Massimo Margiotta, il Venezuela in biancorosso
Tre stagioni al Pescara e poi una carriera che attraversa l’Italia da Sud a Nord fino all’approdo nel capoluogo berico. Rete su rete, Massimo Margiotta è diventato familiare a molti appassionati di calcio, specialmente quelli della serie cadetta, dove si è imposto come uno degli attaccanti più importanti nel primo decennio degli anni Duemila.
Maracaibo, mare forza nove
Massimo Margiotta nasce a Maracaibo, in Venezuela, il 27 luglio del 1977.
Arriva però presto in Italia, la patria d'origine della sua famiglia, e si stabilisce già all'età di 8 anni nella provincia dell'Aquila tra le montagne abruzzesi.
Gioca bene a pallone: non è ancora maggiorenne quando esordisce in Serie B con la maglia biancoazzurra del Pescara. È il 1994,e il giovane attaccante diventa rapidamente un giocatore chiave del Delfino.
Gioca tanto, ma segna poco. Nelle prime tre stagioni della sua carriera da professionista, Massimo mette a segno appena sette gol. Eppure Mister Rumignani, Mister Oddo e Mister Delio Rossi poi vedono qualcosa in quel ragazzo: lo impiegano spesso e con continuità, comprendendo che il giovane di Maracaibo ha in sé molto più di quanto non traspaia dal tabellino a fine gara.
Fuggire sì ma dove?
C’è bisogno di un cambio di aria perché il ragazzo mostri appieno tutto il suo potenziale: nel ‘97 viene acquistato dal Cosenza, che milita in serie C e l'italo-venezuelano, al superamento dei vent'anni, vive un'annata cruciale.
Per la C1, Margiotta è un fuoriclasse. La squadra calabrese trionfa nel girone B, galvanizzata dai gol del suo goleador, il quale realizza ben 19 reti e si aggiudica il titolo di capocannoniere del girone.
I gol di Margiotta valgono ai cosentini l’immediato ritorno in Serie B, e l’exploit straordinario del centravanti gli vale l’interesse di molte squadre della serie cadetta, tra cui i giallorossi del Lecce, che lo prelevano dai vicini calabresi nell’estate del 1998. Coi pugliesi gioca solo mezza stagione, ma la gioca molto bene: ben 7 gol arrivati al giro di boa, quando viene a sorpresa acquistato dalla Reggiana.
Nonostante il cambio di squadra, l'attaccante mantiene un rendimento elevato e si distingue anche in Emilia, segnando 10 gol in 18 partite. Al termine della stagione 1998-1999 di Serie B, chiude con un totale di 17 gol.
Grazie alla pioggia di gol in C1 e in B, Margiotta passa all’Udinese nell’estate del 1999. La concorrenza è fortissima perché in attacco i Friulani possono contare su Poggi, Sosa e Muzzi, ma il nostro campione dall’animo latino riesce a emergere ugualmente, soprattutto nelle competizioni europee.
Nel 1999-2000, la squadra friulana raggiunge i quarti di finale di Coppa UEFA, superando l’Alborg e il Legia Varsavia, ed eliminando il Bayer Leverkusen ai sedicesimi con una clamorosa doppietta di Margiotta messa a segno in soli 10’ che permette ai Bianconeri di ribaltare lo 0-1 interno con un sorprendente 1-2 in terra tedesca.
La stagione successiva, complici alcune partenze tra cui quella di Poggi, Margiotta gioca più regolarmente ed è protagonista di una stagione eccellente con l’Udinese.
Segna 11 gol tra Serie A, Coppa Italia, Coppa UEFA e Coppa Intertoto, trofeo che peraltro viene vinto proprio dalle zebrette grazie anche ai gol di Massimo.
Che nel 2001 lascia il Friuli per altri lidi…
... za za! A Vicenza
Nel 2001, dopo una lunga peregrinazione, Margiotta approda nella città che entrerà nel suo cuore e che più di tutte caratterizzerà il suo percorso di calciatore.
Dopo aver salutato l’Udinese, il calciatore venezuelano si trasferisce al Vicenza, facendo ritorno in Serie B. Lì incontra una nostra vecchia conoscenza, Lamberto Zauli, e insieme a lui e Stefan Schwoch va a comporre un reparto offensivo di altissima qualità.
