L'epica vittoria del Catanzaro sulla Juventus
Stagione 1971/1972: il Catanzaro per la prima volta nella sua storia è in Serie A. Sotto la guida dell’allora presidente Nicola Ceravolo (a cui oggi è intitolato lo stadio), un’immagine iconica della storia del Catanzaro e di Catanzaro è quell’esultanza incredula di Angelo Mammì a braccia alzate dopo il gol alla Juventus.
La squadra allenata da Gianni Seghedoni viene da tre pareggi contro Roma, Verona e Milan. Un buon ruolino di marcia contro squadre di alta classifica che però non portano i giallorossi fuori dalla zona retrocessione. Una piccola svolta arriva proprio il 30 gennaio contro la squadra che meno te lo aspetti: la capolista Juventus.
Se il pronostico non lascia grandi possibilità ai calabresi, Seghedoni, mette in campo una formazione molto coperta a centrocampo che lascia il solo Mammì in avanti. La scelta tattica premia il tecnico dei calabresi che riesce a bloccare i vari Capello, Causio, Anastasi e Bettega.
Lo 0-0 sembra scontato ma a sei minuti dalla fine il Catanzaro guadagna un calcio d’angolo. Batte Braca, Angelo Mammì, che fino a quel momento non ha toccato palla, compie un gesto atletico incredibile, tuffandosi a pelo d’erba, incoccia la palla di testa, battendo il portiere bianconero Carmignani.
E’ il gol che ogni tifoso del Catanzaro non dimenticherà mai. È il gol della prima vittoria del Catanzaro in serie A.
Mammì vorrebbe urlare ma dalla sua bocca non esce nulla, ha gli occhi sbarrati. Corre prima in direzione Distinti poi verso la curva Est incredulo.
Quell’esultanza entra di diritto nei ricordi indelebili di tutti i tifosi giallorossi e poco importa se a fine del campionato la Juventus vincerà il campionato e le Aquile retrocederanno.
Quell’istante di Mammì che corre in giro per il campo, con le braccia alzate e la maglietta imbrattata di fango, rimarrà per sempre scolpito nella cultura popolare di una città.
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