Vasco da Gama, rotta verso l'infinito
Fondato nel 1898 a Rio de Janeiro come club di canottaggio, il Vasco da Gama prese il nome dall’illustre navigatore portoghese, simbolo di audacia e scoperta. Questo omaggio non fu casuale: il nome incarnava la voglia di esplorare nuovi orizzonti e di rompere gli schemi. Fin dall’inizio, il club si distinse per la sua apertura mentale, ponendosi contro le rigide convenzioni sociali dell’epoca e gettando le basi per una filosofia inclusiva.
Anche i colori sociali del Vasco, il nero e il bianco, non sono scelti a caso. Il nero rappresenta la forza, la determinazione e la capacità di affrontare le sfide più dure, mentre il bianco simboleggia la purezza, l’unità e la speranza. Insieme, questi colori esprimono l’equilibrio tra lotta e serenità, raccontando una storia in cui il merito personale e il collettivo si fondono per dare vita a una nuova forza.
Contro il razzismo
Il Vasco da Gama rappresenta da sempre una roccaforte contro il razzismo. Già tra il 1923 e il 1924, in un’epoca in cui il calcio rifletteva le discriminazioni della società, il club fece la storia aprendo le sue porte ai giocatori neri, sfidando la Federcalcio dell’epoca che pretendeva la loro esclusione.
Il Vasco rispose schierando, riserve comprese, fino a dodici calciatori neri, inviando un messaggio chiaro: il talento supera ogni barriera. Questa scelta pionieristica ha guadagnato alla squadra di Rio il maggior seguito tra la popolazione nera e ha ispirato simboli duraturi.
Nel corso degli anni, il club ha adottato divise emblematiche: una terza maglia, una casacca nera decorata con una mano aperta, metà bianca e metà nera, recante le parole “rispetto ed uguaglianza” e “democrazia e integrazione” sul collo, che rappresentano la continua lotta contro ogni forma di discriminazione.
Nel 1931, il Vasco, rinforzato da talenti come il portiere mulatto Jaguaré – uno dei più grandi del calcio brasiliano – fu il primo club carioca a organizzare una tournée in Europa, segnando una svolta storica con 12 partite disputate in Spagna e Portogallo.
I campioni al timone
Il Vasco da Gama ha sempre avuto il privilegio di vedere in campo autentici maestri, capaci di incantare i tifosi e imprimere il loro nome nella storia del club. Tra questi, spiccano alcuni campioni indiscussi, come Roberto Dinamite, Edmundo, Juninho Pernambucano, Romário e Vágner Love.
Roberto Dinamite è il simbolo per eccellenza del Vasco. Non solo detentore del record assoluto di gol, ma anche un leader carismatico che ha saputo guidare la squadra in campo e fuori, ricoprendo persino il ruolo di presidente del club. La sua figura ha ispirato generazioni di giocatori e tifosi, e sebbene pochi anni fa ci abbia resi tutti un po’ più poveri “andando avanti”, il suo spirito continua a illuminare il cammino del club.
Romário, il Baixinho, ha brillato per il suo talento innato e per una capacità di segnare gol che sembravano sfidare ogni logica. Nonostante abbia seguito percorsi altalenanti, in cui il richiamo di altri orizzonti calcistici lo portò spesso via da casa, ogni volta che ritornava alle sponde di Rio era come un dono inestimabile: il club si arricchiva della sua magia e della sua ineguagliabile presenza. Ogni rientro (cinque in totale nella sua carriera) era come un regalo inaspettato: il Baixinho tornava a riscrivere, con la sua arte del gol, le regole del gioco, trasformando ogni partita in un momento di pura magia calcistica.
Il Vasco da Gama oggi
Oggi, il Vasco da Gama affronta sfide complesse, tra difficoltà economiche e incertezze sportive, che si riflettono anche nella mancanza di titoli nazionali: è da tanto tempo – il Brasileirão risale al 1997 – che il club non conquista il trofeo supremo, e anche in altre competizioni i sogni di gloria di un tempo sembra ancora lontani.
Tuttavia, la sua anima ribelle e combattiva resta intatta. Il club, con le sue radici storiche e il suo spirito rivoluzionario, continua a rappresentare un faro per i suoi sostenitori, che non perdono mai la speranza di riportare la squadra ai fasti del passato.
Con una gestione sempre attenta ai valori di uguaglianza, rispetto e solidarietà, il Vasco si impegna a rinnovarsi senza tradire la sua identità.
Come ricorda il nostro indimenticabile Roberto Dinamite, che ha fatto la storia sia in campo sia fuori: "Sono orgoglioso di far parte di un club che tanto ha fatto per l’integrazione razziale e contro ogni forma di discriminazione. Senza questo impegno, forse le porte per i più grandi talenti sarebbero ancora chiuse, e non avremmo mai potuto conoscere Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè".
Racconto a cura di Andrea Possamai