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James Ward-Prowse, un cecchino tra i santi

Destinato a diventare uno dei migliori tiratori da fermo nella storia della Premier, Ward-Prowse sta riuscendo a tenere a galla il Southampton, nonostante le continue partenze dei big. Un cecchino che, ora, è approdato anche in Nazionale
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James Ward-Prowse - Illustrazione di Tacchetti di Provincia

In provincia, si sa, tocca arrangiarsi.

Se non si hanno a disposizione mezzi e materie prime, tocca “fare con quello che si ha”.

Lo sanno bene a Southampton, città portuale della Gran Bretagna, un continuo andirivieni di gente che passa, prende e se ne va. E la cui squadra locale riflette proprio questo spirito.

A Southampton salpò il Titanic, che avrebbe dovuto da lì partire per andare a stupire il mondo, con la sua maestosità. Ma che, come ben sappiamo, non riuscì nemmeno a completare la prima traversata oceanica.

Allo stesso modo i Saints, i Santi, sono abituati a vedere i propri gioielli cresciuti in casa partire verso lidi più ricchi e prestigiosi. Da Gareth Bale a Sadio Manè, passando per Virgil Van Dijk e Adam Lallana.

Come fare allora per rimanere nel calcio che conta? Tocca, appunto, fare con ciò che si ha in casa.

E nella propria Academy i Santi hanno cresciuto un ragazzino che di nome fa James e di cognome Ward-Prowse, dotato di una peculiarità che ha permesso, a volte essa stessa da sola, di mantenere il club nei piani alti del calcio che conta.

Come lo Stoke si affidava alle possenti rimesse laterali di Rory Delap, come il Portsmouth lanciava la palla là davanti, perché sapeva di trovare i 200 e passa centimetri di Peter Crouch, allo stesso modo oggi il Southampton si affida ai calci di punizione di Prowsey: il cecchino dei Santi.

Nato nel lato sbagliato

Già. Portsmouth.

Guai a nominare il nome di questa squadra dalle parti del St. Mary’s. I Pompey, infatti, sono gli acerrimi nemici dei Saints, contro i quali danno vita, oggi con minore regolarità, al derby della South Coast.

Immaginiamo allora quanto dev’essere stato difficile, per il piccolo James, presentarsi il primo giorno, a 9 anni, agli addetti dell’Academy del Southampton per ritirare il proprio kit, e spiegare di essere “nato di là, dall’altra parte”. Che solo in quel caso era “la parte sbagliata”.

Ma James è riuscito a farsi amare fin da subito, in biancorosso. Già da ragazzino dimostra di avere: tanta corsa, tempi di inserimento, visione di gioco e un piede destro caldissimo.

Inevitabile, a questo punto, l’esordio in prima squadra in giovanissima età. Il 25 ottobre del 2011 mister Nigel Adkins lo fa esordire da titolare in un match di Coppa di Lega, poi perso, al Selhurst Park di Londra contro il Crystal Palace.

James fa così il suo esordio, ma in un ruolo inedito. Quello di terzino destro.

“Fidati di me ragazzo, lo puoi fare. Gioca tranquillo, che largo sulla destra hai meno possibilità di metterci nei pasticci”.

Ecco, non si chieda poi il signor Adkins come mai la sua carriera da allenatore non sia mai effettivamente decollata.

L’anno successivo lo stesso Adkins lo schiera da titolare, alla prima giornata, contro il Manchester City. Questa volta nel suo ruolo naturale, quello di centrale di centrocampo.

Lo farà riaccomodare in panchina qualche settimana dopo, per non farlo poi, effettivamente, alzare mai più

L’arrivo del Poche

Le cose per James cambiano eccome quando in panchina arriva Mauricio Pochettino.

Il Poche è un allenatore ancora giovane, ma già un nobile conoscitore di uomini. Gli parla subito, riconoscendo in lui capacità che, se allenate e rifinite, possono portarlo lontano.

“Sai ragazzo, credo tu sia l’unico centrocampista in tutto il Regno ad aver giocato qualcosa come 30 partite senza aver mai preso un ammonizione. Ti sembra normale? No dico, siamo in Premier League figlio mio. Qui se non sei cattivo le caviglie te le azzannano”.

Capisce i suoi limiti e capisce soprattutto che il ragazzo ha bisogno di stare in campo, di giocare per conoscere il gioco. Nessuno è mai salito al volante di una Formula 1 la prima volta riuscendo al primo giro a strappare il miglior tempo.

