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Luis Silvio Danuello, un brasiliano nell'Olandesina

Estate 1980, riaprono le frontiere dopo il disastro del mondiale 1966, le sedici società di Serie A smaniano dalla voglia di schierare il proprio straniero e sguinzagliano i dirigenti alla ricerca del colpo ad effetto. A Pistoia i soldi da investire sono pochi, c'è bisogno di un acquisto a basso prezzo e alta resa, ci provano con il giovanissimo e misconosciuto Luis Silvio. Non andrà bene ma in un certo modo scriveranno la storia se dopo 45anni lo ricordano tutti ...
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Luís Sílvio Danuello - Illustrazione Tacchetti di Provincia

400 minuti in campionato distribuiti su 6 partite, 90 in Coppa Italia e 75 nel torneo di Capodanno, per un totale di 596 giri di lancetta l’ultimo dei quali il 29 Marzo del 1981 ovvero 15986 giorni prima del 2 Gennaio 2025, giorno del ritorno a Pistoia del protagonista di questa vicenda: Luis Silvio Danuello!

La domanda che si porrà il lettore è il come mai una meteora transitata 45 anni prima venga accolta e celebrata alla pari di un idolo che ha incantato le folle, per capire la risposta però si ci deve calare in una realtà oggi distante e diversa. Luis Silvio è stato la Serie A per questa gente (la Pistoiese vi partecipò solamente nel campionato 80/81), è stato il realizzarsi di un sogno creduto follia quando patron Melani lo raccontava a metà anni settanta e gli arancioni navigavano nel girone E della serie D, è stato la gioventù di una generazione che gremiva domenicalmente il “Comunale”, è stato il tocco esotico di un sogno erotico calcisticamente parlando, è stato tutto ciò che un bambino avesse potuto chiedere a Babbo Natale, e tutto ciò non può né essere dimenticato né non suscitare uno stato emotivo particolare e bellissimo in chi l’arancione Pistoiese lo ha nel cuore.

Luis Silvio poi ha fatto di più, è riuscito ad entrare nella passione di chi non lo ha visto e lo ha solo sentito nominare, protagonista di racconti talvolta velati di malignità che comunque ne hanno alimentato il mito; gelataio, calciatore per sbaglio, attore hard ed un’altra serie di balle spaziali lo hanno accompagnato per tutti questi anni, internet era di là da essere distribuito ed una volta tornato a casa le malelingue si sono scatenate; il 2 Gennaio appena trascorso lui è tornato a Pistoia dopo quei 15986 giorni ed ha fugato ogni dubbio, dimostrando un attaccamento alla città per la quale ha giocato che andrebbe mostrato ai calci-attori che popolano l’universo pallonaro odierno, si è anche preso il tributo di affetto che meritava, perché non sarà stato un campione, ma un ventenne brasiliano a Pistoia e nel calcio italiano del 1980 non poteva certo trascinarsi una squadra che cercava la salvezza. 

400 minuti in campionato distribuiti su 6 partite, 90 in Coppa Italia e 75 nel torneo di capodanno, per un totale di 596 giri di lancetta l’ultimo dei quali il 29 marzo 1981 ovvero 15986 giorni prima del 2 Gennaio 2025, giorno del ritorno a Pistoia del protagonista di questa vicenda: Luis Silvio Danuello.

La domanda che si porrà il lettore è: come mai una meteora transitata 45 anni prima venga accolta e celebrata alla pari di un idolo che ha incantato le folle? Per capire la risposta però si ci deve calare in una realtà oggi distante e diversa. Luis Silvio è stato la serie A per questa gente (la Pistoiese vi partecipò solamente nel campionato 80/81), è stato il realizzarsi di un sogno creduto follia quando patron Melani lo raccontava a metà anni '70 e gli arancioni navigavano nel girone E della Serie D, è stato la gioventù di una generazione che gremiva ogni domenica il “Comunale”, è stato il tocco esotico di un sogno erotico calcisticamente parlando, è stato tutto ciò che un bambino avesse potuto chiedere a Babbo Natale e, tutto ciò, non può nè essere dimenticato nè non suscitare uno stato emotivo particolare e bellissimo in chi l’arancione Pistoiese lo ha nel cuore.

Luis Silvio poi ha fatto di più, è riuscito a entrare nella passione di chi non lo ha visto e lo ha solo sentito nominare, protagonista di racconti talvolta velati di malignità che comunque ne hanno alimentato il mito: gelataio, calciatore per sbaglio, attore hard e un’altra serie di balle spaziali lo hanno accompagnato per tutti questi anni, internet era di là da essere distribuito e una volta tornato a casa le malelingue si sono scatenate. 

