoglia un preziosissimo album dei calciatori del football d’oltremanica. La seconda stagione di Romanzo Criminale (2010) inizia con il Libanese che ricorda la sua adolescenza trascorsa tra Pizzaballa, Castano e Scala.

In Femmine contro Maschi (2011) l’attore palermitano Salvo Ficarra interpreta Rocco. Lavora come bidello in una scuola elementare e scambia i doppioni con gli alunni durante la ricreazione.

Anche nella musica le “figu” diventano protagoniste.  Nel 1997 gli 883 pubblicano La dura legge del gol. In copertina c’è una rovesciata uguale a quella di Parola, ma con il volto di Max Pezzali. Dentro c’è anche un album speciale che contiene le figurine con tutti i membri della band. 

Più di recente il gruppo torinese Statuto, noto per unire ska e sottocultura calcistica, richiama lo stesso immaginario. La cover di Statuto Football Club (2024), difatti, mostra una rivisitata acrobazia “paroliana”. L’immagine introduce l’ascoltatore in una raccolta di otto brani e sigle radio-tv a tema football. Dalla band granata, in collaborazione con Enrico Ruggeri, emerge un chiaro riferimento anche in Controcalcio (2010): “io sono cresciuto con i sogni miei, nessuno potrà rubarli, sono i miei… le figu nei pantaloni.”

In questo universo entrano anche Elio e Le Storie Tese con la loro Adolescenti a colloquio. Improvvisamente, Tremoto (1989). Un dialogo dedicato allo scambio di figurine “Facchetti-Buso” e che ricorda una vecchia intro degli Skiantos. 

Così la figurina diventa icona pop, ponte tra calcio e cultura giovanile.

La magia resiste nell’era del digitale

Nell’era degli NFT molti pensano che la magia finisca. Invece basta entrare in un’edicola e trovare bambini e adulti emozionarsi davanti a una bustina. È un rito che istruisce ancora oggi. Insegna bandiere da riconoscere e squadre legate a simboli e colori. La carta e l’odore dell’adesivo restano unici. Il gesto di attaccarla ha un fascino senza tempo. Nessuna app può sostituirlo. 

Celo, manca

Le figurine dei calciatori non sono soltanto carta stampata. Sono frammenti di vita, pomeriggi passati a scambiare, emozioni condensate in un rettangolo colorato.

Dalla rovesciata di Carlo Parola alle figurine ricercate, fino ai miti involontari come Pizzaballa o Poggi e Volpi. Le loro storie raccontano più di sessant’anni di costume italiano. Ogni album completato non è un semplice archivio di calciatori, ma un diario collettivo tramandato a figli e nipoti. Un mosaico di emozioni e ricordi condivisi.

E, alla fine di ogni scambio, di ogni pacchetto aperto con il cuore che batte, riaffiora sempre quella sensazione. La gioia di trovare una figurina nuova, la delusione di non trovarla, e quel pensiero che rimbalza nella mente. 
Eterno come un piccolo rito: celo … manca.

Racconto a cura di Giuseppe Vassallo

Ti potrebbero interessare anche ...

Osvaldo Bagnoli, pane, amore e catenaccio

Alcune delle più spettacolari imprese del nostro calcio sono da ricondurre alla visionarietà di Osvaldo Bagnoli. Non solo lo scudetto...
7 minuti Leggi subito

Maurizio Sarri, il valore del tempo

Tutti conoscono la storia dell’impiegato della Banca Toscana arrivato poi, da allenatore, sul tetto d’Europa. L’italia calcistica, negli ultimi anni,...
8 minuti Leggi subito

Carlo Cudicini, better call Carlo

Carlo Cudicini era semplicemente il figlio del Ragno Nero, suo papà Fabio. In Italia non hanno creduto nel suo talento...
6 minuti Leggi subito