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Il Milan di Sacchi distrugge il Real Madrid

Ci sono delle vittorie che non assegnano un titolo ma che lasciano comunque il segno. Il 5-0 rifilato dal Milan al Real Madrid, il 19 aprile 1989, in Coppa dei Campioni è una di queste.

Una vittoria che sorprende il panorama calcistico dell’epoca. Una partita che consegna il palcoscenico a una delle massime espressioni degli Immortali di Sacchi e a uno dei momenti più belli dell’era rossonera di Berlusconi.

La semifinale di ritorno è resa ancora più accesa dall’1-1 dell’andata al Bernabeu (gol di Van Basten) e dalla presenza a San Siro di 73.112 spettatori. La partenza del Milan è micidiale. I rossoneri vanno subito all’attacco e dopo 18’ passano in vantaggio con Ancelotti con un tiro dalla distanza. Il Real non ha il tempo di riorganizzarsi e subisce il raddoppio. Rijkaard di testa, al 25’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Tassotti, insacca alle spalle di Buyo. Prima dell’intervallo, il Milan mette in ghiaccio la partita. Anche Gullit di testa, su assist di Donadoni, gonfia ancora la rete.

Nella ripresa il copione non cambia, anzi è una partita a senso unico. Sul tabellino marcatori però manca ancora il terzo olandese: Van Basten. L’attaccante si iscrive al 49’ quando con un sinistro potente trafigge il portiere avversario. Ci pensa Donadoni, a sugellare la manita rossonera, con un rasoterra velenoso che batte l’estremo difensore madridista.

Un Milan perfetto elimina il Real e dopo 20 anni raggiunge la finale di Coppa dei Campioni dove batterà 4-0 la Steaua Bucarest vincendo la sua terza Coppa dei Campioni, la prima dell’era Berlusconi.

L’impresa contro il Real è definita da molti come la partita della svolta tanto che Capitan Baresi a fine partita dirà: “Avevamo capito che eravamo davvero sul punto di cambiare la Storia. E tutti i tifosi erano con noi”.

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