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Giampaolo Pazzini, indice e medio sotto agli occhi

Giampaolo Pazzini è stato un attaccante fenomenale nel gioco aereo ed infallibile dagli 11 metri (percentuale di realizzazione del 95.8%), vanta 25 presenze e 4 gol con la maglia della Nazionale.
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Giampaolo Pazzini - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Nativo di Pescia, a soli 15 anni entra nel settore giovanile dell’Atalanta e a 19 è già titolare in prima squadra. Nella stagione  stagione 2003-2004 l’Atalanta disputa la Serie B ed ha un solo grande obiettivo: tornare nella massima serie. Quest’ultimo verrà raggiunto grazie anche ai 9 gol di Pazzini.

In Serie A l’impatto del pazzo è più che positivo: nei primi sei mesi di stagione realizza 6 gol (3 nelle prime 7 giornate di Seria A)  tra campionato e Coppa Italia. 

A gennaio però la Fiorentina neopromossa ha bisogno disperatamente di gol salvezza e sborsa 6.5 milioni per garantirsi le prestazione del Pazzo, che dopo sei anni saluta Bergamo.

Alti e bassi in maglia Viola

La Fiorentina a gennaio 2005 è in grandissima difficoltà e staziona nella zona calda della classifica. 

Pazzini non offre un contributo eccezionale ma realizza comunque 3 gol importantissimi: 1 nel pareggio interno con la Reggina, 1 nella vittoria interna contro l’Inter ed 1 nel prestigiosissimo pareggio casalingo contro l’ odiata Juventus. 

Al termine della stagione vince l’Oscar come miglior giovane del campionato 2004-2005, è uno dei più grandi prospetti del calcio Italiano, e il suo modo di esultare mettendo indice e medio davanti agli occhi è già iconico. 

Nell’estate 2005 giunge sulla panchina Viola giunge Cesare Prandelli, che mette al centro del suo attacco il neo-acquisto Toni, e Pazzini non può che farne le spese, trovando la via della rete in maniera poco continua.

Non è un momento particolarmente esaltante per la carriera di Pazzini, ma il 24 marzo 2007 mette da parte tutto ed entra nella storia della Nazionale.

In occasione dell’inaugurazione del nuovo Wembley Stadium, si sfidano le formazione Under-21 di Italia ed Inghilterra. Il match finirà con uno scoppiettante 3-3 e Pazzini si rende protagonista con una epica tripletta

Al termine della stagione 2006-2007 la Fiorentina c’entra l’obiettivo Coppa Uefa, e Toni saluta per dirigersi al Bayern Monaco.  La stagione 2007-2008 dovrà essere quella della consacrazione per il bomber toscano, che coltiva il sogno di essere convocato per Euro2008. La stagione a livello individuale non andrà benissimo in realtà: segna solo 9 gol in Serie A, 0 in Coppa Uefa (il cammino Viola si interromperà solo in semifinale) ma la squadra riesce comunque a raggiungere la qualificazione per la Champions League.

Triste e deluso per l’annata sotto le aspettative, Pazzini rimane in Viola soltanto altri 6 mesi ed a gennaio 2009 si trasferisce alla Sampdoria di mister Walter Mazzarri.

Cassano&Pazzini

A Genova Pazzini trova Antonio Cassano, con cui nasce subito una naturale intesa. Nei primi 6 mesi in maglia blucerchiata Pazzini porta indice e medio davanti agli occhi ben 15 volte in 23 partite, portando la squadra in finale di Coppa Italia dopo avere eliminato l’Inter in semifinale grazie a un epico 3-0 in casa, dove il Pazzo realizza una doppietta preceduta dal gol in apertura di Cassano. Nel mezzo il 28 marzo 2009 trova l’esordio in Nazionale, condito da un gol nella vittoria esterna contro il Montenegro.

La finale contro la Lazio non ha un esito positivo: nonostante l’immancabile firma di Pazzini che pareggia il vantaggio iniziale di Zarate, ai rigori è la compagine biancoceleste a spuntarla. A fine stagione mister Mazzarri saluta e al suo posto viene chiamato Luigi Delneri.

La stagione 2009-2010 parte benissimo per Pazzini&co: alla sesta giornata segna il gol del definitivo 1-0 nella vittoria interna contro l’Inter che vale la testa solitaria della classifica.

