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Un movimento in costante evoluzione, verso il futuro

Il calcio femminile sta diventando ed è ormai una realtà ben consolidata. Ripercorriamo gli inizi, la crescita, un Mondiale dimenticato e un Europeo, a luglio 2025, tutto da seguire.
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Movimento Calcio Femminile - Italia Mondiale 2019

Il movimento calcistico femminile ha conosciuto una crescita significativa negli ultimi decenni, passando da una realtà spesso marginalizzata a un fenomeno sportivo sempre più riconosciuto e valorizzato a livello globale. Ha saputo affermarsi anche grazie alla forza e alla determinazione delle atlete, ottenendo importanti traguardi sia in termini di visibilità mediatica sia di riconoscimento istituzionale. Recentemente, seguendo le orme di nazioni come l’Inghilterra, anche in Italia si è giunti al professionismo: un riconoscimento fondamentale per l’evoluzione del movimento e per la crescita personale e lavorativa delle calciatrici.

La storia delle donne nel calcio è lunga e segnata da molti episodi che, nel tempo, hanno contribuito a trasformare un dibattito marginale in una realtà concreta e di successo a livello globale. Partiamo dall’inizio: il primo incontro ufficiale di cui si ha notizia risale al 1895, giocato tra due squadre dilettantistiche in Inghilterra (rivendicheranno forse anche la fondazione del calcio femminile? In tal caso, non diciamolo agli argentini). Anche durante le due guerre mondiali, le ragazze rimaste a casa, impegnate nel sostituire a lavoro gli uomini al fronte, trovavano il tempo per giocare a calcio durante le pause.

Il calcio femminile cominciò a diffondersi anche in altri Paesi: nascevano squadre in Scozia, si giocava in Francia, e la prima partita internazionale registrata fu quella tra il Dick, Kerr’s Ladies Football Club e una selezione francese nel 1920, di fronte a un pubblico di 25.000 spettatori. Questi sono solo alcuni esempi per sottolineare che il calcio femminile non è un fenomeno recente: ha alle spalle una storia centenaria tanto quanto quella del calcio maschile.

Ciò che è stato profondamente diverso è la narrazione e il riconoscimento da parte delle istituzioni. Le discriminazioni, i divieti e lo snobismo che per anni hanno caratterizzato il mondo del calcio maschile hanno escluso e ostacolato ogni discussione seria sul mondo calcistico femminile. Per troppo tempo si sono ignorati sogni, diritti, donne e atlete. A tal proposito, è emblematico un episodio avvenuto quasi quarant’anni fa, che merita di essere ricordato.

Copa 71 – Il Mondiale fantasma

Nel 1971, in Messico, si disputò un mondiale storico. In campo: Inghilterra, Francia, Italia, Danimarca, Messico e Argentina. Lo stadio Azteca di Città del Messico era gremito: quasi 110.000 persone. I media fotografavano, scrivevano, filmavano. Tutto sembrava normale: si trattava pur sempre della competizione sportiva più seguita al mondo, insieme alle Olimpiadi.

Peccato che questo Mondiale non sia così noto. Si trattava infatti del primo Mondiale femminile della storia, e ancora oggi rimane la manifestazione sportiva femminile con il più alto numero di spettatori. E allora, perché nessuno ne parla? Perché così pochi ne erano a conoscenza?

La risposta è semplice: silenzio istituzionale. La FIFA, temendo un potenziale scarso ritorno economico, scelse di non sostenere l’evento. E invece, come spesso accade, fu il campo a smentire ogni dubbio: un torneo spettacolare, con partite di altissimo livello, che vide trionfare la Danimarca. Ma al ritorno a casa, nessuna parata, nessuna celebrazione nazionale: solo pochi giornalisti, una televisione e qualche addetto ai lavori all’aeroporto.

Crescita e Europeo 2025

Dal 2019 al 2023 (ultimi dati disponibili), il movimento calcistico femminile ha registrato una crescita vertiginosa. Gli appassionati sono aumentati esponenzialmente: da circa 1 milione nel 2011 a quasi 7 milioni nel biennio 2023–2024. Stadi in Francia, Inghilterra e Italia si riempiono per finali e partite decisive. 

Una notte che rimarrà nella storia accadde il 21 marzo 2023. Con 39.454 tifosi presenti, Roma-Barcellona di UEFA Women's Champions League è stata la partita con più spettatori di sempre nel calcio femminile italiano. Per il quarto di finale di andata della competizione, lo Stadio Olimpico, infatti, aprì, per la prima volta le porte al calcio femminile e la tifoseria giallorossa ha risposto presente, regalando alle ragazze allenate da Alessandro Spugna una cornice degna della loro prestazione in campo.

Prendo in prestito le parole di Federica Cappelletti, presidente della Serie A femminile, che durante un recente intervento ha affermato:

“Siamo l’unico Paese che ha scelto il professionismo in modo che le nostre ragazze possano sognare di diventare calciatrici a tempo pieno e non più come secondo lavoro. Questo comporta un grande aumento dei costi, sia in termini di spese, sia in termini di attrattività. Il calcio femminile si sta sempre più evolvendo ed eventi importanti come Europei o Mondiali non possono che aiutare la crescita. La nostra Nazionale – non solo quella maggiore, ma anche l’Under 19 e l’Under 17 – per la prima volta si sono qualificate contemporaneamente alle rispettive competizioni internazionali. Un segnale chiaro di quanto stiamo costruendo.”

La percezione, quindi, sta lentamente cambiando, trascinando con sé anche i tifosi più scettici, abituati a seguire solo il calcio maschile. Si tratta di una crescita trasversale e promettente. Per questo, il prossimo Europeo, che inizierà a luglio 2025, merita particolare attenzione.

I gironi di UEFA Women’s EURO 2025:

  • Girone A: Svizzera (ospitante), Norvegia, Islanda, Finlandia
  • Girone B: Spagna, Portogallo, Belgio, Italia
  • Girone C: Germania, Polonia, Danimarca, Svezia
  • Girone D: Francia, Inghilterra (campione in carica), Galles, Paesi Bassi

La Nazionale azzurra – sperando in risultati più fortunati rispetto alla selezione maschile, che sta vivendo uno dei momenti più critici della sua storia – esordirà giovedì 3 luglio contro il Portogallo.

Il calcio femminile non è più una “nicchia”. È una realtà che cresce, emoziona e ispira. La sua evoluzione, nonostante i ritardi istituzionali, dimostra come la passione e il talento possano abbattere muri che per troppo tempo sono stati alzati da chi doveva proteggere questo movimento anziché ostacolarlo. 

Racconto a cura di Bernardo Mancini

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