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Virtus Verona, il calcio che cambia le vite

Se vi chiedessimo di elencare le squadre più importanti di Verona, probabilmente vi fermereste all'Hellas e al Chievo. Non tutti infatti sanno che nel quartiere di Borgo Venezia esiste una terza società guidata dall’allenatore più longevo del mondo che al colore giallo preferisce il rosso e che negli scorsi decenni ha scalato cinque categorie: la Virtus Verona.
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Virtus Verona - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Nel cuore della città di Verona, tra le sue strade cariche di storia e cultura, sorge una realtà sportiva che va ben oltre il semplice gioco del calcio. Parliamo della Virtus Verona, squadra che oggi milita in Serie C: simbolo di passione, impegno e speranza, la Virtus incarna il sogno di una comunità che crede fermamente nei valori dello sport e della solidarietà. La Virtus Verona è una testimonianza vivente di come il calcio possa trasformarsi in un potente strumento di integrazione e inclusione sociale.

Alla guida di questa squadra c'è un uomo straordinario, nel senso letterale dell’essere stra-ordinario, ovvero, da definizione, “al di fuori dei limiti del normale o del comune, con significati che si determinano nel senso di un'eccezionalità rispetto alla prassi o all'ordine consueto”.

Quest’uomo si chiama Luigi "Gigi" Fresco ed è un vero e proprio factotum. Gigi è il presidente e l'allenatore della Virtus Verona da oltre trent'anni, un amante del Calcio che ha dedicato la sua vita al progetto virtussino con una passione e una determinazione che non conoscono eguali. Fresco è molto più di un semplice dirigente sportivo: è un visionario che ha saputo trasformare una piccola squadra di quartiere in un modello di integrazione e inclusione.

Con i suoi quarantadue anni alla guida dei veronesi, Fresco è sicuramente l’allenatore più longevo d’Italia e, probabilmente, il più longevo del mondo: per fare un paragone illustre, Sir Alex Ferguson ricoprì il ruolo di manager del Manchester United per “soli” 27 anni.

La lunga cavalcata di Mister Fresco

Ma procediamo per gradi. La storia della Virtus Verona è intrisa di sfide e successi e comincia nel 1921 nel quartiere di Borgo Venezia, nella zona Est della città. Il sogno di emulare le gesta del Chievo, altro piccolo miracolo calcistico veronese, è sempre stato presente. Tuttavia, e non ce ne vogliano i tifosi clivensi, quello della Virtus è un caso ancor più eccezionale, e non tanto perché oggi la Virtus si trovi una categoria sopra quella dei cugini gialloblù.

Mister/Patron Fresco viene messo alla guida dei rossoblù ancora nel 1982, e in quell’anno ne diventa anche presidente. Negli anni 80 la Virtus è una piccola squadra di quartiere dalla fiera tradizione sportiva che milita nel sesto ed ultimo torneo dilettantistico italiano, la Terza Categoria.

La squadra non ha ambizioni di grandi scalate al successo e non sogna il calcio dei grandi, ma ha quel genere di orgoglio e di spirito di comunità che spesso caratterizza le realtà di certi quartieri, l’orgoglio bruciante di chi gioca un calcio fatto di valori semplici ed è abituato a nuotare sempre controcorrente. L’orientamento politico-sociale della Virtus è infatti, ancora oggi, decisamente evidente: appesi alle reti che separano le tribune dal campo da gioco svettano striscioni Antifa, volti di Che Guevara e scritte che recitano “Love Football - Hate Racism”. Tutto questo in una città che, storicamente, il vento ha sempre tirato più a destra che a sinistra.

È in questo scenario che Gigi Fresco prende in mano la Virtus e intreccia con lei una storia d’amore e di successi che si protrarrà fino ai giorni nostri. Dagli anni 80 al 2024 la strada è lunga, e in quattro decadi conduce i veronesi all’approdo nel calcio professionistico nel 2013, quando la squadra si qualifica alla Lega Pro Seconda Divisione 13-14.

Il primo anno non va malissimo ma a causa della riforma dei campionati di Serie C (che porta a un alto numero di retrocessioni) la squadra torna in Serie D. Dopo qualche anno di riassestamento, tuttavia, Fresco e i suoi tornano tra i professionisti dopo essersi piazzati primi in D nella stagione 17-18. Nelle scorse stagioni, inoltre, i rossoblù tentano addirittura un assalto alla B, dopo essersi qualificati ai playoff nelle stagioni 20-21 e 22-23.

Il livello dei virtussini sembra crescere di anno in anno e, in effetti, la stagione 22-23 è stata la migliore di sempre per la squadra di Fresco: l’idea di salire ancora non è un tabù.

Del resto, come dice lo stesso Luigi: «nessuna carovana ha mai raggiunto il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane»

L'impegno sociale

Al di là degli eccellenti risultati sul campo, ciò che rende la Virtus davvero unica è il modo in cui ha saputo unire la dimensione sportiva con un impegno sociale profondo e radicato. Sotto la guida di Fresco, la Virtus Verona ha accolto numerosi rifugiati e migranti, offrendo loro non solo un'opportunità di giocare a calcio, ma una nuova speranza di vita.

