Cala il sipario
È il calar del pomeriggio di un uggioso 14 Aprile 1990, chi esce dal "Sinigaglia" ha il morale sotto le scarpe, piove, il vento, impietoso, soffia in faccia tutto il suo disappunto e il Como, al pari degli avversari del Catanzaro, ha appena certificato la retrocessione in C1 che fa il paio con quella dalla A di dodici mesi prima.
Uno scialbo 0-0 su di un campo pesante, dagherrotipo di una stagione sbagliata, fallimentare, Centi da una parte e Palanca dall'altra subentrano attorno all'ora di gioco quasi a voler chiudere un'era che sia sul Lario che in Calabria ha già il sapore del passato.
In men che non si dica si passa dall'affrontare Milan e Juve a Baracca Lugo e Carpi, questo nonostante la società lariana avesse manifestato l'intenzione di ritornare subito in massima serie; è andato tutto storto, lupetti che sono diventati agnellini, brasiliani belli da vedere ma incapaci di incidere in un discorso di squadra, allenatori navigati in mare aperto e naufragati sulle rive di un lago fantastico, un piatto difficile da digerire e con ancora sette giornate da disputare, lunghe, lunghissime, come quando nel letto attendi un sonno che non arriva mai e il campanile ti tortura ad intervalli di mezz'ora.
Malles affare
La nuova stagione prende il via il luglio a Malles Val Venosta in provincia di Bolzano, lì (all'Hotel Garberhof Café) la società lariana vuole incominciare a plasmare una squadra che nelle intenzioni di tutti dovrà cercare di tornare subito in alto; ci si affida ad un nome esperto per la panchina, il quarantanovenne Giampiero Vitali reduce da un biennio più che soddisfacente a Parma e con esperienze cadette tra Perugia, Varese, Campobasso e San Benedetto del Tronto.
Il mister si porta dietro l' ala destra Turrini e di concetto con la società prova a rinnovare una rosa che vede partire molti protagonisti della deludente retrocessione (Cornelliusson, Albiero, Paradisi tra gli altri), il primo scambio è una scommessa sulla carta niente male, il promettente Marco Simone finisce al Milan in cambio di un altro gioiellino che a Como vuole spiccare il volo, Graziano "Lupetto" Mannari! Per la porta viene dato spazio a Marco Savorani l'anno precedente riserva di Paradisi, come vice ecco di rientro da Voghera Ruggero Aiani, classe 1967 e prodotto locale.
Da Barletta arriva il ventitreenne Ferazzoli altro prospetto interessante in cerca di un definitivo lancio nel calcio che conta; Gattuso e Mazzuccato invece fanno parte delle giovani scommesse e rientrano rispettivamente da Spal e Livorno, dalla primavera poi si guarda al centravanti Zian già nelle minori udinesi. De Mozzi dal Vicenza e Maiuri dal Francavilla sono altri due nomi di personaggi in cerca d'autore.
A questi si possono aggiungere i riconfermati Annoni, Biondo, Lorenzini, Centi, Giunta, Notaristefano e Milton; non una campagna acquisti faraonica ma nel complesso una squadra che può dire la sua in cadetteria.
I giornali, valutando il calciomercato, affibbiano al Como l'etichetta di outsider, subito dietro le corazzate Torino, Pisa e Pescara, in riva al Lago perciò si può ricominciare a sognare, forse ...
Nel ritiro di Malles, agli ordini di Vitali, si incomincia a lavorare sodo e le prime amichevoli vedono i comaschi impegnati contro rappresentative dilettantistiche locali. L'esordio arriva il 26 Luglio, avversario di turno il Val Venosta che viene regolato con un 5-1 a firma Zian, Notaristefano e triplo Mannari, ma ad andare in vantaggio sono gli autoctoni che dopo solo otto minuti gelano il pubblico di fede lariana con tale Della Sega.
