Il disastro dell'Ibrox
Glasgow è anche la capitale scozzese del calcio. Qui hanno sede il Celtic e i Rangers. La lunga rivalità tra le due squadre risale addirittura al primo match disputato dal Celtic. Old Firm è il nome con cui gli scozzesi chiamano questa rivalità che in Scozia ha influenzato società, politica e religione.
E se il 2023 per la Scottish Premier League entra in scena proprio con il derby di Glasgow, i tifosi sugli spalti sicuramente ricorderanno con un minuto di silenzio il 2 gennaio 1971 quando ebbe luogo uno dei più grandi disastri calcistici di sempre: il cosiddetto “2° disastro dell’Ibrox Park” dove 66 persone persero la vita.
All’epoca l’Ibrox, ospitava circa 80mila persone e dopo la tragedia la capienza effettiva fu ridotta agli attuali 50mila spettatori.
Ma riavvolgiamo il nastro. Il 2 gennaio 1971, in campo Rangers e Celtic sono ferme sullo 0-0. La partita è tiratissima. Ad un minuto dalla fine gli Hoops passano in vantaggio con Jimmy Johnstone. Mentre molti tifosi dei Gers stanno abbandonando lo stadio sconsolati, la loro squadra raggiunge il pareggio con Colin Stein. I tifosi euforici, tornano di fretta verso gli spalti per esultare. Ed è proprio in quei concitati istanti, che si consuma la tragedia sulla ripida “Stairway 13”.
I morti sono 66. Secondo la BBC e “The Guardian” tra di loro una trentina di adolescenti e cinque bambini, il più giovane di nove anni. I feriti sono 250.
Tra l’altro, l’Ibrox Park era stato teatro di un’altra tragedia nel 1902, quando, durante la partita tra Scozia e Inghilterra erano morte 25 persone per il crollo di una tribuna del West Stand.
Settimana scorsa ad Ibrox è andato in scena un altro Old Firm e i tifosi di Rangers e Celtic con il loro calore hanno onorato la memoria di queste persone da tutti ricordati come gli “absent friends”.
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