Tutti vogliono vivere in Campania
Metà anni 70, Antonio Morra Greco è un dentista con la passione per il calcio cosa peraltro comune a milioni di italiani, dall’operaio al direttore d’azienda tutti impazziscono per quella palla che rotola, sia ai massimi livelli che nei campetti di provincia.
A Napoli, al contrario che a Torino, Milano o Genova, c’è una squadra sola che si batte nell’olimpo calcistico nazionale, il sogno di avere un’altra compagine tra le prime due categorie ha sempre stimolato la fantasia della gente, ma proporsi a certi livelli non è certo un gioco da ragazzi; ci ha provato nei favolosi anni 60 l’Internapoli, società che arrivò alle porte della cadetteria sfornando giocatori quali Massa, Chinaglia, Wilson e Mammì, ma poi precipitò negli inferi del dilettantismo cambiando denominazioni in serie e non riuscendo più a riemergere.
Morra Greco è un sognatore soprattutto, non certo sprovveduto e anzi, molto competente in materia calcistica, così finisce che si fa tirare dentro divenendo presidente nel 1975 della squadra nata dalla fusione di Santa Maria della Mercede e Montecalvario, ovvero il Campania!
La serie non è certo quella dei sogni, ci si batte in Prima Categoria tra Fuorigrotta e il Vomero con un esiguo seguito di aficionados che non crede ai propri occhi quando un paio di stagioni dopo la squadra approda nel difficile torneo di Promozione.
A quel punto Morra Greco capisce che si può osare di più e compie un’operazione volta al domani spostando la squadra nel quartiere di Ponticelli dove l’appoggio del pubblico diverrà fattore fondamentale per la scalata ai piani alti. In brevissimo tempo il Campania Ponticelli si affaccia alla serie D e, al termine del campionato 1979/1980, compie il grande balzo nella vecchia C2, adesso la B dista solamente un paio di categorie!
L’esordio tra i professionisti è da sballo! La squadra chiude al primo posto davanti a Casarano e Monopoli, volando così inaspettatamente in Serie C1, il terzo gradino della piramide calcistica; il primo anno giunge un ottimo settimo posto che per una neopromossa obbligata a misurarsi con realtà quali Salernitana, Taranto, Ternana e Livorno, è tanta roba. In rosa ci sono l’ex milanista Bet, bomber Sorbello e Peppiniello Massa che arriva dopo quasi 350 gare tra Lazio, Napoli, inter e Avellino; ma è nel campionato 1982/1983 che viene sfiorato il miracolo.
I ragazzi di Campania
Nell’estate del 1982, quella di cui molti di noi ancora oggi ricordiamo ogni particolare, il presidente Morra Greco decide di chiamare sulla panchina della sua squadra Giorgio Sereni. Il tecnico arriva da un buon piazzamento ottenuto nella stessa categoria col Rende e vuole ripetersi con la bella realtà napoletana; il parco giocatori è di primo livello, ci sono l’esperto Piergiorgio Negrisolo classe 1950 che scende in C dopo una bella carriera spesa tra Sampdoria, Roma, Verona, Pescara e Rimini, tutte maglie indossate da protagonista, poi l’ex prodotto genoano Della Bianchina che ha appena terminato l’esperienza col Piacenza, lo scuola Juventus Lucio Nobile che ha maturato esperienze tra Siracusa e Lucca ed è al Campania dal 1981, poi il romano Giansanti e il bomber Arena oltre al mitico Orazio Sorbello, Carannante, il prodotto locale Improta, l’estremo difensore Del Prete, Peppe Massa e il libero siciliano Costa.
Le avversarie sono agguerrite e rappresentanti di bacini d’utenza decisamente più grandi del quartiere di Ponticelli, spicca il Taranto dell’esperto mister Toneatto, gli jonici vantano in rosa Pighin, Chimenti, Barlassina e Acanfora, una big a tutti gli effetti; la Ternana di Viciani conta sui gol del giovane Paolucci da Tollo, Alivernini è il bomber di una Casertana che sogna e nella zona di Salerno se la battagliano tra i granata, la Nocerina e la Paganese.