Tre giorni dopo il Como è ospite a Trento della formazione locale che si batte per la sopravvivenza in C1, girano un po' tutti ma il risultato non si schioda dallo 0-0 iniziale, il 2 agosto poi lo 0-3 al Bolzano che precede la vittoria di Venezia dove Mazzuccato e Lorenzini vivono una giornata da goleador.
A Mantova in seguito ci si arrende ad un gol del locale Rastelli e contro i grigi di Alessandria non si va oltre l'uno a uno (Fortunato riprende Mariani); metà d' Agosto superata e Coppa Italia alle porte, impressioni?
La squadra non è male ma manca in qualcosa soprattutto nel reparto avanzato, non pare poter partire tra le favorite ma subito dietro dovrebbe esserci, Empoli il primo avversario ufficiale con passaggio del turno che dà diritto ad affrontare la Fiorentina, si parte!
Como è dura l'avventura
Il 23 Agosto si comincia, un Como un po' impacciato viene preso per mano da Milton che si eleva dalla mediocrità della gara, segna il primo gol ufficiale della stagione (31' minuto) e sfodera un paio di numeri da tipico sudamericano che i 2824 paganti apprezzano e applaudono; l' Empoli (squadra di C1) non ci sta e al 42' pareggia con l'ex juventino Beniamino Vignola, ci pensa al 72' Maccoppi a dare la qualificazioni ai padroni di casa, inzucca un angolo e il gioco è fatto, si andrà al secondo turno contro Baggio, Dertycia e i viola di Firenze.
La partita ai gioca a Pistoia il 30 Agosto, il pronostico è tutto per i toscani che fanno la serie A, ma il Como non molla un centimetro, Milton si esalta e ad un certo punto prende palla saltando sette avversari, ci pensa Bosco ad evitare il peggio; lo stesso Bosco doo trentanove minuti segna la rete del vantaggio fiorentino ed i lariani provano a riagguantare il pareggio con Mannari che si divora un paio di occasioni.
La gara scivola via piano piano ma in coda, al minuto 85, Turrini pareggia rimandando il verdetto ai supplementari che si chiudono ancora sull' 1-1, saranno rigori!
Sbaglia Annoni e segna Dertycia, passa la Fiorentina ma la truppa di Vitali ci guadagna in fiducia, sta per iniziare il campionato cadetto e Giunta & C. Iniziano a pensare di poter essere protagonisti!
Fossa Lariana
Il campionato di Serie B prevede la gara casalinga col Foggia per l'esordio dei ragazzi di Vitali, i rossoneri pugliesi stanno per incominciare la favola di Zemanlandia ma ancora non lo sanno, anche se nel gioco messo in atto le persone notano un nuovo modo di affrontare l'avversario; quel giorno Graziano Mannari decide di essere incontenibile e fa a fette una difesa che fatica enormemente ad arginare la velocità ed i dribbling del giovanotto scuola Milan.
Non che il Foggia rinunci a giocare, ma il bel pressing e le giocate in velocità non producono nulla di concreto, così al 38' ecco esplodere l'urlo degli oltre 5000 lariani sugli spalti, Mannari imbeccato da un Milton ispiratissimo supera il portiere pugliese e per il Como è tutto un po' più facile; i rossoneri spingono ma al 72' si beccano il raddoppio spettacolare di Ferazzoli che indovina un pallonetto da distanza siderale, 2-0 e morale alle stelle, le giocate di Milton fanno il resto.
La prima trasferta è al "Rigamonti" di Brescia, i padroni di casa stanno perfezionando il ritorno a casa del vecchio Altobelli e provano a digerire la zona imposta dal duo Varella-Cozzi, risultato uno 0-0 che non si schioda anche per merito dei due portieri, un Como leggermente rinunciatario porta comunque a casa un punto e la convinzione che se Milton dura più d'un tempo si potrà fare bene. Lo 0-0 casalingo col Parma però è figlio di una prestazione scialba e noiosa che anticipa la prima sconfitta stagionale dell' "Arena Garibaldi" di Pisa, il Como resta in dieci (espulso Bacci) dopo mezz'ora, si difende dagli attacchi di Dolcetti, Been e Incocciati, ma capitola attorno al 75' quando Fiorentini trasforma in gol un suggerimento da calcio d'angolo; è il primo stop stagionale che arriva assieme alla prima rete subita, si pensa ad un inciampo, invece...
