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Marco Osio, il sindaco va in Brasile

Il viaggio di Marco Osio, il "Sindaco di Parma". Primo e unico giocatore italiano della storia ad approdare e giocare nel Brasileirão.
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Marco Osio - Tacchetti di Provincia
" Mister, le abbiamo preso il sindaco di Parma, Marco Osio. Arriva domani all’aeroporto Guarulhos direttamente dall’Italia "
Mustafa Contursi Goffar Majzoub

A parlare così è l’impronunciabile Mustafa Contursi Goffar Majzoub, dirigente sportivo di sangue misto brasiliano-siriano, che da qualche anno è il presidente del Palmeiras, una delle tre squadre della città di San Paolo, insieme a Corinthians e San Paolo, appunto (il Trio de Ferro, come le chiamano da quelle parti).

Si sta rivolgendo al proprio allenatore, l’ex c.t. della Nazionale verdeoro Carlos Alberto Silva. Che deve aver reagito, a quella affermazione del suo presidente, con un espressione tra lo sbigottito e il perplesso.

Nelle precedenti riunione tecniche, volte a rinforzare la squadra, il mister aveva fatto espressamente un nome per il proprio centrocampo: quello di Dino Baggio. E la cosa si sarebbe anche potuta fare, visto che Dino gioca nel Parma del presidente Calisto Tanzi. E Tanzi,patron della Parmalat, che nel 1993 si è comprato proprio il Palmeiras, vede di buon occhio il passaggio di un giocatore italiano, tra l’altro stabilmente nel giro della Nazionale, al suo nuovo sodalizio verdeoro.

Invece a San Paolo non arriva Dino Baggio, ma un centrocampista con capelli lunghi e barba incolta, che a ben guardarlo potrebbe essere scambiato per una rockstar. Centrocampista anche lui, ma più avanzato rispetto a Baggio. 

Si chiama Marco Osio. Ed è davvero “il Sindaco di Parma”. Sarà anche il primo giocatore italiano di sempre ad approdare in Brasile.

Il nuovo Zaccarelli

Marco Osio è l’ennesimo prodotto dell’infinito vivaio del Torino. Anconetano come Zaccarelli, di cui in granata voleva ripercorrere le gesta, dopo un inizio promettente in prestito a Empoli approda proprio a Parma nel 1987. Il suo primo allenatore, un allora semi-sconosciuto Zdenek Zeman, gli fa capire, tramite una sanguinosa preparazione fisica, cosa vuol dire giocare ad alti livelli.

Poi con Nevio Scala i ducali approdano per la prima volta nella propria storia in Serie A, dove si impongono fin da subito come la squadra rivelazione. Sesto posto al primo anno e qualificazione alla Coppa Uefa, poi la conquista della Coppa Italia, decisa da un suo gol contro la Juve nella finale di ritorno. Quindi la conquista della Coppa delle Coppe, a Wembley contro l’Anversa.

Il gol di Marco Osio in Finale di Coppa Italia

Nella città di Giuseppe Verdi Osio diventa ben presto l’idolo dei tifosi. Vuoi per quel suo carattere da trascinatore, vuoi per i suoi gol sempre pesanti e decisivi. Mettiamoci pure dei contrasti con l’amministrazione locale per l’ampliamento dello Stadio Tardini.

Ecco che il gioco è fatto: a Parma Marco Osio è e sarà per sempre “Il Sindaco”.

Il Sindaco se ne va

Nelle due stagioni successive il Parma prova ad allestire uno squadrone per puntare allo scudetto, e per Osio spazio non ce n’è più. Tenta allora, come avviene in moltissime storie di pallone, un ritorno alle origini. Dove la sua Itaca si chiama Torino. Ma complici alcuni problemi fisici, non riesce a sfondare e a diventare il nuovo Renato Zaccarelli.

E’ proprio in quel momento che arriva la chiamata dal Brasile. Le titubanze, i dubbi di un trasferimento in un paese di cui non conosce lingua e tradizioni lasciano il posto alla voglia di essere protagonista, e all’ambizione di scrivere, nel bene o nel male, il proprio nome nella storia del calcio italiano.

 “Tanto il pallone parla un linguaggio universale” come dirà sempre lui.

Il Brasile: il Nuovo Mondo

Al suo arrivo in Brasile, capisce subito di trovarsi di fronte a uno squadrone. In rosa ci sono giocatori come Cafu, Rivaldo, Amaral, Zago, Flavio Conceiçao, Djalminha, Muller. Proprio quest’ultimo, ex Torino, sarà colui che lo aiuterà più di tutti ad inserirsi nel nuovo mondo.

Esordisce il 12 ottobre 1995. Guarda un po’ il destino. Lo stesso giorno, 503 anni prima, un navigatore genovese mise per la prima volta piede in questo nuovo Continente. Ora tocca a lui sfondare, calcisticamente, questa frontiera.

Gli inizi sono un po’ difficili, complice un calcio molto differente da quello a cui era abituato. In più il tecnico Carlos Alberto, che avrà passato chissà quante notti a chiedersi cosa non abbiano capito i suoi dirigenti della frase “vorrei Dino Baggio”, non lo vede come figura centralissima del proprio progetto.

La cavalcata del Verdao

Ma con l’esonero del sopracitato e l’avvento del carioca Vanderlei Luxemburgo sulla panchina del Verdao le cose, per Osio e per il Palmeiras, cambiano eccome.

Lui comincia a ritagliarsi il suo spazio, a disegnare le sue geometrie e a mandare in porta i suoi compagni con tocchi raffinatissimi, da novello “falso nueve”, togliendosi anche la soddisfazione di segnare una rete.

Il Palmeiras invece nel Campionato Paulista totalizza 83 punti su 90, con 102 gol fatti e 19 subiti. Ovviamente è titolo ed è pure record per una squadra paulista. Oltre a ciò, una Coppa Euro-America vinta contro il Borussia Dortmund e la finale nella Coppa del Brasile persa contro il Cruzeiro.

La vittoria del Palmeiras nella Copa Euro-Americana contro il Borussia Dortmund

Il triste ritorno a casa

L’anno successivo, prima della diaspora che sparpaglierà i talenti di quel Verdao in giro per il mondo, decide che dal Brasile ha avuto abbastanza e se ne torna in Italia. Dove però, a 30 anni, scopre un calcio cambiato, e che, chissà come mai, non trova posto per un talento come lui.

Toccherà allora assaggiare, per la prima volta in carriera, i campi della serie C. Col Saronno prima e con Pistoiese e Faenza dopo. Prima di diventare allenatore, e raccontare ai suoi ragazzi la propria esperienza, da Cristoforo Colombo del pallone.

In una storia infinita di brasiliani venuti a cercare fortuna in Italia con la palla tra i piedi, lui resterà per sempre il primo ad aver fatto il processo inverso.

E non stupitevi se ancora adesso a San Paolo sanno rispondervi alla domanda: “Ma chi è il sindaco di Parma?”

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