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Francesco Farioli, il filosofo di Barga

Classe 1989, uno dei più giovani allenatori in circolazione, dopo i record ottenuti in Turchia sta ora stupendo tutti in Ligue 1 alla guida del Nizza. Un mister cresciuto tra campo e lavagna, e su cui per primo ha creduto Roberto De Zerbi.
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Francesco Farioli - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Nell’agosto del 2015 si gioca un abbastanza anonimo turno preliminare di Coppa Italia tra Foggia e Lucchese. I toscani sono guidati da un giovane Francesco Baldini, altrettanto giovane è l’allenatore dei satanelli, Roberto De Zerbi, ma il nome di quest’ultimo ha già cominciato a circolare parecchio nei centri federali come possibile nuovo talento della panchina.

Ciò che molto probabilmente questo Foggia-Lucchese consegnerà alla storia del gioco non è tanto il risultato (2-1 per i padroni di casa), quanto il successivo dettagliatissimo report scritto da un giovane aspirante allenatore incentrato proprio sulla filosofia di gioco dei ragazzi di mister De Zerbi.

L’analisi passa anche sulla scrivania proprio di quest’ultimo, che si appunta sul taccuino il nome dell’autore: Francesco Farioli.

Nel testo non si parla solo di mera tattica. C’è molto di più: osservazioni, analisi di comportamenti, focus su pensiero e mentalità collettive ed individuali. Farioli, d’altronde, nel 2008 ha abbandonato il ruolo di portiere nel calcio dilettantistico per potersi laureare in filosofia, con una tesi che in realtà ci racconta di come la passione per il gioco più bello del mondo in lui in realtà non sia mai scemata: “Filosofia del gioco: l’estetica del calcio e il ruolo del portiere”.

Qualche anno dopo, quando a mister De Zerbi viene chiesto di provare a salvare il Benevento in serie A, non ha dubbi per scegliere chi si dovrà occupare dei propri estremi difensori: “chiamatemi quel ragazzo, il filosofo”

Oggi il ragazzo nativo di Barga, Lucchesia settentrionale, a soli 35 anni in Ligue 1 con il suo Nizza sta facendo vacillare i petroldollari del PSG.

Metti un finlandese a Sassari…

Jarkko Tuomisto è ancora oggi il braccio destro di Francesco Farioli nella sua avventura in Ligue 1. È lui infatti a prendersi cura della preparazione fisica e tecnica dei portieri del Nizza, dopo aver seguito il mister toscano anche nella sua precedente esperienza turca alla guida dell’Alanyaspor.

Nel 2015 il buon Jarkko è invece probabilmente l’unico finlandese a trovarsi in Sardegna non per motivi di villeggiatura. È il preparatore dei portieri dell’Arzachena, club calcistico della Costa Smeralda da poco approdato nel calcio professionistico.

Ora, quale sia la ragione che abbia portato Jarkko dal FC Honka, squadra di Serie A finlandese, all’Arzachena non è ancora oggi dato di sapersi. Quel che conta è che quell’anno il finlandese, parlando con il collega della Fortis Juventus, squadra di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, gli consiglia di inviare un cv a tal Roberto Olabe, ex calciatore e allenatore della Real Sociedad.

Olabe, infatti, ha ricevuto l’incarico dal governo qatariota di recarsi in Medio Oriente per provvedere alla formazione dei giovani calciatori locali in vista affinchè possano migliorare la propria tecnica e cultura del gioco in vista del mondiale casalingo del 2022. Il progetto ha un nome e un cognome: “Aspire Academy”.

Sia Farioli che Tuomisto vengono selezionati. Al toscano viene assegnata la nazionale qatariota under 17. Una specie di docente, che dovrà dividersi tra calcio e lavagna. Per insegnare calcio in una nazione ancora piuttosto vergine da questo punto di vista.

Un lavoro che, tuttavia, Francesco non potrà completare. Perché nel frattempo il suo nome è finito sul taccuino di mister De Zerbi. E nel 2017 arriva la chiamata: “Vieni con me a Benevento”

Il fratello Roberto

Ci ha messo una zampata bella decisa il Destino per far incontrare i due. Stessa filosofia, termine non casuale, stessa idea di gioco, stessi principi, stessa fame e stessa voglia di stupire, e di convincere tutti che si può fare anche in maniera diversa rispetto a come si è fatto fino ad adesso.

Il Benevento non riescono a salvarlo, ma a farlo retrocedere giocando bene sì. E l’anno seguente a credere nel progetto-De Zerbi è il signor Squinzi, illuminato imprenditore e patron del Sassuolo, squadra praticamente senza seguito ma con discreta disponibilità economica: in poche parole, l’ambiente migliore in cui un giovane rivoluzionario e ambizioso allenatore possa esprimersi, comunque ai massimi livelli ma distante dalle pressioni delle piazze più asfissianti.