Il Big Match della quinta vede il super Torino di Fascetti giungere in riva al lago, i granata sono reduci dalla goleada al Pescara (7-0!) e pertanto ottimo banco di prova per chi vuole trovare sé stesso; 12000 persone popolano il "Sinigaglia" ma lo spettacolo non è granché, Muller, Skoro e Pacione restano a secco contro la migliore difesa della B, il Como però non riesce a pungere là davanti, Giunta è leggerino e Mannari quando scocca il dardo coglie la base del palo, 0-0 comunque contro una corazzata.
Il palazzo comincia a scricchiolare alla seconda di fila in casa, la Reggina imperversa in un "Sinigaglia" esterrefatto e va via solamente con un 1-1 perché Lorenzini azzecca il pari a pochi minuti dal termine (87'), dagli spalti si levano i primi fischi e l'aria incomincia ad assomigliare a quella della contestazione!
Il nulla di fatto di Padova rinvia solamente di una settimana l'inizio dell'incubo, il 15 Ottobre il Monza domina a Como, vince con una rete del terzino Flamigni e si permette di sbagliare un rigore con Bivi accendendo la scintilla della rabbia; Vitali esce dagli spogliatoi dopo oltre un'ora dal termine della gara, i tifosi inviperiti assediano l'uscita e urla ed insulti si sprecano, per tutti. Qualcuno si illude pure di poter veder arrivare in azzurro Totò De Vitis perché il bomber (in quei giorni all' Udinese) è in tribuna, ma egli stesso smentisce asserendo di trovarsi a Como per tutt'altro motivo.
La serie A appena abbandonata si allontana sempre di più, a Pescara si perde di misura nel risultato (1-0) ma malamente sotto il profilo del gioco, con Mannari e Giunta fuori i comaschi subiscono e basta, Milton appare sempre più avulso dalle dinamiche di squadra e la classifica, impietosa, relega i lariani in penultima posizione davanti solo al disastrato Catanzaro; quando poi arriva il Cosenza ecco una risicata vittoria che pare aprire uno spiraglio di sole in un cielo temporalesco, Castagnini infila un'autorete su una punizione di Notaristefano ma il gioco latita, il pubblico fischia e Vitali pare non raccapezzarsi più in uno spogliatoio che gli è sfuggito di mano. A Barletta l'ex milanista Vincenzi giustizia (su rigore) un Como apatico del quale il veggente Savorani dice "dobbiamo incominciare a pensare che ci sarà da lottare per non retrocedere!", la debacle barlettana costa il posto a Vitali che Gattei sostituisce con un nome altisonante, quello di Giovanni Galeone!
Galeone affonda nel Lago
Giovanni Galeone è il profeta della zona, prima con la Spal e poi con il Pescara ha messo in mostra un gioco nuovo e spettacolare, fatto di corsa ed organizzazione; in estate è stato vicino alla panchina del Messina ma poi non se n'è fatto niente, così a Como cerca l'occasione per rilanciare le sue idee.
L'esordio è già un mezzo spareggio, si va a Catanzaro dove i calabresi cercano punti per abbandonare la coda della graduatoria, la squadra risponde in maniera positiva all'arrivo del nuovo mister e porta a casa uno 0-0 ingiusto per le occasioni e la mole di gioco create; Milton gioca più avanti e pare poter essere a suo agio, Notaristefano dirige e Savorani para, è uno 0-0 che infonde fiducia.
