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Alessandro Lucarelli, O capitano mio capitano

Il Parma nel cuore, in Serie A come in Serie D: la storia di Alessandro Lucarelli, leader fedele della gloriosa squadra dei Ducali. La storia di un uomo valoriale, con un senso etico e di appartenenza che sembra uscito da un’altra epoca.
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Alessandro Lucarelli - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Il calcio italiano è ricco di storie affascinanti, di eroi che emergono dai campetti per diventare leggende indimenticabili.

In questo affascinante panorama spicca il nome di Alessandro Lucarelli, un difensore che ha trasceso il ruolo di calciatore per diventare un'icona del Parma attraverso i momenti più critici della storia gialloblù.

Attraverso i suoi inizi nei campetti, un lungo peregrinare prima della favola salvezza della Reggina e il decennio d'oro al Parma, Lucarelli ha scolpito la sua epopea calcistica con determinazione, passione e un attaccamento unico alle maglie che ha indossato.

Un viaggio che ha rapito il cuore di più di un tifoso, segnando la storia di un uomo che è da molti considerato, probabilmente a ragione, “l’ultima delle bandiere”.

Gli inizi

Il suo viaggio nel mondo del calcio inizia con i primi passi nei campetti, un giovane talento destinato a brillare.

Nato il 22 luglio 1977 a Livorno, Italia, Lucarelli cresce coltivando il suo amore per il calcio sin da bambino. È fratello di Cristiano Lucarelli, altro grande campione del calcio di provincia, che è più vecchio di lui di due anni. I due crescono insieme nei campetti di Livorno e poi nelle giovanili dell’Armando Picchi.

Le strade dei due Lucarelli però si dividono quando, a 16 anni, Alessandro viene arruolato dal Piacenza.

Il cammino nel calcio dei grandi

Prima di diventare un'icona della Reggina, Lucarelli lascia il segno in diverse squadre, cimentandosi in sfide che plasmano la sua identità calcistica.

Dopo aver esordito nel calcio professionistico con il Leffe nel 1997 (in prestito dal Piacenza), Alessandro torna nella città emiliana e proprio coi biancorossi esordisce in Serie A il 13 settembre 1998 nel pareggio interno contro la Lazio.

A Piacenza Alessandro ci rimane 4 anni, facendosi notare per il forte temperamento e la grande abilità nel gioco aereo.

Partito da Piacenza per approdare a Palermo nel 2002, Alessandro disputa alcune stagioni tra A e B con alterne fortune:in Sicilia riesce ad imporsi e trovare lo spazio che merita, ma l’anno successivo a Brescia in Serie A non riesce a disputare neanche una partita di campionato.

Nella stagione 2003-2004 si trasferisce invece in prestito alla Fiorentina, appena ripescata in Serie B, e con i toscani torna protagonista giocando ben 31 gare e contribuendo significativamente al ritorno dei Viola in Serie A.

La stagione 2004-2005 vede proprio il ritorno di Alessandro in Serie A, ma non in maglia viola: Lucarelli passa infatti alla squadra della sua città, il Livorno, e con gli Amaranto dimostra il suo valore come difensore tenace e leader indiscusso.

Alessandro è più di un calciatore; è un capitano, un guerriero in campo con un attaccamento profondo alla maglia che indossa. Le sue caratteristiche distintive includono una determinazione ferrea, una leadership indiscussa e una capacità straordinaria di anticipare il gioco degli attaccanti della nostra massima serie.

Col Livorno Lucarelli segna peraltro il suo primo gol in Serie A, che arriva proprio contro la Reggina, squadra con la quale vivrà un’avventura indimenticabile appena due anni più tardi. Dopo il primo gol ne arriveranno altri tre: una volta tolto il tappo, Alessandro si dimostra e si dimostrerà un difensore assai prolifico.

La Magia della Calabria: Lucarelli alla Reggina

Il suo trasferimento alla Reggina nel 2005 lo porta a congiungersi con grandi glorie del calcio di provincia come Ciccio Cozza, Rolando Bianchi e Nicola Amoruso.

L’anno successivo, nella stagione 2006-2007, Alessandro partecipa ad uno dei più grandi miracoli sportivi del calcio italiano di cui si abbia memoria: in quella stagione la Reggina riceve una pesantissima penalizzazione di 11 punti nell’ambito dello scandalo Calciopoli.

