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Michelangelo Rampulla, Il portiere goleador

Rampulla, storico secondo della Juventus tra il 1992 e il 2002, è entrato nella storia del calcio italiano come capostipite dei portieri goleador.
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Michelangelo Rampulla - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Patti, provincia di Messina, agosto 1962. Mentre tutti si preparano per grigliate e falò sulle spiagge, con il desiderio di passare una notte con lo sguardo all’insù e scacciare le inquietudini della Guerra Fredda, San Lorenzo fa cadere una stella che sarà destinata a brillare presto, Michelangelo Rampulla. 

Il padre è un grande tifoso juventino, il calcio e i colori bianconeri scorrono insomma nelle vene del piccolo Michelangelo sin dai primi giorni.

Come tanti bambini, da giovanissimo Rampulla si approccia al mondo del calcio con un solo obiettivo in testa: giocare in attacco e diventare un goleador. I primi passi li muove così, nella Pattese, ma ben presto si fa convincere a tentare una strada nuova, diversa, di solito riservata a chi non se la cava granché bene con i piedi (Neuer e i suoi figliocci non erano ovviamente ancora arrivati): diventare portiere.

Dalla Serie D alla B, dalla Pattese al cleansheet contro il Milan di Castagner.

Il ragazzino promette bene, non ancora maggiorenne riesce a portare la sua squadra in Serie D. E a questo punto il destino entra in gioco e fa finire il suo nome sul taccuino di un giovane dirigente italiano, che saprà farsi discretamente valere negli anni successivi, Beppe Marotta. L’attuale DG dell’Inter lo nota e gli propone di fare il salto in Serie B nella stagione ’80-81 col Varese.

Inizia come terzo portiere, è ancora molto giovane e inesperto e ha davanti a sé anni di gavetta, ma il dio del calcio ha altri progetti per lui: complici gli infortuni del portiere titolare e del secondo, Rampulla fa il suo esordio in serie B alla seconda giornata, tra l’altro contro una squadra che ha fatto la storia del calcio italiano, il Milan, travolto dallo scandalo scommesse e retrocesso d’ufficio nella serie cadetta.  Riesce a tenere la porta inviolata contro i rossoneri guidati da Ilario Castagner e da lì in poi diventa il titolare.

Le buone prestazioni col Varese gli valgono la chiamata del Cesena, dove disputa tre campionati di B da titolare e si trova, suo malgrado protagonista di un episodio particolare: un calcio di rigore. Parato? No, non parato. Tirato. Monza-Cesena. Nelle giornate precedenti hanno sbagliato in cinque, dal dischetto. L’allenatore Buffoni gli chiede “Te la senti?”. Certo. Si presenta dal dischetto e…parato, in due tempi. Al netto di questo errore, si fa apprezzare tanto da sfiorare l’ingaggio da una società di serie A, il Napoli, che deve sostituire Luciano Castellini.

Le più belle parate di Michelangelo Rampulla in Serie A

Con la Cremonese dalla B alle partite contro Maradona e Van Basten

Arriva però una società con cui Michelangelo entrerà negli almanacchi e nella storia del calcio italiano, la Cremonese.

I grigiorossi, dopo un’annata in A terminata con la retrocessione, scelgono lui, uno tra i portieri più affidabili della serie cadetta, per provare a rilanciarsi. 

La rincorsa alla serie A si rivela, al solito, lunga e tortuosa: la promozione arriva nel 88-89 e finalmente Michelangelo fa il suo esordio nella massima serie. 

La serie A 89-90 è il campionato più competitivo d’Europa, basti solo ricordare che è l’anno in cui Diego Armando Maradona trascina il Napoli al secondo scudetto e che il capocannoniere di quell’annata memorabile è uno degli attaccanti più forti di tutti i tempi, Marco Van Basten. 

La Cremo fatica, in un campionato dove vengono assegnati due punti per vittoria, fatica a vincere e nonostante alcuni risultati di assoluto valore, come i pareggi imposti al Napoli e alla Juventus di Schillaci o la vittoria contro il Milan di Sacchi futuro vincitore della Coppa dei campioni, retrocede di nuovo nell’inferno della cadetteria.

Rampulla nella storia, il ritorno in A e il gol all’Atalanta

Rimanere a Cremona o tentare di restare in A? Rampulla decide di voler riconquistare il palcoscenico della massima serie insieme ai grigiorossi e col senno di poi la scelta si rivela la più azzeccata della sua carriera: la Cremo risale al primo tentativo e il destino ha in serbo per lui un’altra pagina straordinaria.

La stagione 91-92 fa entrare Rampulla nei libri di storia. 

La sua Cremo fatica ancora una volta, a fine anno subirà una nuova retrocessione senza appello e recriminazioni, ma per lui è in arrivo un momento indelebile, che contribuirà a spalancargli palcoscenici fino a quel momento insperati.

23 febbraio 1992. Accade l’impensabile, un qualcosa di mai visto in tanti anni di serie A.

