BVB, un muro fino alla fin...ale
Dopo aver raccontato della grande delusione Liverpool, retrocediamo di una stagione, incontrando una squadra carica di fascino e di analogie con i protagonisti dello scorso episodio.
Siamo a Dortmund, stagione 2012-13, e l’allenatore è colui che diventerà un vero e proprio simbolo dei Reds: Jurgen Klopp.
La tifoseria, quel Muro Giallo che si erge al Westfalenstadion, è tra le poche degne di un confronto con la mitica Kop di Anfield.
“BVB”, Ballspiel-Verein Borussia, è il nome completo che giganteggia nello stadio detentore del record europeo di presenza media che supera addirittura la soglia degli 80.000.
Una squadra che deve confrontarsi da decenni con la corazzata Bayern Monaco senza grandi possibilità di vittoria… prima dell’arrivo di uno dei più grandi allenatori di tutti i tempi.
Il mago Klopp
Jürgen Klopp, dopo aver concluso una modesta carriera da calciatore trascorsa interamente al Mainz, viene subito ingaggiato come allenatore dalla stessa squadra tedesca e in pochi mesi diventa idolo indiscusso dei tifosi, centrando l’immediata promozione in Bundesliga, oltre ad una clamorosa qualificazione in Coppa Uefa.
E così, nel 2008, il suo destino incrocia quello di un Borussia speranzoso di migliorare il 13esimo posto ottenuto in campionato.
Neanche il tempo di ambientarsi, ed ecco che a Dortmund si capisce che qualcosa sta cambiando. La prima partita ufficiale con Klopp in panchina, è infatti la super sfida contro i bavaresi, per la Supercoppa di Germania.
Il Bayern, come sempre, aveva trionfato in Bundes e DFB Pokal, con il Borussia finalista nella coppa nazionale, e il pronostico sembra scontato. Ma la magia del coach tedesco inizia a prendere vita, e i gialloneri trionfano incredibilmente per 2-1, mettendo in bacheca il primo trofeo del nuovo ciclo.
Inizia così la storia di un Dortmund vincente, con diversi campioni del calibro di Robert Lewandowski, Mario Götze, Marco Reus, Mats Hummels a trascinare il BvB a risultati impressionanti.
Il ribattezzato mago imprime il suo gioco, il bomber polacco è inarrestabile, e arrivano due clamorosi titoli nazionali consecutivi nel 2011 e nel 2012.
Vespe Europee
Arriviamo alla stagione della nostra storia, quella del sogno chiamato Coppa dalle grandi orecchie.
In campionato il Bayern, sconfitto e ferito nelle due precedenti stagioni, gonfia il petto e rimane in testa dalla prima all’ultima giornata per una Bundesliga mai in discussione. Il Borussia Dortmund però, macchina da gol e spettacolo, è focalizzato sulla Champions League.
Il sorteggio dei girone non sembra strizzare l’occhio ai gialloneri che finiscono in un girone di ferro con Real Madrid, Man City e Ajax. Gli uomini di Klopp però partono alla grande e dominano il gruppo con 14 punti ottenuti grazie a quattro vittorie e due pareggi. Risultato impronosticabile che estromette il City dalla competizione, in un Westfalenstadion teatro di tre vittorie su tre dei padroni di casa.
Agli ottavi arriva lo Shakhtar, capace di strappare un pareggio per 2-2 in Ucraina. Neanche a dirlo, la legge del Muro Giallo è servita. Ritorno senza storia con un 3-0 secco grazie a un Mario Gotze in formato europeo.
Ai quarti la sorpresa Malaga della bestia Baptista e di un giovanissimo Isco. Indovinate un po’? 0-0 in Spagna… 3-2 a Dortumund con Lewandowski a scaldare i motori per le partite che contano e le Vespe centrano la semifinale con grande sofferenza grazie al gol di Santana nel recupero.
Poi, arriva il Real Madrid. Squadrone favorito alla vittoria finale già sconfitto ai gironi. Andata in Germania, e prova di forza mostruosa dei padroni di casa con 4 gol di Lewandowski, il primo a segnare un poker in una semifinale di champions. Il tabellino finale reciterà 4-1, e a nulla servirà il 2-0 madridista nella gara di ritorno.
L’armata di Klopp è in finale di champions. Semplicemente incredibile. Ma, ironia della sorte, troverà sulla sua strada la squadra di Monaco. I rivali acerrimi del Bayern che hanno appena asfaltato il Barca dei fenomeni con un 7-0 complessivo.
Se il Dio del calcio strizzasse sempre l’occhio ai romantici, una vittoria giallonera sarebbe diventata realtà ma il crudo e amaro epilogo, in quel 25 maggio al Wembley Stadium di Londra, è differente.
La finale di Champions 2013
Il Bayern trova subito il vantaggio con Mandzukic, ma il Borussia agguanta il pari grazie al rigore di Gundogan. Tutto lascia presagire i tempi supplementari, ma Arjen Robben “colpevole” della sconfitta dell’anno precedente contro il Chelsea, vuol essere ricordato come un vincente.
E al minuto 89’ il sogno del Borussia Dortmund viene infranto da uno dei gol più affascinanti della storia della Champions. Lancio dalle retrovie per Ribery, tacco per l’olandese che sguscia tra due avversari e spiazza Weidenfeller con un tocco al velluto di mancino.
Speranza distrutte. Il Bayern conquista il suo quinto titolo europeo e, oltre al danno la beffa, contribuisce a chiudere definitivamente il ciclo giallonero con Bomber Lewandowski, Götze e Hummels che si trasferiscono a Monaco di Baviera. Tutto mentre il mago Klopp, dopo aver tentato l’impresa per altre tre stagioni, si trasferisce a Liverpool per costruire una delle squadre più forti di sempre.
Il calcio però non dimentica e quelle maglie giallonere, il muro, le coreografie e la squadra capace di far innamorare il pubblico di tutto il mondo rimarranno per sempre nella storia.