Nonostante la penalizzazione, grazie alla determinazione dei giocatori in rosa, gli Amaranto ottengono sul campo 51 punti in 38 giornate di campionato (40 punti considerando la penalizzazione) e la coppia di attaccanti formata da Nicola Amoruso e Rolando Bianchi mette a segno in totale 35 reti.

Trascinati dai gol dei loro bomber in avanti e da Lucarelli nel reparto difensivo, i calabresi riescono a conquistare una salvezza tanto storica quanto assolutamente insperata, e per questo straordinario risultato tutti i giocatori in rosa vengono insigniti della cittadinanza onoraria di Reggio Calabria.

Il Decennio d'Oro: Lucarelli al Parma

Nel 2008, Alessandro Lucarelli inizia una nuova avventura con il Parma, un capitolo che scrive con dedizione, passione e record indimenticabili.

Nel suo primo anno, Lucarelli si ricongiunge con il fratello Cristiano, e al momento dell’arrivo di Alessandro il Parma milita in Serie B.

La prima stagione è ottima e si chiude con la promozione dei Ducali in Serie A: da lì si aprono degli anni molto positivi per i Gialloblù e per Lucarelli, che guida la difesa con sicurezza e determinazione e va anche in gol stabilmente ogni anno in almeno un’occasione. Nel 2012 diventa vice-capitano della squadra e, all’addio di Stefano Morrone nel 2014, diventa infine capitano a tutti gli effetti.

Quella stagione, però, coincide con il disastro finanziario del Parma, che a causa delle sue dissestate condizioni economiche viene costretto a ripartire dalla Serie D.

Lucarelli potrebbe salpare come altri verso altri lidi, in Serie A ci sarebbero ancora squadre interessate a prenderlo, ma lui è di un’altra pasta: sa che una bandiera, col vento forte, sventola ancora di più. Ha vissuto, in parte, la risalita della Fiorentina dopo il dramma del fallimento e ha salvato la Reggina dal baratro pochi anni prima.

Decide quindi di restare saldamente al comando della nave riducendosi lo stipendio di cinquanta volte e seguire il Parma addirittura in Serie D, conquistando per sempre il cuore dei tifosi emiliani.

E poi questa esperienza gli fornisce l’occasione di segnare un record unico nella storia del Parma: segnando contro il Lumezzane il 30 dicembre 2016, infatti, Lucarelli diventa il primo giocatore Crociato a segnare in tutte e quattro le prime categorie, dalla Serie A alla Serie D.

Da lì, il finale di carriera di Lucarelli è un crescendo continuo di gioie e successi, perché con lui come capitano il Parma conquista una promozione dopo l’altra, avanzando in Serie C al termine della stagione 2016-2017 e in Serie B al termine di quella successiva.

A 40 anni, Lucarelli rinnova il contratto per restare in gialloblù e contribuire alla terza promozione consecutiva. È il faro che guida l’impresa, dimostrando ancora una volta il suo attaccamento unico al club.

Risultato raggiunto: il 27 maggio 2018. il Parma è al Tardini a festeggiare il tanto atteso ritorno nel campionato dei grandi.

Questa festa segna la fine di un'era gloriosa: a 41 anni Lucarelli annuncia il suo ritiro dal calcio professionistico, lasciando dietro di sé una carriera straordinaria all’insegna della fedeltà e della dedizione e un'eredità che va oltre i confini del campo di gioco. Il suo contributo al Parma va oltre i numeri; è una storia d'amore con la maglia, un'affinità che risuona nelle vittorie e nelle sfide, nei momenti di trionfo e nelle avversità.

La sua bandiera sventola ancora orgogliosamente, simbolo di un'epoca indimenticabile per i tifosi e per il calcio italiano. e lo testimonia il fatto che Alessandro è ancora lì, e anche se ha appeso, come si suol dire, gli scarpini al chiodo, non ha mai smesso di dare il suo contributo alla causa ducale.

Dal 2018, infatti, Lucarelli è subito entrato a far parte della dirigenza del Parma, aiutando così i tifosi, e tutti noi appassionati, a mitigare il boccone amaro del suo addio al calcio giocato.
 

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