Juan Román Riquelme, l'ultimo Diez
Ci sono i migliori numeri 10 della storia del calcio e poi c’è Juan Román Riquelme, il calciatore più vicino a Maradona che ci sia stato. Classe, estro, fantasia. Una danza. Magia. Un talento differente. Juan Román ha inventato un altro sport, sempre con la palla tra i piedi ma dalle emozioni forti. Qualcosa di estremamente passionale che ti prende il cuore e lo porta via.
Riquelme, Il vero enganche
Partiamo dal ruolo, che era già tutto un programma: enganche. Riquelme è sempre stato abituato a fluttuare tra centrocampo e attacco, libero di inventare un tunnel, dipingere un filtrante verticale anche quando lo spazio risultava inesistente, disegnare futbol.
Creatività allo stato puro, come i suoi soprannomi: Román, El Genio, El Torero, El Ultimo Diez. L’ultimo, vero (e unico), numero 10.
Riquelme, dal barrio all'Olimpo
Riquelme è nato nella provincia di Buenos Aires (e cresciuto a villa San Jorge, nel quartiere Don Torcuato) il 24 giugno 1978 nell’ospedale di San Fernando e curiosamente, il giorno successivo, l’Argentina vince per la prima volta un Mondiale di calcio. Con la maglia del Boca ha riscritto la storia. Vi mettiamo in evidenza un solo dato: 206. Ovvero il numero di partite giocate alla Bombonera. Nessuno come lui. Ma ci sarebbe tanto altro perché è il massimo goleador nella storia xeneize, il sesto per presenze (308), il settimo per titoli vinti (11). In patria è un Dio, in Europa non ha saputo esprimersi allo stesso livello (ma si è avvicinato…) nonostante le occasioni, la più ghiotta a Barcellona.
Riquelme, El Señor futbol
Il 15 luglio 2002 viene presentato come nuovo giocatore blaugrana e sembra il Re: 500 tifosi all’aeroporto, entusiasmo, magliette con la 10 che vanno a ruba. L’inizio è shock. Al debutto, in amichevole ad Amsterdam, segna una doppietta al Parma. Alla prima sfida ufficiale, in Champions, realizza un golazo contro il Legia. Ma piano piano, col tempo. qualcosa va storto, in particolare con l’allenatore olandese, Louis Van Gaal. Non scocca la scintilla e Roman passa al Villarreal dove troverà pace, serenità e felicità. Con quella maglia gialla addosso sembra una cometa e torna a splendere anche in campo. Dal 2003 al 2006 ottenere risultati stratosferici – da Re, per la realtà di ‘provincia’ del Submarino Amarillo – come un terzo posto in Liga e una semifinale di Champions. E quando lascia tutto per tornare in Argentina, lascia anche da campione: i soldi dei bonus che aveva nel contratto li dona completamente ai magazzinieri e ai facchini del club.
Altro piccolo dettaglio: in occasione della Coppa del Mondo 2006 il CT Pekerman gli affida per la prima volta la storica numero 10 dell’Argentina. Qualcosa di unico, qualcosa di raro. Com’è stato Juan Román Riquelme, in campo, con un pallone tra i piedi.