Statuto Football Club
Con Statuto Football Club, il loro ultimo lavoro del 2024, gli Statuto racchiudono in un titolo tutto il loro immaginario calcistico. È una raccolta nostalgica di canzoni e sigle televisive, rivisitate in chiave ska.
Ogni brano racconta una passione che non si spegne mai. Da sempre. In ogni album, in ogni nota. Oskar e soci trasformano la musica in un linguaggio che parla di calcio, cori e bandiere granata.
Perché Statuto significa anche Torino. È lì, all’ombra della Mole, che tutto resta sospeso tra spalti e asfalto. Ma cosa rimane oggi di quel football cantato dagli Statuto?
Le curve come stile di vita
Il nome della band nasce nel cuore di Torino, in Piazza Statuto (che è anche un brano del 1992). La piazza è simbolo della sottocultura Mods, qui le giacche e le Vespe diventano segni di appartenenza. È un luogo dove musica e calcio si intrecciano consolidando identità e stile.
Da quella scena nasce anche il legame con le curve. Per gli Statuto il tifo non è solo entusiasmo: è stile di vita, un modo di sentire la città. E nelle loro canzoni risiede questa influenza.
La canzone Ragazzo ultrà (1988) racconta ragazzi che dedicano ogni giorno alla squadra, preparando striscioni e cori. "Non basta il tifo nella tua vita, nella tua squadra hai fede infinita" . Così come Vita da Ultrà (2002), brano divenuto inno per chi vive i gradoni, aldilà di campanilismi e colori.
Poi c’è Un ragazzo come me (2010), una dedica a Matteo Bagnaresi, giovane tifoso scomparso tragicamente mentre seguiva il suo Parma in trasferta. Proprio in direzione Torino, ma sponda bianconera. In È già domenica (2010) la band ricorda Gabriele Sandri, supporter laziale ucciso da un poliziotto in una assurda domenica del 2007.
Oskar e i ragazzi del gruppo hanno vissuto in prima persona la Maratona, la curva storica del Torino. Quelle gradinate sono state un laboratorio di emozioni, amicizie e appartenenza. Con tanto di striscione “Mods” esposto in balconata. Tutto ciò si riflette nella musica e la band difende lo spirito autentico del tifo.
C’è anche l’influenza del calcio britannico con Intercity Firm (2013), racconto dei sabati pomeriggio della gang del West Ham United.
Per gli Statuto tifo e musica sono due facce della stessa medaglia. E tu, ascoltando, puoi percepire la vita di chi ama il calcio fino in fondo, tra emozioni e appartenenza condivisa.
Torino è granata
Per gli Statuto, il Toro non è solo una squadra. È simbolo di appartenenza, orgoglio e resistenza. La loro musica nasce da quella fede, da un cuore che batte granata da sempre.
Nel videoclip di Un posto al sole (1998) la squadra del Torino scende in campo con loro. È una partita valida per una immaginaria Football League. Oskar segna di testa lo 0-1, corre verso la curva e il Delle Alpi esplode.
Con Facci un goal (2005) torna la stessa passione. Il brano è un inno a Paolo Pulici, bomber e mito di un calcio nostalgico.
"Campione segna per noi, tira e facci un gol" diventa un abbraccio tra generazioni.
Con Il capitano (2013) rendono omaggio a Giorgio Ferrini. Una vera diga difensiva, simbolo eterno del Toro, uomo di dignità e grinta. Allenatore in seconda nello scudetto del 1976, scomparve poche settimane dopo il trionfo. La sua memoria resta viva nel popolo torinista.
E non potevano che essere loro gli autori dell’inno ufficiale del club “Cuore Toro”. Il brano è contenuto nell’album Toro (2006), interamente dedicato al tremendismo e alla passione granata.
Ma tutto l’amore per quei colori esplode in Grande (2008), dedicato al Grande Torino perito a Superga. Testo scritto assieme al compianto Giampaolo Ormezzano. “Grande perché più nessuno ha vinto anche per te, senza età, misto di leggenda e di realtà”. Un dichiarazione d’esistenza a una delle squadre più forti della storia del calcio.
Torino è la mia città
“La squadra di Torino, è il Toro”, queste le parole di Oskar rilasciate a Fanpage.it il giorno della riapertura del Filadelfia.
L’amore per la squadra abbraccia anche la città. Ogni brano su Torino descrive la città vissuta, quella popolare. Da Qui non c’è il mare (1991), che con ironia racconta l’assenza del mare a Il Regno della Mole (2005). E ancora Le strade di Torino (2006) fino a In fabbrica (2005).
Un legame viscerale quello che li unisce alla classe operaia della città. I ricavati dei diritti SIAE del disco I campioni siamo noi (2003) furono interamente devoluti ai lavoratori cassaintegrati e licenziati dalla FIAT.
Dalle strade dei quartieri centrali, fino alla periferia. Raggiungendo i gradoni del Filadelfia, casa dell’anima granata, del Comunale e del Delle Alpi. Luoghi che raccontano una storia di fede e appartenenza.
Un elegante gioco da salotto
Tra tutti i luoghi cantati dagli Statuto, il salotto non è un posto dove sedersi passivamente. Non serve guardare una partita in TV, assuefatti dalle logiche del calcio moderno. Al contrario, è il regno dove si gioca, si sfida, si sogna.
In Un elegante gioco da salotto (2010) si racchiudono i sogni e il romanticismo del Subbuteo. Il tavolo diventa stadio. I piccoli omini diventano protagonisti. Il pallone diventa un microcosmo di sfide e gloria.
Romanticismo e nostalgia per un calcio che non c’è più si esaltano in Controcalcio (2010). Il brano è manifesto per tutti i calciofili. Le note raccontano il legame tra passione e memoria, tra gioco e identità condivisa. Una fila di calciatori apre i ricordi dell’immaginario.
Zigoni, Vendrame, Beccalossi, Best, Pelè, Nkono, Ferrini, Vieri, Zoff, Garritano, Taribo West e tanti altri scorrono davanti agli occhi. È un colpo al cuore, un confronto con il calcio di oggi che non regge.
E quel passaggio: "Non ci gioco più, non mi piace più. E non fa per noi, non somiglia a noi. Questo calcio degli affari, dirigenti ed impresari. Questo grande bluff." Colpisce chiunque abbia vissuto le emozioni genuine del pallone. E tu, riesci ancora a sentire il fascino di quel calcio nostalgico e poetico, davanti al caos delle partite di oggi?
Gli Statuto sono di tutti
Gli Statuto ricordano valori perduti, nostalgia per un calcio umano, partecipato e condiviso. Riescono ad emozionare entrando direttamente nei meandri di tutti i calciofili, indipendentemente dalla fede e dai colori.
Anche se Torino pulsa in ogni brano, tra gradoni, piazze e storie di classe operaia. Anche se il Toro, i suoi miti e le sue vittorie ispirano canzoni che uniscono generazioni. Gli Statuto rappresentano, in fondo, tutti i calciofili.
Nella loro musica e nel loro stile vive l’anima più nostalgica del football, autentica e irriducibile. È la stessa che pulsa negli stadi e nei sogni di chi non smette mai di credere nel gioco più bello del mondo.
E non poteva che essere un passaggio di una loro canzone a ricordarcelo: “Le maglie senza scritte, la palla che va nel sette e tutta la vita ad aspettare un gol.”
Racconto a cura di Giuseppe Vassallo