Uno degli esempi più toccanti di questo impegno è la storia di Sheikh Sibi.

Sibi è arrivato in Italia come rifugiato, in cerca di una vita migliore. Nato in Gambia nel 1998, nell’anno 2015 decide di attraversare i deserti nordafricani per giungere a Tripoli e imbarcarsi per l’Europa: in Libia raccoglie i soldi per la traversata lavorando come imbianchino. Arrivato a Lampedusa a bordo di un gommone, viene poi notato da mister Fresco al centro di accoglienza di Costagrande di Verona e viene incoraggiato dall’allenatore a presentarsi al centro Gavagnin-Nocini, dove si allena la Virtus.

La Virtus Verona gli offre non solo un posto in squadra, ma una famiglia. Sibi ne diventa il portiere nel 2016 e lo è ancor oggi, otto anni dopo. Grazie alla Virtus e al proprio talento ottiene poi, nel 2021, la prima convocazione con la nazionale gambiana, diventando così il primo calciatore della squadra di Borgo Venezia a scendere in campo a livello internazionale e coronando così una meravigliosa storia di riscatto personale simbolo di come lo sport possa offrire una seconda opportunità e contribuire alla costruzione di una nuova vita.

La sua storia è un faro di speranza per molti altri giovani che, come lui, hanno dovuto affrontare enormi difficoltà e trovare nel calcio una via di riscatto.

Così parla Sibi in un’intervista a gianlucadimarzio.com del 2019: “Questo mondo è bello e libero, e le due cose sono strettamente collegate perché ognuno deve avere la possibilità di poterlo esplorare tutto in piena libertà per coglierne tutta la bellezza”

Ma l'impegno della Virtus Verona non si ferma qui. La squadra è attivamente coinvolta in numerosi progetti sociali che abbracciano la comunità veronese in modo profondo e significativo. Collaborazioni con organizzazioni locali, attività di volontariato, iniziative educative e programmi di integrazione sono solo alcune delle sfaccettature di un impegno che punta a creare un ambiente inclusivo e solidale.

La Virtus è diventata un punto di riferimento per chi crede che lo sport possa davvero fare la differenza, trasformandosi in un potente strumento di cambiamento sociale.

I tifosi

Un altro aspetto che rende la Virtus Verona così speciale è il suo gruppo di tifosi. I sostenitori della Virtus sono unici nel loro genere, caratterizzati da una passione genuina e da un impegno straordinario. Questo gruppo eterogeneo e appassionato non si limita a sostenere la squadra durante le partite, ma partecipa attivamente alle sue iniziative sociali.

Il centro polisportivo è un viavai di tifosi e addetti ai lavori, abitanti del quartiere che salutano e chiamano Gigi Fresco per nome, anzi, lo chiamano proprio Gigi.

I ragazzi che lavorano al bar indossano una maglietta con su scritto “Virtus” sul fronte e “Hasta la victoria siempre” sul retro. Tra i supporter rossoblù c'è un legame profondo che va oltre il semplice tifo sportivo: è un legame fatto di valori condivisi e di un senso di appartenenza che unisce persone di tutte le età e background.

Tra i sostenitori c’è anche il celebre gruppo ska punk Los Fastidios: il loro cantante, Enrico De Angelis, è originario proprio del quartiere di Borgo Venezia, e ai concerti del gruppo è sempre presente una sciarpa rossoblù.

 

La band ha addirittura composto una canzone in onore di Fresco intitolata El Presidente, che recità così:

La storia del calcio di questo quartiere

la leggi sui muri la senti nel cuore,

è fatta di amore passione sudore.

La storia del calcio di questo quartiere

la storia di un uomo partito dal niente,

un entrenador, el Presidente.

 

Seriamente, quante squadre di Serie A possono vantare storie tanto appassionanti?

 

Cosa aspettarci dalla Virtus?

La Virtus Verona continua a inseguire i suoi obiettivi sportivi con l'ambizione di scalare le categorie del calcio italiano. Ma abbiamo visto che ciò che rende davvero unica questa squadra è la sua anima, il suo impegno costante verso l'inclusione e la solidarietà.

La Virtus Verona è un esempio luminoso di come lo sport possa essere utilizzato come strumento per il miglioramento sociale, dimostrando che il calcio può essere molto più di un semplice gioco.

In un mondo del calcio spesso dominato da interessi economici e rivalità accese, la Virtus Verona brilla come un faro di passione e altruismo. Sotto la guida di Gigi Fresco e con il supporto di un gruppo di tifosi straordinari, questa squadra dimostra che il calcio può essere un potente strumento per il cambiamento sociale e per la costruzione di una comunità più inclusiva e solidale.

Lla Virtus Verona continua a scrivere la sua storia, una storia fatta di sogni, passione e un'incredibile voglia di fare la differenza.

E chissà se anche le ambizioni sportive continueranno a crescere. Noi crediamo di sì.

Come dice el Presidente Fresco: Sto già preparando il futuro senza di me: il mio socio, Matteo Saorin, porterà avanti il lavoro. Prima o poi in B ci andremo. E magari anche in serie A. Io il patentino ce l’ho”.

Racconto a cura di Andrea Possamai

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