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Atletico Madrid, un'altra atroce beffa

E’ appena iniziato il secondo tempo della finale di Champions League 2016. In campo si sfidano Real Madrid e Atletico Madrid. Il punteggio è fermo sull’ 1-0 per i Blancos ma l’arbitro Clattenburg ha appena assegnato un calcio di rigore ai Colchoneros per un fallo subito da Fernando Torres. Sul pallone c’è Griezmann. Traversa piena.
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Atletico Madrid 2016 - Sogni infranti - Illustrazione Tacchetti di Provincia

L’ Atletico che si affaccia alla Champions League 2015-2016 è pieno di cambiamenti rispetto all’annata precedente: salutano infatti tra gli altri Mandžukić, Arda Turan, Miranda e Raul Garcia e arrivano Ferreira Carrasco,  Savic e Filipe Luis di rientro dopo un solo anno al Chelsea dove ha vinto la Premier League. 

Nel girone che comprende Galatasaray, Benfica e Astana i madrileni raggiungono il primo posto senza troppe difficoltà, e nell’urna di Nyon agli ottavi come avversario viene estratto il PSV Eindhoven.

Il cammino verso la finale

L’ andata degli ottavi si gioca in terra olandese. La formazione per il Cholo è pressochè obbligata: con Carrasco indisponibile sulla fascia sinistra, a spuntare una maglia da titolare è Oliver Torres mentre l’unico vero ballottaggio è davanti nella scelta del partner da affiancare a Griezmann: Fernando Torres o Vietto? A spuntarla è l’argentino. 

La partita è dura, ostica, a tratti brutta e con 0 tiri in porta da ambo le parti il giudizio viene rinviato al ritorno, nonostante gli olandesi siano costretti a giocare gli ultimi 20 minuti in 10 per l’espulsione di Pereiro.

Per il match di ritorno in un Santiago Calderon che si preannuncia infuocato mister Simeone stravolge tutto: davanti gioca Carrasco in coppia con Griezou, a centrocampo a fare coppia con Gabi c’è Augusto Fernandez mentre sulle ali giocano Koke e Saùl. Altra partita da 0 tiri in porta da ambo le parti: epilogo inevitabile, calci di rigore.

Succede l’incredibile: zero parate dei portieri nella consueta sequenza da 5 rigori a testa, si va ad oltranza dove all’ottavo rigorista Narsingh sbaglia e la bandiera colchonera Juanfran trasforma. L’ Atletico passa il turno. 

Ai quarti è come due anni prima Atletico Madrid-Barcellona. Coi favori del pronostico che pendono completamente dalla parte dei blaugrana. In un Camp Nou esaurito, Simeone schiera in difesa in coppia con Godin il giovanissimo Lucas Hernandez,  centrocampo con Saul, Koke, Gabi e Carrasco e davanti con l’inamovibile Griezmann c’è l’idolo Torres. 

L’Atletico parte bene e passa subito in vantaggio con El Nino, imbeccato divinamente da Koke. Poi succede l’incredibile: tra il minuto 29 e 33 Torres riceve 2 cartellini gialli e si fa espellere, lasciando i suoi compagni in 10. 

A questo punto Messi, Suarez e Neymar iniziano a seminare il panico nella difesa biancorossa. L’ Atletico interpreta così  al meglio le sue due doti principali: sofferenza e resistenza. Fino al minuto 63 quando Suarez in mischia pareggia, per poi raddoppiare al minuto 74 con uno splendido colpo di testa, fissando il risultato sul punteggio di 2-1.

Al ritorno il popolo Colchonero riempie il Calderon: è una vera e propria bolgia. L’ Atletico parte benissimo e trova il vantaggio con un colpo di testa di Griezmann, servito con un cross d’esterno spaziale di Saùl. Il Barça è completamente incartato, e l’Atletico nel secondo tempo sfiora il 2-0, colpendo una traversa. Giudizio solamente rinviato: una splendida azione di Filipe Luis, costringe Iniesta al calcio di rigore: sul dischetto va Griezmann. E’ 2-0 Atletico.  E Davide che un’ altra volta batte Golia. E’ apoteosi Colchonera. 

In semifinale ad attendere la truppa di Simeone c’è il Bayern di Guardiola.

L’andata si gioca in casa dell’Atletico e nonostante le assenza di Godin, Hernandez e Carrasco i biancorossi la spuntano ancora: al minuto 11 infatti uno splendido diagonale di Saùl porta in vantaggio i madrileni, che poco prima avevano colpito un palo con Torres sugli sviluppi di un corner. Il Bayern a questo punto attacca, Ribery e Robben impensieriscono più volte Oblak ma un intervento ingenuo di Vidal regala all’Atletico la possibilità del raddoppio. Sul dischetto va Griezmann. Traversa. Il match termina sul punteggio di 1-0. 

