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La tragedia del Maracanazo

A cinque anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la FIFA riorganizza il campionato mondiale. L’ultima edizione prebellica è quella del 1938 in Francia vinta dall’Italia.

Dopo 12 anni, il 24 giugno 1950 inizia la quarta edizione del “Campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori” con 13 squadre partecipanti: 6 europee (Italia, Svizzera, Svezia, Jugoslavia, Spagna, Inghilterra), 4 sudamericane (Brasile, Uruguay, Paraguay, Cile, Bolivia) più USA e Messico.

Il paese ospitante è il Brasile. La formula del torneo è composta da 4 gironi ad eliminazione diretta. Le vincitrici di ogni gruppo (Brasile, Spagna, Svezia e Uruguay) si scontrano in un unico girone all’italiana. La classifica all’ultima giornata dice: Brasile 4, Uruguay 3, Spagna 1, Svezia 0. Al Brasile basta un punto con l’Uruguay per vincere il primo Mondiale.

Sulla carta la Seleção è la favorita. Nei giorni precedenti la partita vengono vendute oltre 500mila magliette con la scritta “Brasile campione”. La CBF, la federazione calcistica verdeoro, addirittura consegna un orologio d’oro ad ogni giocatore con la dedica “Ai campioni del mondo”. Anche Jules Rimet, ideatore del torneo, ha già pronto il discorso per omaggiare la vittoria brasiliana.

Il 16 giugno 1950 va in scena una delle finali più iconiche e drammatiche nella storia dei mondiali di calcio davanti a 174mila tifosi.

Dopo un primo tempo a reti inviolate, Friaça porta in vantaggio il Brasile: sembra fatta ma l’Uruguay rimane in partita e fra il 66’ e il 79’ la ribalta con Schiaffino e Ghiggia. Lo stadio si ammutolisce e al fischio finale l’Uruguay è Campione del Mondo.

Rimet consegna quasi di nascosto all’Uruguay la coppa. La situazione è surreale: le celebrazioni, pronte da giorni, vengono cancellate. L’intera nazione è in lacrime. Secondo la leggenda, si suicidano in 200 mila. Per la stampa è “la più grande tragedia nella storia del Brasile” che passerà alla storia con il nome di Maracanazo.

@tacchettidiprovincia