Franco Scoglio guida inizialmente la Reggina, il Siena è in mano a Guido Mammì che un giorno giustiziò la Juventus a Catanzaro e Giampietro Vitali è il manico dell’ outsider Empoli che schiera il baffuto Piccioni con l’ algerino Radio, Attilio Papis, D’Arrigo e Meloni; ma la grande favorita è la neo retrocessa Pescara guidata dal sergente di ferro Tom Rosati. Gli abruzzesi sono un’autentica corazzata, qualche nome? Tacconi (Daniele), Dalla Costa, Ioriatti, Tacchi, Massi, D’Alessandro e il resto mancia.
In carrozza! Si parte
La via che porta alla B, o all’inferno della C2, incomincia il 19 Settembre 1982. Per il Campania la prima tappa prevede lo scontro casalingo con l’ Ancona di Mascalaito ed è subito un 3-1 che esalta la folla, poi arriva il pari esterno di Caserta e il bis casalingo con la Salernitana dove al vantaggio di Del Favero rispondono negli ultimi otto minuti Arena e Carannante ribaltando i granata.
Lo stop di Rende (Gregorio Mauro il giustiziere) è un caso isolato che rientra nel capitolo “vendetta degli ex” visto il trascorso di mister Sereni, ma la squadra è quadrata, solida e senza fronzoli; riprende immediatamente a macinare punti pareggiando in casa col Benevento e andando a espugnare il “San Francesco” di Nocera (2-3. Poi il colpo di teatro quando in casa viene abbattuto il Pescara di Tom Rosati. 2-0 secco sulla ruota di Napoli a firma Carannante – Sorbello, col bomber siciliano che dà seguito al suo momento magico visto che in sette giornate segna ben sei reti!
Il girone d’andata è una marcia trionfale di verdiana memoria. La squadra viaggia a velocità supersonica senza perdere più una gara, a Taranto coglie un prezioso pareggio perché Chimenti a quattro minuti dal termine trafigge Del Prete. In questa gara poi si scatena il putiferio con denunce anche per qualche tesserato campano reo di aver scalciato un raccattapalle.
Arena riporta il sereno regolando la Paganese e così si arriva alla chiusura del girone ascendente con il nulla di fatto di Livorno, la classifica è da urlo, Campania 25, Pescara 22, Empoli 21, un passo più avanti c’è la Serie B!
Ritorno in discesa
Lo stop arriva alla prima di ritorno in quel di Ancona, i Dorici infliggono la seconda sconfitta al Campania grazie ad una rete segnata da Cecchini a un quarto d’ora dal termine; il Pescara intanto batte la Paganese e l’Empoli pareggia a Rende.
Sorbello e Carannante regolano la Casertana la settimana successiva e il club di Morra Greco riparte con una serie positiva di cinque gare nelle quali pareggia tre volte e vince in casa, di misura, con la Nocerina grazie ad un gol nel finale di Massa.
Arriva poi il giorno del big match di Pescara, la gara è un crocevia fondamentale sulla strada della cadetteria e lo Stadio Adriatico è stracolmo di gente, attesa e curiosità; la gara è bloccata sullo 0-0 e parrebbe poter finire così, ma al minuto 89 la retroguardia ospite si addormenta su una palla centrale che all’altezza del dischetto giunge a Mazzeo lesto a eludere il diretto marcatore e a battere il portiere: 1-0 abruzzese e tutto da rifare in casa Campania.
Gli uomini di Sereni ripartono però di slancio, impattano sul nulla di fatto nella gara col Taranto e poi vanno ad espugnare Pagani con un perentorio 1-4 nel quale uno straripante Arena mette a segno una doppietta; la quaterna viene bissata la domenica seguente quando il Campania ospita il Cosenza, ancora Arena è il mattatore con un’altra doppia segnatura, a questo punto le giornate trascorse sono ventisette e la graduatoria dice così: Campania 37, Empoli e Taranto 36, Pescara 34.