Il ritorno in Baviera è follia pura: prima Oblak ferma Lewandowski con un intervento miracoloso, poi Alonso fa 1-0 su punizione al minuto 31. Poco dopo Müller si fa parare un rigore da Oblak e in apertura di secondo tempo Griezmann batte Neuer e pareggia i conti. Il Bayern attacca con tutte le sue forze e trova il gol del 2-1 con Lewandowski imbeccato da una splendida sponda di Vidal. 

Finita? Assolutamente no! Al minuto 84 viene fischiato un calcio di rigore per l’Atletico. Torres incrocia col destro. Neuer para. Il Bayern è ancora vivo, tenta gli ultimi disperati verso la porta biancorossa ma trova un Oblak strepitoso, non trovando così il gol del 3-1 che vorrebbe dire finale. In finale ci va l’Atletico Madrid. 

Atto Finale

Dopo due anni è di nuovo derby madrileno. Questa volta il teatro non è più il Da Luz di Lisbona ma lo stadio Giuseppe Meazza. Sulle panchine dei due rispettivi club ci sono due allenatori giovani, che da giocatori si sono scontrati in match epici sui campi della grande Serie A di fine anni ’90, inizio 2000. Sono Zinedine Zidane e Diego Pablo “El Cholo” Simeone. Uno rappresenta la classe pura, l’altro è la reincarnazione dell’orgoglio operaio. Del riscatto dei popoli che non sono abituati a vincere, ma che con lui sia da giocatore sia da allenatore riescono magicamente a farlo.

I blancos scendono in campo con Navas in porta; Marcelo, Pepe, Ramos e Carvajal in difesa; Kroos, Casemiro e Modric a centrocampo;  Bale, Benzema e CR7 davanti. Simeone risponde con Oblak in porta; Juanfran, Savic, Godin e Filipe Luis in difesa; capitan Gabi ed Augusto Fernandez in mediana; Saùl e Koke sulle ali e davanti Torres e Griezmann. Carrasco, dato tra i più in forma parte dalla panchina. 

Il Real parte subito meglio: dopo soli 6 minuti Benzema viene fermato da un super Oblak, ma al minuto 15’ Ramos – ancora lui, sempre lui – porta in vantaggio i blancos su una situazione di mischia, partendo però in realtà da posizione di fuorigioco. Poco importa, il guardalinee non lo vede ed è 1-0 Real. 

Nella prima frazione il pallino del gioco è totalmente nelle mani del Real, l’ Atletico soffre, ma non subisce più gol. A inizio ripresa Augusto Fernandez viene sostituito da Carrasco e l’inerzia del match cambia totalmente: Torres viene atterrato da Pepe. E’ calcio di rigore. Sul dischetto si presenta Griezmann. E’ di nuovo traversa. Esattamente come nell’andata dei quarti col Bayern (ma questa volta conterà decisamente di più). 

Poco male per l’Atletico che continua ad attaccare imperterrito con Saùl e Savic, non trovando la vita della rete. Il Real ha però la palla per chiudere i giochi: Benzema servito da Modric è a tu per tu con Oblak, ma viene fermato da un grandioso intervento del portierone sloveno.

Al minuto 79 Juanfran scende alla sua maniera sulla fascia destra e scodella un cross sul secondo palo, dove si avventa come una furia Carrasco, che sigla lo strameritato pareggio per i Colchoneros, che protrae così il match ai supplementari. 

Nei 30 minuti successivi al 90’ non succede nulla di che, se non un maldestro tentativo di rovesciata di Griezmann e un tiro sbilenco di Casemiro. Il punteggio rimane sull’1-1 e si va ai calci di rigore. 

I primi 3 rigori vengono segnati tutti da entrambe le compagini, al quarto segna ancora Ramos e Juanfran – che agli ottavi con un suo rigore aveva regalato l’accesso ai quarti – colpisce il palo. Il quinto rigore lo batte CR7, che come prevedibile non sbaglia e regala al Real l’undicesima Champions della sua storia. 

Per l’ Atletico, per la seconda volta in tre anni, è di nuovo inferno contro gli storici rivali cittadini e per Griezmann che con l’Atletico ha fatto la storia, resterà sempre il rammarico per quel rigore sbagliato in apertura di secondo tempo. 

Racconto a cura di Nicola Pedrini

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