Il 2 Gennaio appena trascorso è tornato a Pistoia dopo quei 15986 giorni e ha fugato ogni dubbio, dimostrando un attaccamento alla città per la quale ha giocato che andrebbe mostrato ai calci-attori che popolano l’universo pallonaro odierno, si è anche preso il tributo di affetto che meritava, perché non sarà stato un campione, ma un ventenne brasiliano a Pistoia e nel calcio italiano del 1980 non poteva certo trascinarsi una squadra che cercava la salvezza. 

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Di Luis Silvio si comincia a parlare nel Luglio del 1980 quando la piccola Pistoiese, grazie alla maestria di Mister Riccomini, si è issata fino alla Serie A e cerca il suo straniero visto che dopo 14 lunghi anni la Federazione Italiana ha deciso di riaprire le frontiere. Il presidente Melani così decide di inviare in Brasile l’allenatore in seconda Roberto Malavasi alla ricerca di un prospetto che possa garantire agli arancioni un salto di qualità in zona gol, serve un bomber insomma.

L’inviato pistoiese dopo pochi giorni ha qualche nome sul taccuino, il primo è del ventunenne Ticao, una mezz’ala ambidestra che fa della fantasia il suo maggior pregio, poi ci sono due centravanti prolifici e molto tecnici che rispondono ai nomi di Candinho (del Sao Bento) e Paulinho il quale gioca nel Ponte Preta. Proprio nel Ponte Preta, Malavasi nota anche un’ala col vizio del gol, 19 anni e di proprietà del Palmeiras, il suo nome è Luis Silvio Danuello e il prezzo si aggira attorno ai 200 milioni.

A fine Luglio ecco trapelare le prime voci tramite le pagine del Guerin Sportivo (autentica Bibbia nel tempo in cui internet non ci aveva ancora conquistato), la squadra lavora nel ritiro di Cutigliano e tutti attendono il nome del prescelto, si sa solo che sarà un brasiliano funambolo ed abile al cross. Melani attende l’ok per il tesseramento per svelare il suo nome. Le pratiche burocratiche si esauriscono nel giro di poco, e il Guerino del 13 Agosto porta il nome dell’ultimo straniero sbarcato in Italia: si chiama Luis Silvio Danuello, è costato 170 milioni ed è nato a Julio Mesquita nel 1960, Pistoia ha il suo tocco d’esotico!

Sbarca all’aeroporto lo stesso giorno di Falcao. Pagando lo scotto della notorietà del collega, di lui i giornalisti quasi non si accorgono e quei pochi che lo sottopongono alle domande di rito ne traggono la sensazione di un giovane volenteroso che smania di mettersi alla prova coi vari Krol, Scirea & C. 

Di lui alla Pistoiese dichiarano che è la scelta migliore tra le setto-otto opzioni a disposizione, Malavasi che lo ha visto dal vivo certifica che il ragazzo ha i numeri giusti per giocare in Italia, tecnica da vendere, fiuto del gol e abilità nel cross; il diretto interessato ribadisce che non avrà problemi a calarsi nella realtà italiana anche perché i suoi nonni vantano origini milanesi, dichiara che dal Brasile seguiva la Juventus e che in quanto alla Pistoiese conosce la fama di Frustalupi e basta, poi asserisce di avere una discreta confidenza col gol, che non vede l’ora di iniziare e che con l’ingaggio riuscirà ad acquistare una casa per la mamma ed i due fratelli più giovani, cosa impensabile quando il suo lavoro era l’impiegato di banca.

Luis Silvio ha iniziato nelle giovanili del Marilia con la quale ha vinto un campionato segnalandosi come miglior giovane del torneo, poi ha tentato l’avventura al Palmeiras, ma per trovare spazio è dovuto emigrare al Ponte Preta dove è letteralmente esploso a suon di assist, cross e reti.

Sempre nei giorni del suo arrivo Luis Silvio rilascia queste dichiarazioni a La Stampa: "Il calcio italiano è più di temperamento che non di tecnica come in Brasile, questo mi preoccupa un pò ma mi sento pronto; sono un’ala destra che si disimpegna anche in altre posizioni offensive, punto deciso la porta avversaria e nel contratto di un anno che ho qui spero di dimostrare il mio valore."