Al termine della stagione saranno ben 19 i gol in Serie A che aiuteranno i Blucerchiati a raggiungere la qualificazione per i preliminari di UCL, e la convocazione per i Mondiali Sudafricani del 2010 è cosa scontata per Il PazzoL’esito sportivamente tragico di quel Mondiale lo conosciamo tutti, e la testa di Pazzini è già volta ai preliminari di UCL, dove gli avversari sono i temibili tedeschi del Werder Brema.

In quel doppio scontro, Il Pazzo dà il meglio di sè e all’andata segna il gol che tiene aperte le speranze doriane  –  sconfitti per 3-1 - e al ritorno segna una splendida doppietta che però non basterà per qualificarsi alla fase a gironi, nonostante la vittoria interna per 3-2.

Milano

Prossimo ai 27 anni, per Pazzini arriva la chiamata dell’Inter campione di tuttoche lascia la sua amata Samp dopo 48 gol in 87 presenze.

L’esordio con la nuova maglia è da brividi ed è scolpito nei ricordi di tutti i tifosi Nerazzurri: il 30 gennaio 2011, l’Inter è sotto in casa contro il Palermo per 0-2. All’intervallo mister Leonardo decide di spedire in campo Il Pazzo, che ribalta subito il match. Prima con una splendida girata segna il gol dell’ 1-2 e poi con un colpo di testa, più simile ad una cannonata in verità, pareggia i conti. Come ciliegina sulla torta si procura il rigore che viene realizzato da Eto’o per il 3-2 definitivo. Il bomber toscano è già idolo dei tifosi, e da lì ai successivi 4 mesi segna in totale 11 gol in 17 presenze in Serie A con la maglia nerazzurra. Al termine della stagione arriva anche il primo trofeo della carriera: la Coppa Italia vinta nella finale contro il solito Palermo.

Nell’estate 2011 l’Inter perde Samuel Eto’o, e la stagione 2011-2012 sarà negativa sia per Pazzini (solo 8 gol totali), sia per l’Inter che terminerà il campionato in zona Europa League.

Mancata la convocazione per Euro2012, Pazzini non rientra più nei piani della società nerazzurra e così viene spedito al Milan in cambio di Cassano e 7.5 milioni.

Il Milan dove giunge l’attaccante toscano, ha appena visto i suoi due giocatori migliori  andarsene a Parigi – Ibra e Thiago Silva – e l’ obiettivo stagionale è il terzo posto che vuol dire preliminari di Champions League.

Con la nuova maglia Pazzini parte subito bene e alla seconda presenza segna subito una tripletta nella vittoria esterna contro il Bologna. Nonostante una stagione in saliscendi il Milan raggiunge l’obiettivo terzo posto, e Il Pazzo segna ben 15 gol in Serie A. Nelle successive due stagioni, complici anche tanti problemi fisici, Pazzini non trova più la porta con la porta con la consueta regolarità e a giugno 2015 lascia il Milan per trasferirsi a Verona. 

Verona

Il primo anno con la maglia scaligera segna 6 gol e l'annata termina con un’amarissima e inaspettata retrocessione in Serie B. Nonostante la delusione della retrocessione Pazzini decide comunque di rimanere a Verona e grazie ai suoi 23 gol riporta subito l’Hellas nella massima serie.

La stagione 2017-2018 lo vede andare in prestito a gennaio al Levante, e anche lì Pazzini riesce a trovare il modo per farsi amare dai suoi tifosi: al minuto 89 la compagine Valenciana è sotto in casa per 1-2 contro il grande Real Madrid, ma Pazzini trova il modo di infilare Navas e fissare il punteggio sul risultato definitivo di 2-2. 

A giugno torna di nuovo a Verona e c’è di nuovo una Serie B da vincere per tornare in Serie A: detto fatto, grazie ai suoi 10 gol nella regular season a cui si aggiungono i 2 nei playoff il Verona è di nuovo in Serie A.

La stagione 2019-2020 è l’ultima di Pazzini. Sono solo 4 i gol messi a segno, ma ce n'è uno che rimarrà scolpito per sempre nella memoria dei tifosi veneti: quello su rigore realizzato contro la Juve di CR7 che regala al Verona la vittoria per 2-1. Al termine della stagione,  il Pazzo si ritira e termina la sua carriera con 191 gol segnati. 

Cosa dire su questo giocatore? Beh, se si vuole essere sinceri ci sono stati attaccanti che sicuramente sono stati più forti ed hanno segnato di più, ma ben pochi si sono fatti amare quanto lui da tutti i tifosi delle maglie che ha indossato.

Racconto a cura di Nicola Pedrini

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