I biancorossi sono appena retrocessi nella serie cadetta e il loro obiettivo è un rapido ritorno nella massima serie: bomber Margiotta dà il suo contributo a suon di gol perché questo progetto si concretizzi, ma purtroppo il suo cospicuo bottino di 15 gol non è sufficiente a spingere i veneti in zona promozione. Il Lane termina infatti il campionato con un modesto nono posto e anzi, come sappiamo, da lì ai giorni nostri i berici non riusciranno più a riconquistare la vetta del calcio italiano.
Nell'anno successivo, il Vicenza tenta di nuovo di riconquistare la Serie A, ma riesce solo a migliorare leggermente il proprio piazzamento conquistando un settimo posto. Dal canto suo, Massimo continua a giocare bene, segnando 11 gol in campionato e andando in rete anche in Coppa Italia, dove i biancorossi raggiungono i quarti di finale sorprendendo un po’ tutti.
In ogni caso, le prime due stagioni a Vicenza sono per Margiotta un successo, e anche se la squadra non raggiunge gli obiettivi che si era prefissata si può dire che le prestazioni individuali del nostro centravanti latino non abbiano deluso.
La stagione successiva, infatti, Margiotta si trasferisce a Perugia: è legato al Vicenza, ma le sirene della Serie A lo chiamano con grande impeto e Massimo vuole giocarsi le sue ultime chance nel calcio dei grandi.
Perugia, Vicenza e altre storie
Come detto, nel corso della stagione 2003, Massimo Margiotta vive un breve ma significativo ritorno nella massima serie del calcio italiano indossando la maglia del Perugia. Tuttavia, il suo periodo con la squadra umbra si interrompe a gennaio, - nonostante il discreto bottino di 4 gol in 16 partite dimostri che Massimo possa ancora dire la sua in Serie A - e fa ritorno all’amato Vicenza.
Segna ancora tanto, ma nonostante i suoi 10 gol durante la stagione il Vicenza non riesce ancora a conquistare la promozione in Serie A.
L’anno successivo si ripete, segnando ancora dieci reti e sforzi dell'attaccante venezuelano. La stagione successiva, il campionato 2004-2005, segna la conclusione della sua esperienza con il Vicenza. Ancora una volta, Margiotta dimostra il suo valore, realizzando 10 gol in campionato.
Queste due stagioni gli valgono la convocazione nella Nazionale venezuelana, convocazione a cui Massimo risponde positivamente con grande entusiasmo: del resto, l’attaccante non aveva mai debuttato con la Nazionale italiana dei grandi, avendo solo collezionato qualche convocazione tra i giovani dell’Under 18 e 21 e con la Nazionale olimpica.
Purtroppo, il destino non è altrettanto generoso con la sua squadra: al termine della stagione 2004-05 il Vicenza subisce una dolorosa retrocessione dopo la sconfitta nei play-out contro la Triestina.
Il Lane verrà poi ripescato in seguito alla retrocessione del Genoa in Serie C per illeciti sportivi, ma nel frattempo Massimo passa al Piacenza, dove segna 4 reti, e poi al Frosinone, dove disputa un’ottima prima stagione condita da 11 gol e un altrettanto deludente secondo anno in cui il centravanti riesce ad andare in gol in una sola occasione.
Ancora Vicenza, il Barletta e il ritiro
Si torna sempre dove si è stati felici, e così Massimo torna ancora una volta sotto la Curva Sud, a Vicenza, segnando così l'inizio delle sue ultime stagioni calcistiche.
Trascorre altri due anni in biancorosso, continua a trovare spazio ma la sua proverbiale prolificità comincia ad affievolirsi. Gonfia la rete solamente 5 volte e così, rendendosi conto che le pagine più belle della sua storia con il Lane sono già state scritte, prende la decisione di scendere di categoria, unendosi al Barletta in Lega Pro.
Tuttavia, anche qui l'attaccante lotta per trovare la via del gol, e decide così di appendere gli scarpini al chiodo al termine della stagione 2010-2011, entrando a far parte dello staff tecnico del suo Vicenza.
Oggi Margiotta è il responsabile del settore giovanile del Verona e lavora incessantemente per regalare al nostro calcio talenti cristallini come quello di quel ragazzo venezuelano che, un giorno, attraversò l’oceano per condividerlo con tutti noi.
Za za!