I neroverdi stupiscono l’intera Serie A grazie a un gioco frizzante praticato quasi sempre palla a terra. Fraseggi corti, interscambio di posizioni tra i giocatori, spasmodica ricerca dello spazio utile per far risaltare il talento individuale degli interpreti. Quel Sassuolo è il biglietto da visita che vale poi a mister De Zerbi la chiamata del Brighton in Premier League, dopo essere stato inspiegabilmente ignorato da quasi tutti i club italiani di medio alta classifica. Quel modo di pensare il calcio sta facendo stropicciare gli occhi anche ai super tradizionalisti signori del calcio d’Oltremanica, da un po' di tempo costretti ad aprirsi alle varie correnti di pensiero estere. Gli stessi personaggi, da Guardiola a Klopp, passando per Arteta e Ten Haag, che oggi spendono parole al miele per il gioco espresso dai “gabbiani”.

Il biglietto per il sud dell’Inghilterra Farioli non lo prende. Tutto per colpa, o per merito, dell’attività di docenza calcistica che nel frattempo ha sempre portato avanti.

In tal senso vale come una laurea ad honorem la chiamata del Barcellona, che invita l’allenatore toscano ad raccontare il proprio pensiero a La Masia, il luogo dove nascono e crescono tutti i talenti del calcio blaugrana.

A rimanere particolarmente impressionato dalle sue esposizioni è un certo Cagdas Atan, ex difensore turco con un trascorso anche in Germania e Svizzera, con le maglie di Energie Cottbus e Basilea, da poco nominato, dopo un lungo apprendistato, primo allenatore dell’Alanyaspor, serie A turca.

Farioli e Atan sfiorano il miracolo, dal momento che il club arancione-verde rimane per 14 giornate in vetta alla classifica, davanti alle superpotenze di Istanbul della SuperLig (Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas).

Il 21 gennaio 2021 Farioli abbandona il sud della Turchia per firmare un contratto di due anni e mezzo con il Fatih Karagumruk, diventando, a 31 anni, l’allenatore italiano più giovane in un campionato estero. L’anno seguente, dopo aver battuto anche il Besiktas futuro campione, rescinde e torna all’Alanyaspor, che conduce fino al quinto posto, con tanto di record di punti nella storia del club.

Nel contempo conclude la propria formazione da allenatore, venendo ammesso al corso UEFA Pro, riuscendo poi a conseguirne il relativo patentino. Rendendosi pronto a tutti gli effetti per la propria prima grande occasione

Un nuovo Davide, il solito Golia

Il 30 giugno 2023 il Nizza lo annuncia come proprio allenatore. Contratto biennale, perché i progetti hanno bisogno di tempo. Perché, come lo stesso Farioli ha imparato, “anche i palazzi più imponenti vanno costruiti un mattone per volta”.

La prima telefonata del mister è per il capitano della squadra, che il destino non può non fare in modo che non si chiami Dante. Difensore classe 1983, 6 anni più vecchio del proprio nuovo allenatore.

“Seguitemi, ci divertiremo”

Gli aquilotti sono un club ambizioso, di proprietà della Ineos, colosso britannico nel settore chimico, che molti vogliono ora interessato all’acquisizione nientemeno che del Manchester United.

Nel mare della serie a francese gira però uno squalo troppo vorace, chiamato Paris Saint Germain, che tra stelle e petroldollari divora tutto ciò che incontra nel proprio cammino. Chi ha provato a sfidare i parigini ponendosi sullo stesso piano, quello dei soldi, è rimasto presto scottato come Icaro che si avvicina al sole (per informazioni citofonare a Montecarlo alla sede del Monaco).

C’è una sola via per contrastare questo monopolio: quella delle idee. Basta quindi con i nomi altisonanti messi sotto contratto dal club rossonero nelle stagioni precedenti, e poi rivelatisi giocatori pressochè finiti (da Ross Barkley a Aaron Ramsey), largo invece a giocatori funzionali al progetto tecnico dell’allenatore. Come Jeremy Boga, che Farioli conosce bene, avendolo già avuto al Sassuolo; o Terem Moffi, centravanti nigeriano di struttura, cresciuto chissà come nella lontana Lituania.

C’è spazio anche per giocatori veri in cerca di riscatto, come Todibo, partito troppo giovane dalla Francia e incapace di lasciare il segno nella ristrutturazione del Barcellona, o come Morgan Sanson, mai in grado di mantenere le altissime aspettative in Premier League con la maglia dell’Aston Villa.

Probabilmente non basterà per scucire il tricolore dal petto degli onnipotenti parigini. Ma al momento la classifica dice: “PSG primo, Nizza secondo”. Una finestra con vista sulla prossima rinnovatissima Coppa dei Campioni.

Il filosofo di Barga, guidato dalle teorie di Hegel su tesi e antitesi, sta mettendo in piedi il proprio calcio. La sensazione è che sia meglio mettersi comodi, ma nemmeno troppo. Perché il suo calcio filosofico molto presto irromperà anche nel football che tutti noi conosciamo.

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