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Karl Marx Stadt, il fußball perduto

Il Fussball Club Karl Marx Stadt è stata una squadra della Germania Est, rappresentante una città che nell’idea dei comunisti doveva essere la città simbolo del socialismo. Ha vinto poco e ha giocato solo tre volte in Europa, arrivando al massimo agli ottavi di finale di Coppa Uefa nel 1989/1990 perdendo con la Juventus poi vincitrice di quella coppa. Una storia di calcio, politica e voglia di rivalsa all’interno della Cortina di ferro.
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Karl Marx Stadt

Il 3 ottobre 1990 è un giorno importante per la storia mondiale: la Germania Federale (BRD) e la Germania Democratica (DDR) si uniscono e danno vita alla Germania Unita. A seguito della caduta del Muro di Berlino, avvenuta il 9 novembre 1989, e il crollo dei regimi comunisti in Europa orientale, i due Stati , divisi dalla Guerra Fredda, tornano ad essere un unico Paese dopo quarantuno anni. La Germania Est viene costituita il 7 ottobre 1949 a seguito alla suddivisione della Germania nazista in zone di occupazione dopo la seconda guerra mondiale e ha come capitale Berlino Est.  Il 23 maggio 1949, invece, era nata la Germania Ovest con capitale Bonn.

Se sportivamente parlando la DDR è avanti anni luce rispetto alla BRD grazie alla vittoria di 409 medaglie olimpiche, in campo calcistico è l’opposto: la Germania Ovest, fino alla riunificazione, può vantare in bacheca  tre Campionati del Mondo (1954-1974-1990) e due Campionati Europei (1972 e 1980). Il motivo di questi successi è presto chiarito: in Germania Est lo sport e, quindi anche il calcio, è dilettantismo puro, ma spinto a livelli professionistici. E’ "il diritto del lavoro" a permettere ai lavoratori della DDR di ottenere del tempo libero per preparare o partecipare a eventi sportivi nel caso in cui questa attività non fosse possibile al di fuori dell'orario di lavoro.

22 giugno 1974: il Mondo occidentale conosce la Nazionale di calcio della DDR

Eppure nell’unico Mondiale di calcio cui ha preso parte, quelli del 1974, la selezione della DDR viene  sorteggiata nello stesso girone dei padroni di casa della Germania Ovest. 

La partita del 22 giugno 1974 al “Volksparkstadion” di Amburgo è il primo incontro internazionale tra le due Nazionali e per la prima volta, l'inno tedesco della DDR “Auferstanden aus Ruinen” è suonato in Germania Ovest.

E’ un incontro che ha una forte connotazione politica e ideologica e che avrebbe segnato la storia del calcio tedesco. La Germania Est, guidata da un calcio solido e disciplinato, riesce a sorprendere il mondo intero sconfiggendo la favorita Germania Ovest per 1-0.

Davanti a oltre 65mila spettatori, di cui 8.500 tifosi giunti dalla DDR con uno speciale visto turistico della durata della partita, l’ingegnere meccanico Jurgen Sparwasser al minuto 78’, dopo aver saltato Höttges e Vogts, deposita in rete alle spalle del portiere occidentale Maier ammutolendo i tifosi occidentali e scatenando i festeggiamenti della minoranza orientale. 

L'impresa rafforza il morale della popolazione della DDR e contribuisce a consolidare il mito della nazionale di calcio della Germania Est.

Dalla nascita della DDR-Oberliga alla vittoria del Magdeburgo: tanta politica ma poche vittorie europee

Pochi mesi prima di quella sfida, il Magdeburgo, squadra della DDR, alza al cielo del “de Kuip” di Rotterdam la Coppa delle Coppe, sconfiggendo in finale i campioni in carica del Milan. Per la prima volta un club dell’Europa dell’Est vince un trofeo europeo. Dopo questa vittoria, nessun’altra squadra della Germania Est riuscirà a vincere una coppa europea.

La massima serie tedesco-orientale è la DDR-Oberliga, disputata dal 1949 al 1990: un girone unico all’italiana composto da 14 squadre tutte espressione di un qualche apparato statale della nuova nazione. La squadra che ha vinto più edizioni del campionato è la Dinamo Berlino, la squadra del Ministero per la Sicurezza dello Stato (la Stasi, per intenderci) con dieci vittorie tutte consecutive. L’albo d’oro della DDR-Oberliga vede in tutto dodici squadre ad aver vinto almeno un titolo, mentre 46 quelle che hanno giocato almeno una volta nella Serie A della Germania Est. L'Erzgebirge Aue con 38 partecipazioni, Rot-Weiß Erfurt con 37 e Carl Zeiss Jena, Dinamo Berlino, Viktoria Francoforte e Sachsenring Zwickau con 35 sono le più presenti.

A livello di vittorie europee, come detto, l’unica vincitrice è il Magdeburgo in Coppa delle Coppe. Altre due squadre sono arrivate fino in fondo al cammino europeo, sempre in Coppa delle Coppe:  il Carl Zeiss Jena il 13 maggio 1981 nel derby dell’Est perso contro i sovietici della Dinamo Tblisi e la Lokomotive Lipsia che il 13 maggio 1987 ad Atene perde contro l'Ajax. 

Il primo derby europeo tra squadre tedesche risale ai quarti di finale di Coppa dei Campioni  1973/1974 quando la Dinamo Dresda affronta il Bayern Monaco che poi vinse la coppa. Visto il punteggio complessivo (4-3 a Monaco e 3-3 in casa nella gara di ritorno), per la squadra della DDR è una sconfitta onorevole.

