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Sofia Cantore, nella capitale del calcio femminile

Sta per cominciare il sogno americano di Sofia Cantore, attaccante di Missaglia, cresciuta nella Juventus ma che conserva l’entusiasmo della bambina che calciava un pallone in oratorio.
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Sofia Cantore ed io abbiamo una data importante in comune: il 17 giugno. Quel giorno del 1988 venni al mondo. Lo stesso giorno, nel 2025, Sofia Cantore ha firmato con le Washington Spirit, diventando la prima italiana ad avere un contratto con una squadra di NWSL e siglando il trasferimento più costoso della storia del nostro calcio.

Una pietra miliare sia per la giovane attaccante della provincia lecchese, sia per il movimento femminile del calcio italiano. Per la prima volta il campionato più forte del mondo, quello americano, ha attinto ad un talento Made in Italy. 

Con questo sogno in tasca e la valigia già pronta per il viaggio oltreoceano, Cantore ora è in Svizzera con la nazionale maggiore per disputare gli Europei. Scelta inamovibile del CT Andrea Soncin, ha disputato due partite su due come punta centrale titolare e ci sono buone probabilità che questo avvenga anche nella terza gara del girone, contro la Spagna campionessa del mondo.

Dalla periferia dell’impero

Il talento di Sofia è emerso presto, ma non all’improvviso. Classe 1999, aveva appena 6 anni quando ha iniziato a tirare calci ad un pallone in una squadra mista nell’oratorio di San Vittore Martire di Missaglia, paese della provincia di Lecco dove è nata. 

Otto anni dopo, la voglia di giocare e di guardare orizzonti più ampi l’hanno portata a proporsi per un provino al Fiammamonza, squadra che ha fatto la storia nel calcio lombardo di massima serie. In quegli anni il Fiamma, dopo vicende che avevano quasi portato allo scioglimento della società, stava cercando di ripartire dalla serie C. Ed ecco che nella stagione 2014-2015 trova due attaccanti di livello su cui fondare il nuovo ambizioso progetto: Benedetta Glionna (oggi alla Roma) e Sofia Cantore.

Al termine della stagione arriva la promozione in B, ma per Sofia era già tempo di giocare su campi più importanti. Viene selezionata da Rita Guarino alla guida della nazionale Under-17, esperienza che le aprirà le porte della Juventus Women.

Gli anni alla Juventus: da matricola a Cangoals

Quando, sempre insieme a Glionna, Cantore arriva in prestito alla Juventus ha già molte delle caratteristiche che la rendono la giocatrice attuale. Veloce ed esplosiva, caparbia, con tanta buona tecnica e ancora molto potenziale da sviluppare. 
Anche consapevole dei suoi pregi e difetti come persona, come ha raccontato in un’intervista: “mi reputo una persona generosa e solare, di contro sono abbastanza permalosa, testarda e spesso voglio avere ragione anche quando non ce l'ho…”

Quello più la caratterizza, però, è una grande capacità di ascoltare i tecnici che la guidano e di imparare guardando le compagne di squadra più esperte.
“Non c’è una compagna di squadra in Nazionale a cui mi ispiro, cerco di rubare qualcosa da ognuna di loro” - è il segreto svelato dalla stessa Cantore ai suoi esordi in nazionale maggiore.

Una matricola di qualità, con già la mentalità internazionale maturata nelle nazionali under, che era pronta per maturare l’esperienza del grande club, ad oggi il più vincente della storia italiana. Purtroppo, dopo solo un assaggio di quel mondo, è arrivata l’esperienza dolorosa che molte atlete sperimentano: un infortunio al ginocchio ha fermato Cantore per l’intera stagione nel 2018.

“Ho metabolizzato tardi la gravità dell'infortunio, inizialmente non mi rendevo conto che sei mesi di stop sarebbero stati così lunghi -  così Sofia ha raccontato i pensieri e le emozioni di quel periodo - Poi col passare del tempo, vedere le altre, soprattutto le mie coetanee, giocare e migliorare mentre io ero impegnata nella riabilitazione, beh, questo mi ha rattristato... Quando sono rientrata ho capito quanto sia importante giocare con continuità. Perdere una stagione intera è stato pesante ed è servito tempo per tornare al mio stato ideale di forma”

Un ritorno graduale, passando per prestiti ad altri club di serie A come Verona, Florentia San Giminiano e Sassuolo, ricostruendo tassello dopo tassello la strada di mattoni dorati che l’ha riportata - da titolarissima -  in maglia bianconera. 

Solo alla Juventus ha segnato 38 reti in 128 presenze, a cui si sommano le 5 reti realizzate in 38 presenze in nazionale maggiore. Una statistica che vale bene il soprannome involontario di “Cangoals”, nato da un sottotitolo sbagliato nella grafica durante l’amichevole Germania-Italia a dicembre 2024.

Nella capitale dell’impero del calcio femminile

Chissà se la chiameranno così anche le americane che hanno deciso di investire sul suo talento. Si tratta di una scelta importante per Washington Spirit. E non per la cifra di acquisto del cartellino (300.000 euro) che non è monstre per il campionato USA, ma perchè in rosa possono avere solo 7 straniere. Una di loro sarà Sofia Cantore, la “ragazza di periferia” cresciuta nella Juventus e nella trafila delle nazionali giovanili che ora andrà oltreoceano con in tasca gli stessi sogni della bambina che andava a fare il provino al Fiammamonza.

Dovrà fare un po’ più di spazio per i ricordi bellissimi costruiti insieme alle amiche e compagne di club e di nazionale. E per le loro dediche e i loro attestati di stima, come quello di Mister Canzi a margine della vittoria della Coppa Italia lo scorso maggio:  

“Sofia è meravigliosa, sempre sorridente, sempre disponibile, non si tira mai indietro sul lavoro ed è fortissima in campo. Il massimo che un allenatore possa desiderare”

Queste lettere di referenze, Sofia, sono da tenere strette per affrontare la nuova sfida, forse la più impegnativa che tu abbia mai incontrato fin qui.

Racconto a cura di Valentina Drago

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