La Domenica seguente però il Como cade in casa con l' Avellino, Milton porta in vantaggio i lariani al 29' e tutto pare andar in una direzione trionfalistica, ma al 52' Baiano trasforma il rigore del pari e poco dopo Onorati firma il sorpasso, notte fonda in riva al Lario!
Non è certo aiutata nemmeno dalla fortuna la truppa di Galeone, a Cagliari è punita da una punizione di Poli da ben 35 metri! Poi con la Reggiana non va oltre un nulla di fatto nonostante esprima un gioco che mette in pratica i dettami dell' allenatore; ormai la spirale negativa ha preso il sopravvento, a Messina altra buona prestazione resa vana da un gol di Berlinghieri (ex uomo di Galeone nel Pescara) e dalle parate di un Ciucci versione monstre, poi quando la Triestina passa al "Sinigaglia" (1-2) si capisce definitivamente che l'annata avrà uno sbocco indesiderato quanto inaspettato, il Como colpisce due pali e colleziona venticinque calci d'angolo a zero!
Il 1989 si chiude col pari esterno di Licata, uno 0-0 nel quale i padroni di casa sbagliano un rigore dopo 7 minuti (Sorce) e del quale Galeone si dice insoddisfatto in quanto la prestazione della squadra è stata vergognosa, il mister poi incomincia a parlare di salvezza non facile, senza segnare non si fa molta strada.
Dodici punti ed ultimo posto in coabitazione col Catanzaro, un girone di ritorno da affrontare col morale sotto i tacchi e la speranza di poter compiere un miracolo, a cui però non crede già più nessuno.
Senza rete
Il girone di ritorno è un calvario infinito, la squadra non segna, e tutti si chiedono il perché, il potenziale ci sarebbe pure ma non funziona niente e Galeone ormai è travolto dagli eventi incapace di invertire una rotta che oramai ha puntato la serie C1. Ancona e Foggia sono due viaggi a vuoto, si perde senza segnare prima dell'ennesimo 0-0 casalingo contro un Brescia dove Milton sbaglia un rigore al 75' che poteva forse cambiare il destino; altro nulla di fatto a Parma in una Domenica dove gli emiliani sono sotto choc per l'improvvisa scomparsa del presidente Ceresini e tris col Pisa in una gara a tratti piacevole ma che non serve a schiodare il Como dall' ultimo posto.
A Torino poi arriva la giornata della vergogna, i granata seppelliscono Galeone e i suoi sotto un 5-0 che ha dell'umiliante , tra l'altro il mister comasco "festeggia" un anno esatto senza vittorie! Anche da Reggio Calabria si torna a mani vuote, la notizia però è che il Como ha segnato dopo sette partite di astinenza, i lariani vanno in vantaggio col giovane Alvaro Zian dopo mezz'ora, Bagnato la pareggia al 73' e Simonini condanna Galeone alla sconfitta proprio al 90', non è stagione e ormai lo sanno tutti.
L'ora più dolce prima di essere ammazzato
IL 4 Marzo finalmente il Como torna alla vittoria, è una giornata nella quale quasi non ci si crede, vittima il Padova di Colautti che staziona a metà classifica; Ferazzoli e Mannari segnano le reti della felicità ma la situazione è sempre critica, Galeone ammette di dover sperare nel miracolo e chiede ai suoi una vittoria a Monza che dia quella continuità utile ad uscire dall' incubo.
“Lupetto” Mannari esaudisce la richiesta del mister, il Como conquista la Brianza e riaccende una flebile speranza di salvezza, la quota per restare in B è quattro punti sopra, ci sarà da correre ma qualcuno incomincia a crederci nuovamente ...
