Salta al contenuto principale
TDP Originals

Fabian Natale Valtolina, il falso argentino

La storia di Fabian Valtolina: un dribblomane di talento relegato in provincia e dei suoi gol assurdi.
Image
Fabian Valtolina - Illustrazione di Tacchetti di Provincia

“Papà”

“Dimmi”

“Chi è il numero 8 del Piacenza? Che i nostri difensori non riescono mai a beccare. Mica male!”

Prende il giornaletto che si distribuiva gratis fuori dallo stadio, dove vi erano scritte le rose delle squadre in campo.

“Fabian Valtolina. Non lo conosco”

“Ah. Ma è italiano?”

“Non credo, dev’essere argentino”

All’epoca, la scena è realmente accaduta in uno stadio di Serie A, stagione 1997-98, non esistevano gli smartphone a uccidere con un click qualsiasi tipo di discussione. Allora cominciavano a girare le voci incontrollate, talvolta sotto la forma di vere e proprie leggende metropolitane.

Un signore due file più in basso si gira verso il padre e il figlio che si interrogavano:

“Sì sì è argentino, si diceva lo cercassero anche River e Boca in patria. Chissà come mai è finito a Piacenza, ma ci rimarrà poco. Perché è proprio forte”

Chi è Fabian Valtolina

Il numero 8 in questione si chiama Fabian Natale Valtolina. Non è argentino, ma brianzolo di Limbiate.

Ala destrorsa in grado di giocare indifferentemente in entrambe le fasce. Grande dribbling, splendida corsa, enorme generosità. Due limiti.

Il primo: non è troppo incisivo sotto porta. In carriera su oltre 350 presenze i gol segnati saranno meno di 50.

Il secondo: non è argentino.

In una Serie A di fine anni ’90- inizio duemila in cui la corsa allo straniero sembra diventata un’ossessione più che una reale necessità, Fabian avrebbe sicuramente meritato maggior fortuna. Chissà, se si fosse chiamato, che ne so, Valtolinha, magari la chance in una grande sarebbe meritatamente arrivata.

Invece la sua comunque più che onesta carriera si sviluppa principalmente in provincia. 

Il maestro Sacchi e il sogno rossonero

Dopo gli inizi al Milan di Arrigo Sacchi, dove ha la possibilità di allenarsi spesso con una delle squadre più forti di tutti i tempi insieme a gente come Baresi, Maldini, Van Basten, Gullit, e dopo qualche giro intorno casa, tra la Pro Sesto e il Monza, va a Bologna. Dove comincia a farsi notare, in una squadra che in pochi anni passa dalla serie C alla Serie A.

Quindi il passaggio al Piacenza. Una squadra tutta italiana, in cui emergono spesso vistose individualità. Come Simone Inzaghi. Oppure Pasquale Luiso, “Il Toro di Sora” (ti suggeriamo di leggere anche il nostro articolo su Pasquale Luiso) . Ma questa è un’altra storia.

La curva della carriera di un’atleta è fatta di picchi, verso l’alto e verso il basso. Proprio in Emilia, con la maglia del Piace, la vita calcistica di Valtolina tocca il punto più alto. Tanto che, di quest’ala brianzola, si comincia eccome a parlare.

Il gol più bello

Ciò accade, più precisamente, nel maggio 1998 al Galleana di Piacenza (che da un anno è stato intitolato alla memoria dell’ex presidente Leonardo Garilli) va in scena Piacenza-Roma per la 33 giornata di Serie A. Emiliani alla disperata ricerca di punti salvezza; capitolini tranquilli, col solo scopo di finire il campionato davanti alla Lazio.

La gara è stupenda. Al gol di Piovani su rigore risponde subito il grande ex, Eusebio Di Francesco. Poi Totti a mandare avanti i giallorossi, subito ripresi da Murgita. A 4 dalla fine il brasiliano Paulo Sergio mette il 3 a 2 che sembra chiudere la contesa in favore della truppa di Zeman.

Ma, come al solito, nel calcio, avviene l’imponderabile proprio nel finale.

A 60 secondi dalla fine verso l’area della Roma viene buttata la classica “palla dell’ave Maria”. Murgita prova a controllarla di testa, ma ne viene fuori un campanile verso l’alto che sta per rimbalzare sulla linea del limite dell’area.

Proprio lì arriva Fabian, che trova una misteriosa coordinazione e colpisce la sfera in una rovesciata acrobatica stilisticamente perfetta. Un gesto tecnico che lui stesso ha visto fare l’anno prima, nella stessa porta, proprio da Luiso, contro il Milan. Copia e incolla.

Una “cilena” simile a quella che il fiorentino Mauro Bressan spedirà qualche mese più tardi alle spalle del portiere del Barcellona, in un match di Coppa dei Campioni. Ma, anche questa, è un’altra storia.

Palla sotto al sette. Chimenti non ha nessuna possibilità. Gol. 3 a 3.

Il Valtolina-tour: dalla Laguna all’Eccellenza

Il Piacenza quella stagione si salverà, arrivando dodicesimo. Valtolina in estate passerà all’ambizioso Venezia di Zamparini, dove, tra gli alti e bassi della squadra lagunare, metterà insieme numeri più che ragguardevoli. 126 presenze e 14 gol, più un imprecisato numero di assist.

Poi due anni a Genova, giusto il tempo di riportare la Samp in Serie A. Infine il tramonto di una carriera iniziata tardi e finita presto, in una lunga discesa che dalla C lo porterà fino in Eccellenza.

Presenze in Nazionale: zero. Anzi, qualcuna, ma non con l’Italia, bensì con la non riconosciuta e folkloristica nazionale della Padania, convinto da Maurizio Ganz.

Quel bambino che anni prima era lì a domandarsi chi fosse quel misterioso 8 del Piacenza, quel presunto argentino che arava la fascia avanti e indietro, ora è cresciuto. Ha uno smartphone e le risposte a certe domande le trova molto più facilmente. 

Solo un quesito gli è rimasto tuttora nella testa: come mai quell’8 del Piacenza, con le qualità che aveva, non ha mai giocato in una grande squadra?

Beh, non è ancora stato inventato uno smartphone in grado di dare risposta a questa domanda.

Leggi subito la nostra intervista esclusiva a Fabian Valtolina, clicca qui

Ti potrebbero interessare anche ...

I gemelli Zenoni

Damiano e Cristian Zenoni hanno avuto una carriera brillante partita dall’Atalanta e arrivata a giocare in Serie A in contemporanea con esperienze anche in Champions League. Sono stati i primi gemelli a giocare in Nazionale e oggi allenano in provincia ma sognano di sedersi, in futuro, su una panchina di una big.
8 minuti Leggi subito

I fratelli González

Mariano, piede destro, e Pablo, piede sinistro, sono partiti da Tandil verso l’Europa: uno ha vinto l’oro olimpico ad Atene, l’altro è diventato una leggenda a Novara.
13 minuti Leggi subito

Paolo Nicolato, il grande salto

Dopo anni di gavetta nelle giovanili del Chievo e dopo il percorso federale con le giovanili azzurre, l’allenatore vicentino ora approda in Lettonia. Per provare a emulare quanto fatto nel basket da Luca Banchi.
8 minuti Leggi subito