La disfatta di Barletta
Il disastro, il giorno in cui tutto probabilmente viene vanificato è il 17 Aprile 1983, troppo tardi per essere un pesce, ed infatti il 4-1 che gli uomini di Sereni subiscono a Barletta è reale e senza appello! Tutto inizia a mettersi male sul tramontare della prima frazione di gioco, al 40’ infatti l’arbitro decreta un penalty per i pugliesi che Perissinotto trasforma; nemmeno il tempo di rendersi conto dell’accaduto ed ecco un rigore anche per il Campania, è il 43’ e Carannante riporta la sfida sui binari della parità. Il caso è chiuso verrebbe da dire, ma c’è da giocare tutta una ripresa e qui il Campania crolla sotto tre colpi mortali inferti da Cascella, Amato ed ancora Cascella, il tutto in 19 minuti che vanno dal 53’ al 72’; ecco quindi che l’Empoli effettua l’aggancio grazie al 2-2 di Siena, il Taranto si isola al comando per merito di Idini che ha abbattuto il Casarano, e il Pescara torna sotto grazie allo 0-2 di Benevento!
Sarà l’ultima sconfitta per la squadra di Ponticelli. Lo scontro diretto di Empoli termina 0-0 e il Campania resta secondo dietro il Taranto e alla pari con gli azzurri toscani, poi Arena regola il Casarano e si forma un trio di testa a quota 40 che comprende jonici ed azzurri col Pescara dietro a 38. Il gran finale lascia tutti col fiato sospeso…
Alla trentunesima il Campania è ospite di una Reggina disperata che non può concedere nulla, Sciannimanico porta in vantaggio i calabresi e Carannante li riacciuffa, la classifica rimane sorridente perché il Taranto è bloccato a Benevento (0-0) e l’Empoli non va oltre il 2-2 col Barletta, guadagna terreno il Pescara di Rosati sconfiggendo la Salernitana. Terz’ ultima in casa con la Ternana, altra candidata alla retrocessione, per i ragazzi di Sereni e qui probabilmente si perde il treno dei desideri perché gli umbri portano via uno 0-0 in una turno che vede il Taranto pareggiare a Livorno, l’Empoli a Casarano ed il Pescara espugnare Nocera, quattro squadre a 42, nemmeno Tarantino avrebbe potuto pensare miglior sceneggiatura.
Dopo il mezzo passo falso con i rossoverdi ternani tutti si aspettano il bottino pieno a Siena, ma anche qui si affronta una compagine invischiata fino al collo nella lotta per la sopravvivenza, ne scaturisce ancora uno 0-0 che stacca il Campania dalla concorrenza, infatti Taranto, Pescara ed Empoli vincono i rispettivi impegni relegando in quarta posizione la creatura del presidente Morra Greco.
A questo punto ci vorrebbe un miracolo per agguantare la Serie B, il Campania non lascia nulla d’intentato e vince contro il Livorno con una rete di Arena al 77’, il Taranto pareggia a Salerno ed è ripreso, si rendono però irreperibili Empoli e Pescara che vincono con Paganese e Casertana volando a braccetto in Serie B.
Il sogno svanito
Un punto, il famoso punto per il quale Martino perse la cappa in un noto proverbio è costato la cadetteria a Sereni e i suoi ragazzi, il sogno di portare la seconda squadra di Napoli in Serie B è svanito ad un soffio dal traguardo lasciando l’amaro in bocca a una dirigenza preparata e pronta a vivere un’avventura che mai si avvererà.
Sereni in estate salirà verso Padova sostituito da Montefusco e con lui ecco De Vitis, Cimmaruta, Di Battista, Marigo, Orazi e un nugolo di volti nuovi pronti a riprovarci ancora con i gol di Sorbello che di lì a poco diverrà mister miliardo.
Il Campania qualche anno più tardi cederà il titolo alla Puteolana dando vita al Campania Puteolana che fino ai primi anni 90 vivrà buone stagioni tra C1 e C2, ma mai più vicino a quella B sognata, desiderata e svanita per un soffio.
Racconto a cura di Fabio Mignone