Si getta tutto alle ortiche però nella successiva partita interna contro il grande amore di Galeone, il Pescara; è una gara tranquilla e che scorre sui binari della paura, le due contendenti parrebbero accontentarsi del pari ma la stagione, per i lariani, è quella no così al minuto 81 su un innocuo pallone, Annoni sbuccia e Traini si trova su un piatto d'argento la palla dello 0-1 che regala agli abruzzesi una vittoria insperata e relega in pratica il Como in C1.
Mancano ancora dieci giornate e la barca è affondata in maniera irreparabile, giocoforza le restanti gare vengono affrontate quasi per una questione di obbligatorietà; a Cosenza si soccombe sotto una doppietta di un Padovano pronto per il grande salto nel calcio che conta e soprattutto spietato nei confronti di un Galeone il quale dopo questa gara ci pensa e rassegna le dimissioni abbandonando Como senza nemmeno salutare la squadra e poche ore prima della gara di campionato.
L'angelo custode
Ormai la frittata è fatta, la società nella persona del presidente Gattei opta così per la soluzione interna affidando la guida tecnica al fido Angelo Massola un classe 1944 che da inizio anni ottanta guida le giovanili lariane.
Il buon Massola esordisce con la vittoria interna sul Barletta, un 2-0 a firma Lorenzini-Ferazzoli che indora la pillola ma non serve a molto, si nota la volontà della squadra che forse col tecnico precedente non aveva mai veramente legato; feeling mai sbocciato nemmeno col pubblico il quale espone striscioni ed intona cori contro l'ormai ex Giovanni Galeone.
Il pareggio casalingo descritto in apertura contro il Catanzaro è un'ulteriore tappa verso il finale di stagione seguito poi dalla sconfitta di Avellino targata Sorbello e ancora da una debacle casalinga contro il Cagliari di Ranieri che sta volando in A, questa volta a punire il Como è un generoso rigore concesso ai sardi per un involontario tocco di mano di Cimmino. A Reggio Emilia si cade ancora (2-0) dopo un primo tempo tutto sommato positivo, da registrare la vetrina per il dodicesimo Aiani al quale vengono concessi novanta minuti, poi lo 0-0 casalingo col Messina decreta la retrocessione matematica per una squadra incapace di segnare con un minimo di regolarità; con la testa ormai sgombra da calcoli e pensieri il Como si toglie lo sfizio di battere la Triestina fuori casa (doppio Ferazzoli) e di congedarsi dal pubblico amico con un 2-0 al Licata del quale resta negli annali la rete del brasiliano Milton che salta gli avversari come birilli (portiere compreso) e deposita la palla in rete.
L'ultima di campionato vede Massola e i suoi ospiti dell' Ancona di Guerini, in riva all' Adriatico si respira aria di A (l'Ancona vi salirà pochi anni più tardi) e i biancorossi volano sulle ali dell' entusiasmo, De Martino e Ciocci ne fanno due a testa rendendo ancor più amaro il commiato dalla B di una squadra partita tra ambizioni e speranze di ben altro spessore.
Difesa da promozione con solamente 32 reti incassate (il Parma salirà in A subendone 30), attacco da retrocessione con la miseria di 16 reti realizzate e ben 27 gare terminate senza segnare! Rosa con nomi che avrebbero poi sviluppato carriere interessanti (Annoni, Turrini, Lorenzini, Biondo, Giunta), brasiliani incompiuti ma maledettamente estrosi (leggasi Milton) e sogni nel cassetto sostituiti da angosce a cielo aperto.
La fine di un'epoca decisamente, gli anni 90 avrebbero portato solo la serie C1 ad eccezione del torneo cadetto 94/95 terminato con l'immediato rientro in terza serie, a Como quel pomeriggio d'Aprile non lo ha dimenticato nessuno, trattandosi di lago avrebbero voluto tanto che fosse un pesce, uno scherzo, invece l'incubo era appena iniziato.
Oggi per fortuna è solamente un brutto ricordo, ma fa parte di una storia che non si può cancellare e la si deve difendere ... sempre e comunque!
Racconto a cura di Fabio Mignone