Prowsey gioca. 90 minuti la prima contro il West Bromwich, altri 90 la gara successiva contro il Sunderland. Proprio contro i Black Cats, al minuto 27, rimedia il primo cartellino giallo della sua carriera per un entrataccia. Quando Lee Mason glielo sventola in faccia, vorrebbe seppellirsi. Poi guarda la panchina, e vede il Poche con il pollice alzato:

" Così si fa ragazzo mio, fatti rispettare! "

Ward-Prowse, il trequartista di Koeman

L’anno successivo Pochettino saluta, arriva Koeman e il Southampton cerca di alzare l’asticella. Vuole provare a giocarsela per quell’Europa solamente annusata l’anno precedente.

Il coach olandese ha le idee chiare: 4-2-3-1 alla spagnola, Pellè unica punta, Manè e Tadic larghi.

“Tu, Prowsey, giocherai sulla trequarti, da numero 10. E ti dirò di più: batterai ogni singolo calcio piazzato che il buon Dio ci manderà dal cielo”.

Slegato da compiti di rottura, protetto da due buttafuori come Schneiderlin e Wanyama, il talento di Ward-Prowse esplode. Dietro le punte si muove con intelligenza, rimanendo sempre a disposizione in fase di copertura.

E poi, c’è il suo piede destro: un pennello, un goniometro, dal quale partono caramelle ogni qual volta posiziona il pallone. Ai compagni, poi, non resta che scartarle.

Arriva pure il primo gol tra i professionisti, contro l’Hull City. Partita in cui dimostra di aver acquisito anche personalità, dal momento che, dopo il fallo su Shane Long, mentre tutti si guardano intorno chiedendosi “chi batte?” lui ha già preso il pallone e si è presentato, gelido, al cospetto di Harper.

Anche l’anno successivo James è titolare inamovibile dei Saints. E il 16 gennaio del 2016 comincia la propria personalissima collezione di “gol su calcio piazzato”. Al 5° minuto del match interno contro il W.B.A. infila Myhill con una delle sue perle.

È il primo, ma non sarà assolutamente l’ultimo di gol fatti così.

Alla data odierna, Ward-Prowse è nella top 5 dei tiratori di punizione nella storia della Premier League, con 10 centri.

Meglio di lui solo gente come Beckham, Henry, Zola e Cristiano Ronaldo. E proprio il portoghese resta l’unico a insidiarlo dal raggiungere il record di Becks, rimanendo il solo di questi fenomeni ancora in attività.

Ma c’è un piccolo dettaglio da non sottovalutare. Ward-Prowse, oggi, di anni ne ha solo 27.

Con i Tre Leoni

A maggio del 2017 Gareth Southgate prende coraggio, e decide di convocarlo con la Nazionale Inglese per disputare un’amichevole di lusso, a Dortmund, contro i rivali di sempre della Germania.

Mossa astuta, quella del c.t., che sa di allenare la squadra campione del mondo del “perdersi sul più bello”. Ha capito che, in partite nate storte o bloccate, le capacità balistiche del cecchino di Portsmouth possono fare molto comodo.

Peccato che i 2 gol messi finora a segno da Prowsey con la maglia dei 3 Leoni non siano arrivati in partite dal coefficiente di difficoltà particolarmente elevato. La prima gioia, infatti, arriva a Wembley nel match vinto 5 a 0 contro il San Marino; la seconda pochi mesi dopo, nell’altra cinquina che gli inglesi rifilano alla malcapitata Andorra.

Entrambi su azione, nessun gol in Nazionale su calcio di punizione. Ma l’impressione è che l’appuntamento sia solo rimandato. I rivali sono avvisati.

Ward-Prowse, l’oro dei Santi

Ora che i Santi hanno trovato il proprio oro, non resta che agire di conseguenza.

Il nuovo tecnico, l’austriaco Hasenhuttl, è uno di quelli pragmatici fino al midollo. Parla chiaro e in faccia, e cerca di far rendere al massimo il materiale umano che ha a disposizione.

Ora che Ward-Prowse è diventato il leader tecnico e carismatico del Southampton, con tanto di fascia da capitano al braccio, tutto deve passare attraverso i suoi piedi.

La squadra dovrà andare alla costante ricerca dell’episodio, per far salire in the box le lunghe leve dei difensori (quasi tutti ben sopra il metro e 90).

Perché sanno che, quando Prowsey sistema il pallone, lì per gli avversari iniziano i dolori.

Chissà per quanto tempo ancora i Santi potranno godere del proprio gioiellino, nato nella “parte sbagliata” della costa Sud. Pare infatti che le big della Premier abbiano messo gli occhi su di lui, Arsenal su tutti.

Fino ad allora, però, James resterà uno degli eroi del Southampton e del calcio di provincia.

" La nostra idea di gioco? Inizia quando Prowsey posiziona il pallone e prende la rincorsa "
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