Siamo a Bergamo, l’Atalanta che con il duo sudamericano Caniggia-Bianchezi sogna di poter raggiungere una storica qualificazione in Europa, sta conducendo in porto un’importante vittoria per 1-0 contro la Cremonese. Minuto 92, calcio di punizione in zona pericolosa, praticamente un corner corto. “Che faccio Mister, salgo?” la pazza idea di Rampulla. Palla tagliata in mezzo, Ferron, portiere atalantino, tenta l’uscita ma viene beffato proprio da Rampulla, che con il tempismo dei miglioribomber, di testa insacca il gol del rocambolesco pareggio. Si tratta della prima rete in Serie A su azione di un portiere, che rimane un unicum in serie A per ben nove anni, bissato successivamente da Taibi con la Reggina nel 2001 e dal più recente gol di Brignoli che consegnò il primo storico punto in A al Benevento contro il Milan dell’appena subentrato Rino Gattuso.

Dopo aver ricevuto la meritata standing ovation dello stadio bergamasco, Rampulla trova anche il modo di rincuorare il collega Ferron, entrato suo malgrado nella storia anche lui, seppur dalla parte sbagliata. 

Il gol di Michelangelo Rampulla in Atalanta – Cremonese

Rampulla alla corte della Juve di Trapattoni: l’inizio di un decennio vincente

Quel gol non evita la retrocessione alla Cremonese, ma la magia di quel momento non si interrompe. Arriva la chiamata della Juve, che diventerà la sua seconda pelle per ben dieci anni, dal ‘92 al 2002. Sì, perché dopo la partenza del capitano Tacconi e la promozione a titolare del giovane Angelo Peruzzi, i bianconeri hanno bisogno di un portiere esperto e di sicuro affidamento, e Rampulla, sulla bocca di tutti più per il suo gol che per le sue prestazioni tra i pali, si è invece dimostrato sempre più che affidabile nella sua carriera.

Nonostante sia destinato dunque a far da chioccia al giovane collega, i primi anni in Piemonte sono in realtà costellati di presenze e soddisfazioni personali. Il numero 12 bianconero, che col tempo diventerà uno dei 12 più iconici del nostro calcio, mette la sua firma nella vittoria della Coppa Uefa ‘92-‘93, competizione in cui disputa da titolare la semifinale contro il Paris Saint Germain, fermando al Parco dei Principi con grandi interventi un certo George Weah. Disputa da titolare la Coppa Italia 94-95 vinta dalla squadra di Lippi, contro il Parma di Nevio Scala e Zola, mantenendo la portainviolata, per poi concedere il bis nella successiva Supercoppa Italiana sempre contro il Parma, quando rileva Alex Del Piero, per sostituire in porta l’espulso Peruzzi. Anche in questa occasione risulta determinante nel mantenere la porta inviolata e consegnare ai suoi il trofeo. 

Complici i non rari infortuni occorsi a Peruzzi, Rampulla arriva a collezionare 99 presenze con la Juve, dando il suo contributo nella vittoria degli scudetti ‘95, ‘97, ‘98 e 2002, aggiungendo al suo Palmarès la Coppa dei Campioni del ’96 e l’Intercontinentale ’97.

Il tramonto della Stella: le ultime apparizioni in bianconero e la carriera da allenatore

A partire dalla stagione ‘99-2000, complice la carta d’identità che ormai lo vede avvicinarsi ai 40 e soprattutto con l’arrivo di Van Der Sar prima e soprattutto di Buffon poi, Rampulla trova pochissimo spazio, ma rimane un uomo simbolo e fondamentale nello spogliatoio bianconero. Dopo le turbolente stagioni sotto la guida di Carlo Ancelotti, la Juventus torna a vincere lo scudetto nel 2002 con il ritorno di Lippi al timone. L’estremo difensore siciliano, ormai divenuto terzo portiere, decide di ritirarsi proprio al termine di quella vincente stagione.

Dove muovere i primi passi da allenatore se non in quella che è diventata la sua seconda casa, Torino sponda bianconera? Entra subito a far parte dello staff juventino, occupandosi delle giovanili, fino ad assumere il ruolo di allenatore dei portieri con Deschamps prima e Ferrara poi.

Nel 2012 il suo sodalizio con il mister Lippi gli consente di vivere un’esperienza all’estero, in Cina, prima al Guangzhou Evergrande, che arriva a vincere la Champions asiatica, poi nella nazionale cinese, che sfiora la qualificazione al mondiale di Russia 2018.

Non solo un goleador: una storia incastonata sul gol all’Atalanta

Destino particolare quello di Rampulla. Nato attaccante, diventato ottimo portiere, tutti si ricordano di lui per un gol fatto, piuttosto che per tutti quelli che è riuscito a non prendere, ma la sua storia reale è quella di un ragazzo di provincia che ha saputo cogliere con grande tempismo tutte le occasioni avute, come nell’area di rigore dell’Atalanta, per realizzare un sogno chiamato Serie A.

Racconto a cura di Marco De Zorzi

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