Altra informazione giunta dal Brasile sono gli undici secondi netti nei quali il giovane percorre i 100 metri; Lido Vieri dopo gli allenamenti nel buen retiro di Cutigliano (dove il ragazzo usufruisce di un permesso lampo per tornare a casa e sposarsi) e le amichevoli estive ne sottolinea la propensione al cross e la somiglianza fisica con Patrizio Sala, un tiro discreto e una muscolatura nervosa. Il ragazzo lo ha convinto ed il mister dichiara che a Torino, all’esordio in campionato, partirà con Luis Silvio all’ala, numero 7.

E' proprio Luis ...

Il battesimo ufficiale però avviene in Coppa Italia contro l’Atalanta, gli arancioni sono inseriti in un girone a 5 che comprende, oltre agli orobici, Cesena, Rimini e Fiorentina. Il 7 Settembre ecco il giovane brasileiro presentarsi alla platea di casa, gara che potrebbe qualificare al turno successivo gli uomini di Vieri ma che si conclude con uno 0-1 (la decide Gabriele Messina) e una scialba prestazione da parte di Luis Silvio in campo per tutti i novanta minuti.

La domenica seguente ecco che parte il campionato di Serie A, i neopromossi arancioni sono di scena a Torino ospiti dei granata, il brasiliano, come promesso dal Mister, ha il sette sulla schiena e battaglia in una gara che il Toro si aggiudica col minimo scarto grazie a una rete di Sala al 58’; Danuello oscilla nei giudizi tra il 6,5 e il 4 (ognuno la vede a modo suo) e resta nella cronaca per un tiro deviato in angolo dal portiere Terraneo.

L’esordio casalingo avviene il 21 settembre. A Pistoia è di scena l’Udinese e Luis Silvio ha ancora la numero 7 sulla schiena, la gara termina 1-1 e il brasiliano è determinante nel momento in cui riceve un lancio di Borgo, controlla la palla e crossa alla perfezione per la testa di Benedetti che segna; la stampa ne sottolinea i sensibili progressi assieme ad alcune giocate che lasciano intravedere le potenzialità del giocatore.

A Napoli, alla terza, Danuello viene schierato come attaccante, a lui si affida la Pistoiese per i contropiedi coi quali impensierire i partenopei. La gara vede i padroni di casa costantemente all’attacco, Silvio è francobollato da Bruscolotti e quei pochi palloni che arrivano sono tutti di “palo e fierro”. Esce al 73’ (sullo 0-0) sostituto da Borgo e la squadra prende gol a un paio di minuti dal termine, finisce 1-0.

Fermato ai box per un’influenza, eccolo ancora in campo alla quinta giornata. Si gioca a Bologna dove un altro brasiliano Eneas, cerca gloria. I felsinei sono in stato di grazia (partiti con una penalizzazione di 5 punti hanno già recuperato terreno sbancando anche la Torino bianconera) mettono sotto assedio la porta di Mascella ma il fortino Pistoiese resiste strenuamente, di Luis Silvio nessuna traccia, isolato in avanti non tocca praticamente mai la palla dovendosi arrendere alla marcatura di un Bachlechner che all’82’ segna l’ uno a zero imitato 6 minuti dopo da Adelmo Paris.

La classifica inizia a scottare, la serie A non sconta nulla a nessuno e per il giovane brasiliano siamo già alle ultime chance; in casa con l’Ascoli ci si gioca una bella fetta di futuro e Danuello incomincia la gara col solito 7 nella speranza di risultare decisivo, i marchigiani però non possono certo intenerirsi e dopo 57 minuti vanno in gol con Bellotto per quella che poi risulterà la rete decisiva. In campo anche i nuovi Berni e Chimenti perciò la delusione è tanta così come è poca la pazienza nell’attendere che il giovane brasiliano si adatti al campionato italiano; Luis Silvio esce assieme ad Agostinelli poco dopo l’ora di gioco, al loro posto la coppia Rognoni-Cappellari, sarà l’ultima da titolare per il ragazzo che viene bocciato dalla guida tecnica passata nelle mani di Edmondo Fabbri.

La Pistoiese pian piano incomincia a carburare, ma il suo straniero finisce ai margini del progetto, nemmeno arrivati a novembre e l’avventura italiana ha già il sapore del flop clamoroso (il 16 novembre, nell’amichevole con lo Zagabria resta in panchina per tutti i 90 minuti), non viene più convocato in campionato e per trovare tracce di campo si deve sconfinare nel mese di gennaio 1981 quando gli viene concessa una possibilità nel famigerato Torneo di Capodanno, una fallimentare kermesse messa su dalla federazione e rigettata completamente dal pubblico degli stadi.

