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Gaetano D'Agostino, il promesso sposo

La pazza estate del 2009 di Gaetano D’Agostino. Da talento nascente a Palermo e a Roma a metronomo formidabile a Udine con Marino. Fino al bivio, con tre possibili direzioni: Napoli, Juventus e Real Madrid.
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Gaetano D'Agostino - Illustrazione di Tacchetti di Provincia

Gago – Diarra – Guti – Van der Vaart – D’Agostino – Kakà

No, non è il centrocampo di una squadra di Pro Evolution Soccer vincitrice di un Campionato Master. Nella stagione 2009/2010 questa sarebbe potuta essere la linea mediana nientepopòdimeno che del Real Madrid. Se solo le cose fossero andate come sarebbero dovute andare. In alternativa avrebbe anche potuto essere così:

Salihamidzic – Marchisio – D’Agostino – Camoranesi.

E chissà che Juve sarebbe stata.

La costante, nei due schieramenti, come avrete capito, è Gaetano D’Agostino. Che nella pazza estate del 2009 è il regista più corteggiato d’Europa. Oltre al Real e alla Juve, su di lui c’è pure il Napoli.

Non andrà da nessuna parte, alla fine. Relegandolo al ruolo di eterno promesso sposo.

D’Agostino, Un fenomenale talento palermitano

Ma per capire come si sia arrivati fin qui occorre fare un passo indietro.

A Palermo, per la precisione. Dove a metà anni ’90 si dice stia crescendo un autentico fenomeno. Si chiama Gaetano, ma per tutti è “Tanino”. 

Fa il 10 nelle giovanili rosanero. Anzi, a dire la verità, fa quello che vuole in campo. 100 gol segnati in una sola stagione. Cifre pazzesche, che gli fanno guadagnare il passaggio alla AS Roma (all’epoca società gemellata di quella rosanero, avendo entrambe come patron Franco Sensi).

Roma è la città ideale per un giocatore così. Ma, ahilui, lo Stadio Olimpico da qualche stagione ha già trovato il suo “ottavo re”. Che gioca nello stesso ruolo di D’Agostino e indossa la maglia numero 10 che Tanino ha sempre indossato. Si chiama Francesco Totti, e la storia dirà poi che quella maglia sarà sua per sempre.

Il nome di Gaetano figura anche nella lista dei Campioni d’Italia giallorossi della stagione 2000/2001. 

Ma per lui arriva il momento di muoversi, di ritagliarsi il suo spazio nel calcio che conta. E nella trattativa che porta Fantantonio Cassano all’ombra del Colosseo lui fa il percorso inverso e finisce a Bari.

Due stagioni al San Nicola. Bene, ma non benissimo. E un ritorno alla Roma, dove il Re non ha ancora abdicato e dove a D’Agostino non restano che scampoli di partita.

Finalmente un anno da protagonista, a Messina con Bortolo Mutti. Quindi il passaggio a Udine. Università Del Calcio Friulana. 

Lì di talenti ne stanno esplodendo a palate ogni anno, grazie alla mirabile gestione della famiglia Pozzo e alla straordinaria abilità del reparto scouting.

E siccome a Udine, appunto, di talento se ne intendono, hanno capito che per il centrocampo bianconero il mancino di Gaetano D’Agostino è proprio quello che ci vuole.

D’Agostino, il 10 arretrato

Ma che giocatore è Gaetano D’Agostino? Nasce trequartista, per poi trasformarsi, come molti altri numeri 10, in un formidabile regista di centrocampo. Ha un piede mancino che lo si potrebbe comporre in musica, ha visione di gioco, è abilissimo nell’esecuzione dei calci piazzati e non disdegna qualche sabongia da fuori area.

Il classico tipo di giocatore che “chi ce l’ha se lo tiene, perché non ce ne sono tanti”.

Nel sistema di gioco di Pasquale Marino si trova alla perfezione. Due nobili gregari ai suoi fianchi si occupano di recuperare palla per poi trasferirla comoda a lui, che con il suo genio è libero di inventare, costruire, pensare.

