PSV Eindhoven, sangue operaio
Il PSV fu la squadra che fece approdare in Europa il Fenomeno del calcio, Ronaldo Luis Nazario De Lima. Fu la società che rese Ruud van Nistelrooy maturo per lo United e che traghettò Arjen Robben al Chelsea. Portò Van Bommel al Barcellona e lo riaccolse quando, ormai trentacinquenne, cercava una squadra dove concludere con onore la sua carriera.
Il PSV non è una squadra di cui noi Italiani parliamo tanto, eppure ha dato tanto al calcio. Ha dato tanto anche perché ha sempre ricevuto tanto, nata dai sacrifici degli abitanti della sua città, Eindhoven, un intreccio di duecentomila anime a meno di trenta chilometri dal confine con il Belgio.
Dalla fabbrica ai campi da gioco
Il PSV viene fondato 1913 come parte delle celebrazioni per il centenario dell'indipendenza dei Paesi Bassi dalla dominazione francese.
Eindhoven è la città della Philips, l'azienda tecnologica famosa in tutto il mondo. Ed è proprio la Philips ad avere un ruolo fondamentale nella nascita del PSV, in quanto originariamente la squadra era composta dai lavoratori dell'azienda.
Questo legame così stretto tra la città e il club ha da subito conferito al PSV un’identità unica: non solo una squadra di calcio, ma una sorta di orgoglio cittadino. Del resto il suo motto, “Eendracht maakt macht” (l'unione fa la forza), è la perfetta rappresentazione di questo spirito collettivo.
Il primo campionato i Boeren lo vincono già nel 1928, quando l’Eredivisie è formata da ben cinquanta squadre divise per gironi regionali, ma l’età d’oro del PSV comincia all’incirca a metà degli anni ‘80.
Nonostante i 37 gol di Van Basten con la maglia dell’Ajax, nel 1986 il PSV di Jan Reker riesce infatti ad assicurarsi il titolo di campione d’Olanda. È l’epoca delle grandi innovazioni tecniche e della modernizzazione del calcio, in cui il PSV fa da pioniere.
Da lì si apre una lunga serie di successi che si protrae fino al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2008 (dieci anni di dominio incontrastato).
L'Anno d'Oro: 1988 e la Gloria Europea
Se c'è un anno che i tifosi del PSV non dimenticheranno mai, questo è il 1988. Quell'anno il club scrive una delle pagine più leggendarie del calcio europeo.
Sotto la guida di Guus Hiddink, allenatore visionario e stratega conosciuto in tutto il mondo, oltre a vincere l’Eredivisie, il PSV si trova a lottare per il titolo più ambito del calcio continentale: la Coppa dei Campioni, l'attuale UEFA Champions League.
Con una squadra formidabile che include talenti come Ronald Koeman e Søren Lerby, il PSV riesce a raggiungere la finale, dove affronta il Benfica. È una partita tesa, una vera battaglia di nervi, che si conclude a reti inviolate dopo i tempi supplementari.
Si va così ai calci di rigore: quando Hans van Breukelen para l'ultimo rigore, il PSV Eindhoven diventa campione d’Europa. È un trionfo incredibile, un risultato che eleva il club nella nobiltà del calcio mondiale.
Eredivisie, Coppa dei Campioni, Coppa d’Olanda: è l’anno del mitologico triplete, eguagliando il record domestico dei rivali dell’Ajax che l’avevano vinto nel 1972.
I Grandi Personaggi
Ne abbiamo parlato prima: nel corso degli anni, il PSV ha sfornato alcuni dei più grandi talenti del calcio mondiale.
I due giocatori più iconici sono due brasiliani: uno dei due è Romário, il fuoriclasse che arriva a Eindhoven nel 1988. La sua abilità tecnica, la sua rapidità e il suo istinto sotto porta lo rendono immediatamente un idolo dei tifosi. In soli cinque anni al PSV, Romário segna 98 gol in 109 presenze, cementando la sua leggenda.
Un altro brasiliano, Ronaldo Luís Nazário de Lima, passa per Eindhoven prima di diventare uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Tra il 1994 e il 1996, Ronaldo gioca in maglia biancorossa impressionando il mondo con le sue incredibili doti. Con il PSV, segna 54 gol in 57 partite, dimostrando il suo talento senza limiti. Nonostante la giovane età e alcuni infortuni, il suo periodo a Eindhoven lo lancia verso una carriera che, come oggi tutti sappiamo, sarà leggendaria.
La Passione Che Non Muore Mai
Dopo alcuni anni di crisi, quest’anno il PSV è tornato a vincere grazie alla sapiente guida di Peter Bosz e agli sforzi di giocatori affermati come Luuk De Jong, di giovani talentuosi come Johan Bakayoko e di vecchie conoscenze del calcio italiano come Jerdy Schouten e Irving Lozano. E chissà se questa vittoria aprirà l’ennesima striscia di trionfi degli operai di Eindhoven.
Ciò che rende speciale il Philips Sport Vereniging non è solo la sua capacità di vincere, ma la connessione profonda che ha con i suoi tifosi. Il Philips Stadion, il loro tempio calcistico, è sempre pieno di entusiasmo, con migliaia di appassionati che tifano per i loro campioni. A ogni partita, a ogni vittoria, a ogni sconfitta, il legame tra il PSV e la sua città si rafforza.
Questa squadra è il simbolo di una comunità che si unisce attraverso il gioco, l'innovazione e il sacrificio, rappresentando il meglio di ciò che il calcio può offrire.
Si scrive Philips Sport Vereniging, si legge PSV Eindhoven.
Racconto a cura di Andrea Possamai