Gaetano Auteri, una questione meridionale
È il 1992. Gaetano Auteri, nato il 21 settembre 1961 a Floridia, nel siracusano, non cerca alibi: è stato al Varese di Fascetti e Beppe Marotta, al Genoa, ha delle offerte lusinghiere, però i continui infortuni sono la parola fine sul calciatore. Sa comunque di avere capacità tattiche e motivazionali e allena i portieri dell’Atletico Catania in C1 nella stagione 1994/95, difatti da vice di Paolo Lombardo. Si comincia dunque da casa, dal sud. Ebbene, il meridione rimarrà sempre la sua destinazione e vocazione di vita.
Gli esordi in panchina e il primo exploit
Nel 1995/96 esordio a Ragusa in Serie D, dove adotta un 4-4-2 allora piuttosto in voga a livelli anche alti. In una trasferta a Rosarno, complici le molte assenze, vara invece un 3-4-3 dettato più dalle caratteristiche dei giocatori disponibili che dalla necessità. Per ora sarà un episodio isolato. Due anni dopo è ancora in D, a Barcellona Pozzo di Gotto, con uno staff ristretto che lo seguirà quasi dappertutto: il vice Loreno Cassia (ex difensore del Licata in B) e il preparatore dei portieri Luca Gentili. Con l’Igea Virtus è piazza d’onore, poi nel 2000 l’apoteosi: vittoria del girone e promozione in C2, riconquistata per la prima volta dal 1981.
In attacco, a ricevere istruzioni e trucchi del mestiere è un ragazzo di 25 anni che in parallelo al calcio lavora come muratore, Christian Riganò, sempre riconoscente verso Auteri: «È stato lui a volermi all’Igea, mi fece capire che dovevo allenarmi in modo diverso per diventare un professionista, credeva in me, era molto esigente e io non ero abituato a quelle fatiche». Il risultato, nei due anni insieme, è 28 centri in 50 presenze.
Nel 2000/01 il mister floridiano porta l’Igea al sesto posto, altro risultato di rilievo per una piccola realtà come quella barcellonese.
Il salto in Serie C e la nostalgia di casa
Nel 2002/03, in C1 a Crotone riprende corpo quella suggestione del 3-4-3: in un’amichevole estiva, è il Foggia di Pasquale Marino a mettere in difficoltà i pitagorici con questo schema, specialmente per come i tre difensori si allargano e prendono campo nell’impostazione della manovra, rendendo vani gli sforzi di contenimento avversario. Da lì nascerà il nuovo credo tattico auteriano, il suo marchio di fabbrica, specie dal 2004/05 al Siracusa.
Gli aretusei divertono e gli uomini offensivi, Pisano e Zirafa, sono autori di 17 e 13 gol. Ai playoff vincono con la Paganese, ma perdono a Sapri in finale e dicono addio al possibile ripescaggio in C2. Auteri ha impressionato bene e riceve una chiamata dalla C2, a Gallipoli; decide così di rituffarsi nel professionismo.
Il capolavoro in Puglia e il nuovo ritorno a Siracusa
Il presidente dei giallorossi, Vincenzo Barba, ha un progetto ambizioso: dopo la promozione in C2, vuole arrivare in qualche anno alla cadetteria. Auteri può fare affidamento in avanti su un trentenne che di lì a poco giocherà in B e in A, Nacho Castillo: «Ho avuto tanti allenatori bravi, ma penso che Gaetano Auteri sia stato un'ispirazione per me». In pratica, il 3-4-3 maschera quattro attaccanti, ma anche una difesa che opera le coperture preventive: il Gallipoli domina e va in C1 grazie al migliore attacco e la retroguardia meno perforata.
Con quello che lui stesso definì un triplo salto mortale all’indietro, il tecnico torna nel 2006 al Siracusa, sempre impelagato nel vortice della D. Giunge quarto e i playoff sono di nuovo fatali. Nel 2008/09 però gli aretusei sbaragliano la concorrenza, stravincendo con sei turni d’anticipo il girone I, 81 punti, +17 dalla seconda. Tra campionato e Poule Scudetto (persa solo in finale) i due attaccanti Sarli e Cosa segnano 48 dei 78 gol totali.
Dopo quattordici anni, la C2 per i siciliani è una realtà. Auteri però si è già dimesso: a fine marzo, a seguito di tre pareggi e due sconfitte, ci sono dei contrasti con la dirigenza; essendo consapevole che il campionato è praticamente vinto il mister lascia, non volendo rimanere per fare comparsa. Così il cultore del 3-4-3, compiuta la missione che riconsegna il calcio della sua città a palcoscenici migliori, si ripropone in C2.
Il sogno sfiorato col Catanzaro e il miracolo Nocerina
A Catanzaro sforna una squadra di onesti mestieranti, che può mettere in atto le sue alchimie: combinazioni, l’uscita in costruzione dal basso dei tre difensori e gli scambi tra i giocatori sono l’essenza del calcio auteriano, per certi versi precursori di schemi odierni. Soprattutto, si conserva quella fantasia, quell’estro che i giocatori, secondo lui, devono sempre avere. I giallorossi volano in vetta, ma la società è nei guai: gli stipendi non stanno arrivando, l’allenatore compra un boiler perché manca pure l’acqua calda nello spogliatoio. La squadra inevitabilmente cala e scivola al secondo posto: ai playoff la Cisco Roma archivia la pratica con un 4-0 perentorio.
