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Il derby del popolo, Borussia Dortmund vs Schalke 04

Due città vicine, due tifoserie di identica estrazione sociale. Una acerrima rivalità, segnata dall’odio ma anche, soprattutto, dal rispetto.
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Revierderby - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Non c’è più di mezzo la politica, come tra Partizan e Stella Rossa a Belgrado.

Non è nemmeno una questione di religione, come tra Celtic e Rangers di Glasgow.

E neppure un discorso di geografia, e lo sanno bene i tifosi di Galatasaray e Fenerbahce.

Qui siamo nella Ruhr, una delle regioni più produttive d’Europa e del Mondo. E, per questo, da sempre contesa. In particolare da due cattivi vicini di casa, come Francia e Germania.

Qui dominano siderurgia e miniere. Tutti sono allo stesso livello, non c’è borghesia che si elevi rispetto alla comunità.

Gelsenkirchen e Dortmund si odiano e si rispettano. Anzi, è proprio l’odio reciproco la ragione del riconoscimento reciproco. Essere nemico è sempre meglio di non essere nessuno.

Tra le acciaierie e le miniere serpeggia la passione per il calcio. Da lì nasce il Derby della Ruhr tra Borussia Dortmund e Schalke 04.

Conosciuto a tutti come “il derby del popolo”.

Così vicini, così distanti

Gelsenkirchen e Dortmund. I due poli principali della Ruhr. Due città molto simili tra loro, identicamente grigie e ugualmente intente ad incrementare la produzione.

Circa 40 minuti di strada separano i due centri della Vestfalia, che proprio per questa estrema vicinanza si sono affrontate più di tutte le altre squadre, sia a Germania divisa che unita.

Una rivalità cresciuta nel corso degli anni, e che oggi dà vita a uno dei derby più spettacolari della Bundes.

È lo Schalke 04 a nascere per primo, e nel nome stesso del club è inserito l’anno di fondazione: il 1904.

Inizialmente denominato Westfalia Schalke, si fonde poi qualche anno dopo con lo Schalker Turnveiren, con i due club che decidono di mantenere l’unico nome che hanno in comune, aggiungendo di fianco, per l’appunto, l’anno di nascita.

Lo Schalke nasce su iniziativa di un gruppo di studenti, ma il grosso del proprio reclutamento giocatori lo va a fare dove è sicuro di trovare giovani in cerca di svago, agli inizi del ‘900: nelle miniere. Tanto che ben presto i giocatori di Gelsenkirchen vengono soprannominati “Die Knappen”, “i minatori”.

Da un’iniziativa studentesca nasce anche, 5 anni più tardi, il Borussia Dortmund. Il nome latino della Prussia nulla ha a che fare con la storica regione sita nella parte nord della Germania. Semplicemente è il nome di un birrificio situato lungo la Steiger Strasse. Ma d’altronde, siamo pur sempre in Germania!

Colori sociali: giallo e nero. Che porta al soprannome di “Banda dell’Oro” che oltre ad avere evidenti riferimenti cromatici ne ha altri di significato, anche qui, minerario

Subito Schalke

Il percorso dei due club vede un andamento totalmente opposto.

Modesti i risultati raccolti dal Borussia, che fatica a imporsi anche nei primi campionati regionali.

Di immediato successo, invece, il cammino dello Schalke, che si laurea Campione di Germania già nel 1929, salvo poi vedersi revocare il titolo per aver sforato in un antesignano Salary Cap. Ma la passione verso i Blu Reali monta, e già nel 1931, in un match interno contro il Fortuna Dusseldorf, sono in grado di richiamare allo stadio 70mila spettatori (fonti ufficiali, in realtà sono in molti di più).

Con l’ascesa del Nazionalsocialismo, lo sport tedesco viene ricalibrato, in ossequio al Gleichshaltung, il processo collettivista messo in atto da Hitler.

Viene così creata la Gauliga Westfalen, una specia di campionato regionale della Vestfalia e del Libero Stato di Lippe. Questo almeno quello che dice la storia, anche se in realtà di storia ce n’è poca, visto che lo Schalke 04 si aggiudica tutte le 11 edizioni giocate tra il ’33 e il ’44.

Al Borussia riesce a malapena l’impresa di centrare 2 secondi posti. E tra i tifosi della Banda dell’Oro comincia a montare una sorta di malcelata invidia, nei confronti dei vicini di casa.

Dei quali, come detto, rispettano l’identica estrazione sociale. Ma cominciano a mal tollerare i successi schiaffati in faccia.

Finita la guerra, le cose cambiano. Lo Schalke esce martoriato dal conflitto, il Borussia lo batte, aggiudicandosi il campionato di Vestfalia. E fino al 1963 quello del Dortmund sarà un autentico dominio, con sole 7 sconfitte in 32 derby disputati.