Il 4 gennaio a Pisa si gioca, per il suddetto torneo, Pistoiese – Roma ed ecco che per Danuello c’è una nuova occasione. Schierato dall’inizio si presenta con i guanti di lana e si segnala al 63’ quando costringe Superchi a un salvataggio in uscita che gli nega la gioia del gol, resta comunque ai margini del gioco fino al 75’ quando viene sostituito dal giovane Calonaci. Per il derby del 7 gennaio con la Fiorentina, valido sempre per il torneo, non è nemmeno tra i convocati.

In campionato frattanto l’Olandesina (soprannome coniato con un occhio agli Orange di Cruijff) ha chiuso il girone di andata con 13 punti e 5 squadre alle spalle tra le quali la disastrata Fiorentina, Danuello trova spazio in panchina proprio all’ultima del girone ascendente, sconfitta 2-0 a Cagliari, perché tra gli arancioni mancano lo squalificato Badiani e gli influenzati Frustalupi e Rognoni. Poi sul brasiliano cala il sipario fino a fine marzo quando, con la squadra crollata completamente e con mezzo piede in serie B, gli viene concessa una comparsata a Perugia in una domenica da dimenticare dove i grifoni umbri seppelliscono sotto tre reti (doppio De Rosa e Bagni) i toscani; per Luis Silvio 27 minuti in sostituzione di Agostinelli, con la gara già sul 2-0 e senza nessun spunto degno di nota, col morale sotto i tacchi e la delusione negli occhi, la certezza di non avercela fatta e la sicurezza di non essere così inferiore, ma tant’è …

Fuga per la sconfitta

A quel punto mancano ancora 7 giornate alla fine del campionato, qualche occasione per giocare potrebbe saltar fuori, ma Danuello fa su i ferri e torna a casa senza avvisare nessuno, sparito come un fuggitivo in odore di cattura.

La Pistoiese conclude il torneo in maniera disastrosa, perde tutte le gare e si piazza all’ultimo posto, sul brasiliano nessuno rilascia dichiarazioni, dimenticato come una brutta avventura dai suoi protagonisti, un affare al contrario di cui è meglio seppellire qualsiasi particolare; si ricomincia dalla Serie B con la speranza di un pronto ritorno nell’Olimpo pallonaro.

E Luis Silvio?

Rientrato a casa resta inattivo per una stagione, durante l’avventura toscana è diventato papà e dal calcio dovrebbe guadagnare il necessario per vivere, ma la ruota non gira; così a giugno del 1982, con la Pistoiese praticamente salva in Serie B sotto la guida di Lauro Toneatto, torna in Toscana, ospite di amici, reclamando quel minimo stipendiale che il contratto dovrebbe riconoscergli.

Melani e la dirigenza non hanno certo digerito la fuga di Danuello, il presidente lo riceve ma mette in chiaro che a Pistoia non c’è più posto per lui, si impegna ad aiutarlo nel trovargli una nuova sistemazione e il ragazzo riparte con la sua avventura calcistica, ancora Ponte Preta, poi Botafogo, Gremio Maringà, Nautico, Sao Josè e Rio Branco, certamente non squadre con palmares da fare invidia ma ambienti professionistici nei quali Luis Silvio trova la sua dimensione. Scatti, dribbling e cross come quando era considerato tra le promesse giovanili del calcio carioca.

 Oggi è tutto un ricordo, velato di malinconia e sfiorato da qualche rimpianto, forse se a Pistoia gli avessero concesso più tempo avrebbe dimostrato le sue potenzialità evitando lo spargersi di cattiverie ed invenzioni che ancora oggi lo perseguitano, a iniziare dal fantomatico equivoco ponta-punta che i giornali dell’epoca smentiscono senza appello (fu un fraintendimento con un giornalista, un episodio fine a sè stesso).

Perchè se dopo quasi mezzo secolo torni e ti accolgono come un re qualcosa devi aver lasciato per forza, e se non sono le giocate sul campo fa lo stesso, l’umanità scomparsa del calcio che fu regala ancora delle gioie indimenticabili.

La prova? Andate a cercare lo sguardo di Luis Silvio Danuello durante la conferenza di gennaio, è lo stesso della figurina di 45 anni fa…..

Racconto a cura di Fabio Mignone

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