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Daniel Ciofani, il Colosso marsicano

La lunga rincorsa del bomber gigante, da Cerchio alla Serie A. Il centro Italia come sfondo di un percorso fatto di gol, trionfi ed emozioni. Un viaggio, quello di Daniel Ciofani, che a Cremona prosegue ancora.
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Daniel Ciofani - Illustrazione di Tacchetti di Provincia

Avezzano non si distrugge. E gli avezzanesi non si piegano. Di fronte a nulla.

Non ci è riuscito un tremendo terremoto a distruggere questo bellissimo comune, nel 1915. E il paese si fregia ancora della medaglia d’argento al valor civile, riconosciutagli dopo quel terribile evento. Quando gli abitanti del luogo seppero ricostruire, nonostante il periodo storico difficile e la carenza di manodopera, con molti degli uomini già partiti verso il fronte, sito molto più a nord.

Non ci sono riusciti alleati prima e nazifascisti poi, durante il secondo conflitto mondiale, con le loro bombe e le loro rappresaglie, a piegare questo popolo. Di vocazione contadina sì, ma proprio per questo orgoglioso e legato visceralmente alla propria terra e alle proprie origini.

Normale che chi ha il privilegio di nascere qui, in questo comune della Marsica, sia dotato di una filigrana umana particolare. Che lo rende imperturbabile di fronte a qualsivoglia evento, naturale o artificiale che sia.

Uno di questi è Daniel Ciofani. La sua tempra, la sua carriera rappresentano al meglio cosa voglia dire essere un colosso marsicano.

Terra di orsi e bomber

C’è chi dice che qui nascano principalmente orsi. Ma non è così. Nascono anche bomber, proprio come Daniel.

Che insieme al fratello Matteo muove proprio qui, anzi più a Cerchio che ad Avezzano, poco distante, i primi passi.  Come essere umano prima e calciatore, quasi subito dopo.

Ragazzi diversi i due: più minuto, o quantomeno normodotato, Matteo, un gigante Daniel. Una vera forza della natura.

A vederlo in campo fa spavento. Non è né uno dei giocatori più alti, nonostante i suoi 192 centimetri, né uno dei giocatori più pesanti. Ma muscolarmente incute timore a tutti sul rettangolo di gioco. Fa l’attaccante, e pare che, secondo una legge sconosciuta della fisica, qualsiasi palla crossata o anche buttata là da un suo compagno sia inevitabilmente attratta da lui.

Di testa: fortissimo. Fisicamente: se mette il corpo sopra il pallone non gliela levi neanche usando la ruspa.

Il centro Italia come playground

Muove i primi passi a Pescara, come è normale per ogni abruzzese che col pallone ci sappia fare. Da lì inizia subito a muoversi in prestito, a Celano prima e a Gela poi. Giusto per assaporare la sabbia dei campi della provincia e per capire quanto sia difficile e ci sia da sgomitare nel fare l’attaccante.

Poi, d’improvviso, quello che all’apparenza pare il treno giusto, ma che si rivela essere invece un buon calesse: si scrive Atletico Roma, si legge Lodigiani. Lì dove pure gente come Totti, Toni e Florenzi hanno mosso i primi passi.

3 stagioni ricche di gol. Poi il fallimento del club romano.

Con Ciofani Daniel che finisce nel tourbillon dell’impazzito mercato del Parma, che all’epoca conta, nel proprio libro paga, circa un centinaio di tesserati.

Inevitabile un altro giro di prestiti, sempre nel tanto amato centro Italia: Gubbio prima e Perugia poi, dove per la prima volta và in doppia cifra. E dove viene adocchiato da una società piccola e ambiziosa, che da qualche anno sogna in grande: il Frosinone.

È lì che và Daniel. In un trasferimento che, lui non lo sa, ma gli cambierà la vita per sempre.

Frosinone = casa

Il feeling con la Ciociaria è immediato. Daniel si sente a casa, perché lì la gente è come nella sua Marsica: gente spontanea, genuina. Se gli dai amore ti ricambia. Con gli interessi.

E giusto per sentirsi veramente a casa, il club compra pure il fratello Matteo, riunendo così la famiglia.

Mister Stellone crede in lui. Pensa che con Daniel davanti e Dionisi a orchestrare alle sue spalle si possa fare davvero bene. E l’intuizione è proprio quella giusta.

Ciofani e Dionisi formano una delle coppie più affiatate dell’intera cadetteria. Federico sfianca le difese, Daniel le castiga puntualmente. Quando se ne andrà saranno 73 i suoi gol in maglia ciociara. Dalle parti del Matusa, nella loro storia, non hanno mai visto niente del genere.

Quei terribili ragazzi dalla serie C finiscono addirittura in serie A. Retrocedono e ci tornano subito. Regalando sogni e speranze a una tifoseria e ad una città che tuttora non li ha dimenticati, proclamandoli cittadini onorari.

Tutti i gol di Daniel Ciofani nella stagione 2018/2019

Il diario del cuore di Daniel Ciofani

Di tante fotografie sono due quelle di Daniel Ciofani che più scaldano il cuore.

La prima:

 A Verona, stadio Bentegodi. In una gara che poi sarà in realtà una Caporetto per i gialloblu, martoriati per 5 reti a uno da un insolitamente prolifico Chievo. Al minuto numero 5 Matteo Ciofani scodella un pallone dalla destra. A centro area ci arriva Daniel, che insacca la rete dell’uno a zero.

Tutto in famiglia. I due si sciolgono in un abbraccio più che fraterno. La partita praticamente potrebbe terminare lì, talmente prossimi si è andati all’essenza dello sport. Chissà quante volte l’avevano provata quell’azione tra l’asfalto di Avezzano.

“Dani, io crosso e tu segni, facciamo come sempre?”. E ora lì, a farlo nel palcoscenico più prestigioso: la serie A.

Il gol di Daniel Ciofani contro il Chievo su assist del fratello Matteo

La seconda:

Al Matusa, contro il Parma. Sul 2-2 al minuto 95 c’è un contatto in area ducale tra Gobbi e Paganini. L’arbitro consulta il Var, ci stà un eternità. I tifosi di casa cantano “usciamo a mezzanotte”. Poi la decisione: calcio di rigore.

Dal dischetto, al minuto 103, và Daniel che non sbaglia e mette in valigia i 3 punti. Perché lui non molla mai. Perché lui ci crede sempre. Perché ha il sangue del suo popolo, così orgoglioso e resiliente, nelle vene. E non sarà di sicuro un pallone, 11 metri di spazio e un portiere forse più piccolo di lui a mettergli paura.

Il rigore segnato al 103′ da Daniel Ciofani

Quello resta ancora oggi il gol più tardivo nella storia della nostra Serie A. Quasi un riconoscimento che la vita, l’eternità ha voluto dare a questo ragazzo.

Benvenuto al Nord

Daniel corre e lotta ancora. Non più nella sua Frosinone, dove un ciclo si era ormai chiuso e da dove pure il gemello del gol Dionisi se n’è andato. Ma a Cremona.

È arrivato in punta dei piedi, si è messo a disposizione dei compagni. Poi Pecchia ha capito che non si può fare a meno di un giocatore così, e la Cremo si è salvata in ciabatte.

Coincidenze? Io non ci credo.

Continua così Daniel. A essere come sei. Il Colosso Marsicano diventato re nel Centro Italia.

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