Salta al contenuto principale
TDP Originals

Highbury

Highbury, ufficialmente conosciuto come Arsenal Stadium, è stato più di un semplice stadio: è stato la culla del calcio inglese per oltre settant'anni, un luogo carico di storia, emozioni e ricordi indelebili.
Image
Highbury stadium - Londra - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Situato nel quartiere di Highbury, a nord di Londra, questo iconico impianto ha ospitato alcune delle partite più memorabili della storia dell’Arsenal e del calcio britannico. Ma come tutte le grandi leggende, anche Highbury ha avuto un inizio, un’epoca d’oro e, infine, una conclusione che ha lasciato il segno su milioni di appassionati. Dopo essere stato simbolicamente la casa dei tifosi dei Gunners per tanti e tanti anni, oggi è… letteralmente divenuto la dimora di alcuni di loro.

Le origini

Costruito nel 1913, Highbury nacque dall’ambizione dell’Arsenal di stabilirsi in un impianto all’altezza delle proprie ambizioni. Prima di allora, il club aveva giocato a Plumstead, nel sud-est di Londra, ma il trasferimento a nord segnò un nuovo inizio. L'impianto originale fu progettato dall’architetto Archibald Leitch, una figura leggendaria nella costruzione degli stadi britannici dell’epoca - sì, esistono anche le leggende della progettazione di impianti sportivi! E in effetti, con il suo design caratteristico e le pittoresche tribune in legno, Highbury rappresentava al tempo l’apice dell’architettura sportiva del primo Novecento.

Il primo match disputato a Highbury fu un incontro di campionato contro il Leicester Fosse il 6 settembre 1913, che vide i Gunners trionfare per 2-1. Fu una vittoria in rimonta: la prima rete all’Arsenal Stadium fu infatti messa a segno dall’attaccante del Leicester Tommy Benfield, che cinque anni dopo sarebbe morto per il colpo di un cecchino tedesco in Francia durante la Prima Guerra Mondiale - giusto per dare un’idea del contesto storico.

Successivamente, il risultato fu rovesciato dalle reti di George Jobey e Archie Devine. Jobey divenne quindi il primo giocatore dell’Arsenal a segnare ad Highbury. Da quel momento, lo stadio divenne il cuore pulsante del calcio dell’Arsenal, accompagnando la squadra in tutti i suoi successi e momenti difficili.

L'epoca d'oro

Negli anni ‘30, sotto la guida del leggendario allenatore Herbert Chapman, Highbury vide l’ascesa dell’Arsenal come potenza dominante del calcio inglese. Lo stadio fu rinnovato con l’aggiunta della tribuna orientale, completata nel 1936, caratterizzata da uno stile Art Déco che avrebbe definito l’immagine di Highbury per decenni. Questa tribuna, insieme a quella occidentale, fece dello stadio non solo un luogo di sport, ma un vero e proprio monumento culturale.

Durante il secondo dopoguerra, Highbury rimase il teatro di successi memorabili, tra cui diversi titoli di campionato e coppe nazionali. L’atmosfera del "marble halls", l’ingresso in marmo del West Stand, divenne un simbolo della grandezza del club e del suo stadio.

Declino e addio

Nonostante la gloria, Highbury cominciò a mostrare i segni del tempo negli anni ‘90 e 2000. Con l’aumento delle dimensioni e delle esigenze economiche del calcio moderno, lo stadio, con una capacità di circa 38.000 posti, non era più in grado di competere con le nuove arene. Inoltre, le norme di sicurezza introdotte dopo il disastro di Hillsborough del 1989 obbligarono tutti gli stadi inglesi ad eliminare integralmente i posti in piedi, riducendo ulteriormente la capacità di Highbury.

Nel 2006, l’Arsenal di Arsene Wenger giocò la sua ultima stagione nello stadio prima di trasferirsi al moderno Emirates Stadium, situato a pochi passi da Highbury. 

Il 7 maggio di quell’anno, l’ultima partita di campionato a Highbury si concluse con una pirotecnica vittoria per 4-2 contro il Wigan Athletic, con Thierry Henry, una leggenda del club che non ha bisogno di presentazioni, che segnò una tripletta per suggellare l’addio.

Quella vittoria segnò la conclusione di una storia d’amore durata quasi un secolo e   consentì tra l’altro ai Gunners di soffiare l’ultimo posto per la qualificazione in Champions League ai rivali del Tottenham: un finale glorioso per uno stadio glorioso.

Highbury Square

Dopo la chiusura come stadio, Highbury non è stato demolito completamente. Al contrario, la struttura è stata trasformata in un complesso residenziale di lusso noto come Highbury Square. Le tribune principali sono state conservate e integrate nel design, mantenendo lo stile Art Déco che aveva reso l’impianto iconico. Il campo da gioco è stato convertito in un giardino centrale, regalando agli ex tifosi un luogo di memoria e pace.

Oggi, Highbury Square è un esempio di come uno spazio storico possa essere preservato e riutilizzato in modo innovativo. Tuttavia, per i tifosi dell’Arsenal, rimane molto più di un complesso residenziale: è un luogo sacro che continua a evocare i ricordi di un’epoca in cui il calcio era più vicino alle sue radici.

L'eredità di Highbury

Anche se Highbury non ospita più partite di calcio, il suo spirito vive nel cuore di milioni di tifosi. È stato il palcoscenico di campioni leggendari come Thierry Henry, Dennis Bergkamp e Tony Adams, un luogo in cui le emozioni del gioco hanno raggiunto vette straordinarie. Ogni mattone di Highbury racconta una storia, e il suo posto nella leggenda del calcio è assicurato per sempre. 

In un’epoca in cui gli stadi moderni diventano forse un po’ anonimi, Highbury rimane un simbolo di ciò che uno stadio può rappresentare: non solo un luogo per vedere una partita, ma una casa, un tempio, un pezzo di storia che unisce generazioni di tifosi.

Oggi, tra le strade che circondano ciò che resta dello stadio, ci sono tifosi ormai invecchiati che, con gli occhi lucidi, ricordano i giorni in cui da bambini varcavano quei cancelli mano nella mano con i loro genitori, assaporando l’emozione di un rito che li avrebbe legati per sempre al calcio e all’Arsenal.

Racconto a cura di Andrea Possamai

Ti potrebbero interessare anche ...

Domagoj Vida, Una vida loca … ad est!

Biondissimo ed inatteso eroe della gloriosa spedizione croata a “Russia2018”, idolo a Kiev negli anni della rivoluzione ucraina e ministro...
7 minuti Leggi subito

Andrea Sottil, saper aspettare

A Udine Andrea Sottil ha l’occasione di consacrare la propria carriera da allenatore. Finalmente in serie A, dopo un percorso...
4 minuti Leggi subito

Juan Pablo Sorín, l’argentino chiomato

Se cercate un giocatore da portare ad esempio come esterno di difesa versatile, roccioso ma allo stesso tempo propositivo, fisico...
5 minuti Leggi subito