Chemnit diventa Karl Marx Stadt: calcio e socialismo reale

Tra le squadre del calcio tedesco-orientale, però, ce stata una che intreccia la sua storia stessa con quella della Germania Est riflettendo le turbolenze politiche e sociali del Paese. E' il Karl Marx Stadt fondato nella città di Chemnitz in Sassonia. 

Dopo varie riorganizzazioni sportive e cambi di denominazioni, nel 1956 la squadra di Chemnitz subisce una trasformazione radicale venendo ribattezzata Karl-Marx-Stadt in onore del celebre filosofo russo autore de “Il Capitale” e “Il manifesto del Partito Comunista”. Questo cambiamento di nome doveva riflettere l'ideologia socialista che permeava la Germania Est facendo del club il simbolo di questa nuova identità. La squadra si trovò, quindi, a rappresentare non solo una città, ma un intero sistema politico.

Nonostante le umili origini e l’albo d’oro privo di successi negli anni antecedenti la nascita della Germania Est, il FC Karl-Marx-Stadt riesce a ritagliarsi un posto di rilievo nel calcio della DDR e nel 1967 conquista il titolo di campione della Germania Est. Questo trionfo, inaspettato per molti, è il frutto di un collettivo affiatato e di una solida struttura di squadra. Allenatore di quella squadra è Horst Scherbaum, mentre il giocatore più rappresentativo è  Dieter Erler che quell’anno vince il titolo di miglior giocatore della Germania Est. 

La vittoria della Oberliga permette così di accedere alla ribalta europea della Coppa dei Campioni e affrontare le migliori squadre del continente. 

Karl Marx Stadt e l’Europa: all in nella Coppa Uefa 1989/1990

La prima e unica esperienza del club gialloblu in Coppa dei Campioni termina già nei sedicesimi di finale con la sconfitta contro i belgi dell’Anderlecht. L’exploit della vittoria del campionato rimane un unicum anche se negli anni successivi il Karl Marx Stadt riesce comunque a rimanere protagonista arrivando per tre volte alla finale della coppa nazionale venendo sempre sconfitto. 

La migliore stagione della squadra si rivela, però, quella del 1989/1990. Se in campionato terminano al secondo posto, superati solo dalla Dinamo Dresda per differenza reti, è in campo europeo che avviene il vero exploit per il club sassone.

Il Karl Marx Stadt, allenato da Hans Meyer e guidato in attacco da Steffen Heidrich, viene sorteggiato nel primo turno (i trentaduesimi di finale) contro i portoghesi del Boavista: 1-0 in casa al “Kurt Fischer Stadion”, 2-2 dopo i supplementari nella partita di ritorno e qualificazione al turno successivo per la regola dei maggiori gol segnati in trasferta. Ai sedicesimi, i tedeschi orientali affrontano gli svizzeri dei Sion e li superano dopo aver perso in Svizzera all’andata e vinto 4-1 in casa al ritorno.

Negli ottavi di finale, il cammino dei ragazzi di Meyer si interrompe per mano della Juventus di Dino Zoff: sconfitta contro i bianconeri all’andata (2-1 a Torino) e 0-1 tra le mura amiche. Nell’andata giocata allo Stadio Comunale di Torino, il 22 novembre 1989, il Karl Marx Stadt passa in vantaggio con il centrocampista Lutz Wienhold ma in cinque minuti (tra l’82’ e l’88’), Schillaci e Casiraghi ribaltano il vantaggio ospite e nel match di ritorno il gol di De Agostini spinge i bianconeri ai quarti di finale contro l’Amburgo. La Juventus vincerà poi il trofeo sconfiggendo in finale la Fiorentina.

Poi arriva la caduta del Muro e la stagione 1990/1991 è l’ultima della OberLiga: il Karl Marx Stadt, si qualifica ancora alla Coppa Uefa ma il cammino termina subito al primo turno per mano dei tedeschi occidentali del Borussia Dortmund. 

Intanto la caduta del Muro segna la fine della Germania Est e anche del FC Karl Marx Stadt che riprende il nome di Chemnitzer FC e si unisce al massimo campionato tedesco unificato. Tuttavia, l'adattamento alla nuova realtà, soprattutto senza gli aiuti economici statali nella gestione economica della squadra, si rivela difficile. Molti giocatori di talento decidono di lasciare il club in cerca di fortuna a Ovest.

Il Muro cade, la Germania si unisce ed il Karl Marx Stadt sparisce dal grande calcio tedesco

Il calcio tedesco si riorganizza nuovamente e nasce la Bundesliga dove vengono ammesse soltanto le due squadre più titolate della DDR ovvero l’Hansa Rostock e la Dinamo Dresda.  Il Karl Marx Stadt riparte dalla Zweite Bundesliga riprendendosi il vecchio nome di FC Chemnitz. La squadra non riuscirà più a raggiungere la Bundesliga e dopo sette stagioni in Zweite Liga e otto stagioni in Dritte Liga, la terza serie tedesca, retrocede in Regionalliga dove milita ancora oggi. 

Tuttavia, il ricordo del FC Karl Marx Stadt continua a vivere nella memoria dei tifosi e degli appassionati di calcio. La squadra, simbolo di un'epoca passata, rappresenta un pezzo importante della storia della Germania Est e del calcio tedesco. Il suo successo, in un contesto politico e sociale difficile, testimonia la passione e la dedizione di un gruppo di giocatori che, con il loro impegno, hanno saputo portare un piccolo club al centro della scena calcistica europea.

La storia del FC Karl Marx Stadt è una storia di trionfi e delusioni, di sogni di gloria e di dure realtà. È una storia che merita di essere ricordata, non solo per i risultati sportivi, ma anche per il contesto storico in cui si è svolta. Il club, nato come simbolo di un'ideologia politica, ha saputo trascendere i confini del campo e diventare un'icona del calcio tedesco orientale.

Racconto a cura di Simone Balocco

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