Aggiungiamoci il fatto che non ha smarrito la capacità di fare gol (ben 11 in 36 partite nella sola stagione 2008-2009). E il resto è logica conseguenza.

Merita una grande. Nell’estate del 2009 sarà lui l’uomo mercato.

Gaetano D’Agostino detto anche Il Cecchino

Juve, Napoli o Real?

E arriviamo appunto a quei torridi mesi di giugno-luglio.

Gaetano è in vacanza, a Lignano Sabbiadoro, con la famiglia, con la valigia pronta in attesa di conoscere la sua prossima fermata. Ci prova il Napoli, che chiede informazioni. Ma la più decisa è la Juve, che, precipitata nella media classifica della serie A, deve ricostruirsi e sta cercando piedi buoni da inserire in un centrocampo dove andrebbe a far coppia con il nascente talento di Claudio Marchisio.

L’affare sembra a un passo. La Vecchia Signora all’Udinese darà un pacco di soldi più qualche contropartita. Già, le contropartite. Proprio su questo si arena la trattativa. Si parla di Giovinco, di De Ceglie. Non si capisce. Sta di fatto che alla fine non se ne fa nulla.

Il Napoli nel frattempo ha virato su altri obiettivi. E D'Agostino si ritrova così con il proverbiale “cerino in mano”.

Non che a Udine si trovi male. Ma, sacrosantamente, sognava il salto di qualità. Sognava i grandi palcoscenici, le grandi squadre, la possibilità di giocare la Coppa dei Campioni. Poi, all’improvviso, l’occasione che non ti aspetti.

Un’occasione Real

Arriva una telefonata, e dall’altro lato della cornetta c’è Ernesto Bronzetti, storico intermediario di mercato di Sua Maestà il Real Madrid.

Gli spiegano che i blancos hanno difficoltà a prendere Xabi Alonso dal Liverpool piuttosto che De Rossi dalla Roma, e che sono intenzionati a puntare tutto su di lui.

A Gaetano non pare vero. Il Real Madrid! Il club più prestigioso della storia del calcio.

Sta giocando alla playstation nel suon buen ritiro. E forse già si immagina lì, di fronte all’esigente pubblico del Bernabeu, con la palla al piede, indeciso tra un passaggio corto a Kakà che viene incontro o uno lungo, per azionare qualcuno tra Cristiano Ronaldo, Raul, Van Nisterlooy, Higuain o Benzema.

Sembra tutto fatto. “Dove sei ora? Che ti veniamo a prendere con un van, ti portiamo a fare le visite mediche”.

Un van che, tuttavia, non arriverà mai.

" “Questo matrimonio non s’ha da fare” "

Non si è mai capito fino in fondo il motivo. Se fosse una questione di soldi tra Real e Udinese, o se semplicemente si fosse sbloccato l’affare Xabi Alonso (che in effetti arriverà a Madrid per vestire la camiseta numero 22).

Sta di fatto che per D’Agostino fu un duro colpo. Perché se annusi certe platee, se intravedi la possibilità di giocare per una squadra così, quando poi non ci riesci diventa difficile accettare la realtà.

La carriera di Gaetano, onestissima e comunque ricca di soddisfazioni, proseguirà comunque, sempre in Italia, tra Firenze, Siena, Pescara e categorie inferiori. Fino a renderlo oggi un allenatore di belle speranze.

Ma quel formidabile metronomo di Udine in campo non si vedrà quasi più. Perché quando ti accorgi che il treno, anzi i treni, sono passati, diventa abbastanza normale abituarsi a convivere con la malinconia.

E diventa frustrante accettare il fatto che, alla domanda “cosa sarebbe stato se?” nessuno sarebbe mai più riuscito a dare una risposta.

Manzoni aveva pensato a un lieto fine per Renzo e Lucia. Che convoleranno alle tanto sospirate nozze.

D’Agostino invece rimarrà il promesso sposo del calcio italiano.

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