Nell’estate 2010, Don Tano, com’è ribattezzato, viene ingaggiato in Lega Pro Prima Divisione dalla Nocerina. Insieme a lui arrivano dalla Calabria i difensori De Maio e De Franco, il terzetto offensivo è invece composto da Maikol Negro, Luigi Castaldo ed Emanuele Catania. Nomi non altisonanti, ma ormai è chiaro che i calciatori catechizzati da Auteri sono destinati a migliorare esponenzialmente. I rossoneri iniziano con tre pareggi, poi fanno sul serio. La cavalcata diventa un trionfo: con 360 minuti d’anticipo la Nocerina torna in Serie B, per la prima volta dal 1979. Il trio Negro-Castaldo-Catania è letale (14, 15 e 13 centri totali) e i molossi conquistano pure la Supercoppa di Lega di Prima Divisione, battendo in doppio confronto la vincitrice del girone A, la sorpresa Gubbio. E c’è una prima volta storica: Gaetano Auteri esordisce in B da allenatore.
Retrocessione con rimpianti e la breve esperienza in B a Latina
La partenza è complicata, come prevedibile, ma l’attacco non teme la pressione e regola Livorno, Cittadella e Samp. A gennaio, in piena crisi, Auteri viene esonerato, ma dopo due giornate viene richiamato. Da marzo parte la riscossa: pari con la Juve Stabia, poi tre vittorie casalinghe di fila contro Gubbio, Verona ed Empoli, che riportano i molossi a -4 dalla zona playout e al terzultimo posto. Coi successi a Grosseto e Vicenza e in casa sull’Albinoleffe, i biancorossi sono quart’ultimi a 41 punti, la Nocerina subito dietro a 40. Il sogno svanisce all’ultima giornata: il Pescara di Zeman, già promosso, vince al 92’ contro i rossoneri, i veneti battono la Reggina.
Per la prima volta, Don Tano conosce il sapore amaro della retrocessione, anche se con onore, dato che se l’è giocata fino alla fine e con un attacco che è il quinto di tutta la Serie B (52 reti). Persi i playoff l’anno dopo coi campani, mister Auteri torna in cadetteria col Latina. La panchina verrà comunque persa presto, visto che la società nerazzurra lo solleverà dall’incarico dopo un punto in tre gare.
La vittoria a Benevento, il ritorno a Matera e gli ultimi anni
Nel 2015 a scommettere sul mister è l’ambizioso Benevento, che cerca la prima promozione in B. Del Pinto, Lucioni e Amato Ciciretti sono e saranno i pilastri delle streghe. Come spesso gli accade, Auteri parte piano, poi ingrana le marce alte. Il girone d’andata vede i sanniti sconfitti tre volte e pareggiare sei, ma nel ritorno non ce n’è per nessuno, neanche per le quotatissime Lecce e Foggia (con De Zerbi allenatore): tredici vittorie, diciotto risultati utili, al ventiduesimo turno vanno in vetta e non la mollano fino alla fine, con la soddisfazione di aver ottenuto la certezza matematica demolendo 3-0 i salentini. Solo 21 gol al passivo e il consueto decisivo apporto dei tre davanti: 27 marcature totali, più i sei dell’esterno Ciciretti. Auteri si regala la terza occasione di allenare in B, se non fosse che nel corso della stagione lo storico patron Vigorito aveva lasciato e la nuova dirigenza non voleva confermare il siciliano in panchina; dal canto suo Don Tano è chiaro: senza Vigorito lui toglierebbe il disturbo. Alla fine il presidente torna, ma sceglie Marco Baroni, il quale porterà il Benevento in Serie A. Con la sua personalità granitica quasi da pittore, di uno che ha sempre bisogno di nuovi stimoli e nuove opere, Auteri non batte ciglio e si fa riaccogliere a Matera.
Qui c’è un calciatore che metterà in evidenza un’ulteriore qualità di Auteri: cambiare ruolo a chi può rendere meglio in un’altra posizione. Si tratta di Giovanni Di Lorenzo, al tempo un’ala infaticabile ma poco incisiva in avanti. Il mister vede in lui un terzino con licenza di difendere; come noto ci azzecca. Il Matera abbatte 6-2 la Reggina al Granillo e 3-0 il Lecce al Via del Mare. Con una difesa più ballerina del solito ma con 71 gol segnati, i biancoazzurri si piazzano terzi. Neanche a dirlo, playoff. Il Cosenza vince 2-1 tra le mura amiche, al ritorno Di Lorenzo segna l’1-1 ma la corsa è finita. Eppure nessuno a Matera dimentica quell’anno. Le ultime stagioni sono state poco lusinghiere, tra Catanzaro, il Bari sprofondato in C, Pescara e Messina. Dal 2024 è tornato a Benevento per tentare nuovamente la scalata alla B, col favore dei pronostici nel 2025/26.
Un allenatore di rango, Gaetano Auteri, capace di ritagliarsi una carriera solida tra D e soprattutto C, arrivando in B due volte per merito e non per nomea, mancando la terza opportunità per ragioni non dipese da lui. Non lascia indifferenti, perché o va di slancio col suo 3-4-3 e fa sognare piazze anche poco blasonate, oppure in poco tempo si arena tutto. La strada è quella, e Don Tano non la cambia. Sceglie di cuore e con un progetto, il resto non conta. Forse in B ha un po’ pagato questa impostazione ferrea, ma di certo non è uno che prova rimpianti, sapendo il fatto suo e non mancando di criticare un sistema che lo ha incasellato a torto solo in società meridionali. Del resto, chi fa del calcio un’opera d’arte spesso si ritrova a fare sognare tifoserie calde non destinate alla Serie A, ma che rendono affascinante e romantico il pallone di provincia, fatto di successi sentiti seppur rari, come accade nell’assolato sud. Auteri è il vincente e il capopopolo di queste imprese. Gli fanno credito i calciatori che lo hanno visto all’opera, dato che molti devono a lui la consacrazione o il rilancio della carriera, consci di aver avuto a che fare con lo Special One di Floridia.
Racconto a cura di Carmelo Bisucci