Arriva la Bundesliga

Ai mondiali di Cile ’62 la Germania Ovest viene malamente eliminata, ai quarti di finale, da una splendida Jugoslavia. Si decide perciò di aumentare la competitività del calcio tedesco, e di creare un campionato unico. Ovviamente non senza polemiche, in un paese comunque diviso tra Est e Ovest.

Le due squadre della Ruhr inizialmente ben figurano, il Borussia in particolar modo, che nel 1966 è la prima squadra teutonica a conquistare una coppa europea (in questo caso, la Coppa delle Coppe). Ma ben presto devono cedere il passo ad altre compagini, e acquisire familiarità con irreversibili crisi economiche e retrocessioni.

Anche qui, le due anime della regione riescono a trovarsi accomunate tra loro. In primis nella costante lotta contro le superpotenze della Bundes, il Bayern Monaco in particolare, che inizia a maramaldeggiare nel neo-nato campionato. E poi, appunto, contro i problemi finanziari, dandosi pure una mano tra loro. Pur conservando l’estrema rivalità.

Così, se è vero che nel ’69 un tifoso del Dortmund si finge poliziotto, per permettere al cane che ha al guinzaglio di azzannare la gamba del povero Friedel Rausch, difensore dello Schalke, accade anche che nel 1974 lo stesso club di Gelsenkirchen decida di rinunciare alla propria parte dell’incasso di una partita amichevole giocata nel neonato Westfalenstadion per aiutare i giallo neri, alla canna del gas da un punto di vista finanziario.

Quasi come se volessero dire: “Abbiamo senso di esistere se esistete anche voi, siamo tutti nella stessa barca”.

Sempre in questi anni si ricorda lo storico gol di Lothar Huber, che decide all’87esimo un derby della Ruhr, permettendo al Dortmund di tornare a vincerlo dopo quasi dieci anni, e sigillando il definitivo ritorno ad alti livelli del Borussia.

I gloriosi anni ‘90

Le cose cambiano dopo la caduta del Muro di Berlino, in particolare tra la metà degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio.

Una generazione di fenomeni, infatti, (da Mathias Sammer a Stefan Reuter, da Andreas Moller a Jurgen Kohler) permette al Borussia non solo di vincere due campionati di fila, ma pure di alzare al cielo la prima e unica storica Coppa dei Campioni della propria storia, in una finale inspiegabile contro la Juventus di Lippi.

Lo Schalke 04, dal canto suo, vince la Coppa Uefa nel 1997 e riporta la Coppa di Germania nella Ruhr nel 2001, e vince pure quella successiva, dando l’impressione di essere anch’esso ritornato ad alti livelli.

Con l’arrivo di Jurgen Klopp, e soprattutto di una nuova proprietà, il Dortmund torna a competere per i massimi livelli europei a cavallo del 2010, nonostante un Bayern Monaco comunque sfolgorante.

La Banda dell’Oro perde allo scadere una coppa dei Campioni all’ultimo minuto del 2013, proprio contro i rivali bavaresi, per un gol di Robben. Ma si consola con la conquista di due campionati consecutivi che riportano Dortmund nell’elite del calcio internazionale.

Lato Schalke si contano più rimpianti che gioie. I minatori allestiscono spesso, in questi anni, squadre molto forti e potenzialmente vincenti, ma devono accontentarsi dell’ennesima coppa di Germania, stravinta 5 a 0 a Berlino contro il povero Duisburg.

Ma la delusione più cocente e amara per il club di Gelsenkirchen era arrivata qualche anno prima, nel 2007. I Blu Reali dominano la Bundes in lungo e in largo, salvo avere una piccola flessione nel finale, e perdere il titolo atteso da 49 anni proprio nella partita più sentita: il derby della Ruhr.

Al Westfalen Stadion Alexander Frei e il ragazzo di bottega Christoph Metzelder regalano una goduria immensa, che i tifosi giallo neri difficilmente dimenticheranno. Per i tifosi blu, invece, solo se avesse piovuto sarebbe andata peggio di così.

Ma nel derby della Ruhr può accadere questo e molto altro. Può succedere di tutto, anche che segni il portiere. è il caso di Lehmann, quando nel 1997 ancora vestiva la maglia dello Schalke, salvo poi percorrere quei famosi 40 minuti di strada e passare al Borussia, dopo una nefasta parentesi milanista.

Perché è il derby del popolo. Una sfida tra due entità che hanno talmente tante cose in comune da odiarsi reciprocamente. Un po’ come avviene nelle famiglie tra fratelli dello stesso sangue.

Ma è proprio questa a renderla, tuttora, un appuntamento fisso, da segnare in calendario al momento del sorteggio.

Lo spettacolo è assicurato

Scopri anche una rivalità recente nata da poco in Bundesliga e che anima la città di Berlino

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