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Andy Selva, Titanico

Andy Selva detiene il record di marcature con la maglia della Nazionale di San Marino, una delle Selezioni più deboli del panorama calcistico mondiale. Eppure Selva “la Belva” è e sempre sarà l’idolo di ogni abitante della Repubblica del Titano.
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Andy Selva - Illustrazione Tacchetti di Provincia

Ogni mese la FIFA stila il ranking delle Nazionali a lei affiliate: la Federcalcio mondiale conta ad oggi 211 affiliate, l’ONU 193 stati membri.

In base al ranking di Aprile 2024, al primo posto c’è l’Argentina, campione del Sudamerica e del Mondo in carica, seguita da Francia e Belgio. La Nazionale italiana occupa il nono posto ed in passato, nel 1993 e nel 2007, è stata anche al primo posto.

Di contraltare, gli ultimi tre posti del ranking sono occupati da Isole Vergini americane, Anguilla e San Marino. Il piccolo Paese che confina solo con il nostro territorio, da due stagioni occupa, stabilmente, l’ultima posizione, pur avendo come best position la 118 raggiunta nel lontano 1993.

Affiliata a FIFA e UEFA, dal 1988, San Marino partecipa alle qualificazioni europee, mondiali, è nella fascia D di Uefa Nations League e chiude sempre i propri gironi di qualificazione all’ultimo posto, segnando a fatica ed incassando sempre diverse reti. Il motivo? San Marino è il quinto Stato più piccolo come estensione territoriale al Mondo e quartultimo per numero di abitanti. Insomma: è praticamente impossibile trovare talenti da Nazionale in un Paese con così pochi abitanti; per intenderci, più grandi di San Marino ci sono almeno 200 città italiane e la nostra Repubblica è giustappunto, cinquemila volte più grande.

Eppure questa Nazionale rappresenta un popolo fiero dei propri confini, della propria storia (parliamo della Repubblica più vecchia del mondo, riconosciuta nel 1291), delle proprie radici e che rispetta e ama la propria Selezione e la segue ovunque con una propria tifoseria organizzata: la “Brigata Mai Una Gioia”.

Se il più noto calciatore sanmarinese è Massimo Bonini, centrocampista di Bologna e Juventus (con cui vinse tre titoli nazionali, una Coppa Italia e quattro titoli internazionali), il più iconico è senza ombra di dubbio, il protagonista della nostra storia: Andy Selva.

Una carriera tutta.. italiana.

Andy Selva ha una particolarità: è nato a Roma. Uno potrebbe pensare: “Come? Il più iconico giocatore di San Marino non è nato alle pendici del Monte Titano?” Eh sì, è nato nella nostra capitale il 23 maggio 1976 da genitori italiani, anche se il nonno materno era nato nella piccola repubblica.

Andy è stato un attaccante non particolarmente fisicato, ma che ha sempre dimostrato di aver certo fiuto del gol. Tra il 1994 ed il 2011, Selva ha giocato in tredici squadre militando tra Dilettanti (Latina, Civita Castellana, Tivoli, Maceratese, Grosseto e Bellaria), Serie C2 (Fano, Catanzaro e San Marino), Serie C1/Lega Pro (Spal, Padova, Sassuolo e Verona) e Serie B con i nero-verdi modenesi.

Il suo periodo d’oro è stato tra il 2003 ed il 2011: in questo lasso di tempo, l’attaccante ha militato tra Serie C1 e Serie B con le maglie di Spal (due stagioni), Padova (una stagione), Sassuolo (tre stagioni) e Hellas Verona, chiudendo la sua esperienza in riva all’Adige nel 2011 dopo due stagioni condite da troppi infortuni che non gli hanno permesso di dare il meglio di sé. A livello di successi, il triennio di Sassuolo è stato il più gratificante: 69 presenze, 29 reti ed il double campionato-Supercoppa di Serie C nella stagione 2007/2008. Proprio con il club modenese Selva raggiunse la Serie B, il punto più alto della carriera dell’attaccante romano, diventando il terzo giocatore sanmarinese a giocare in questa categoria dopo Bonini e Marco Macina. Dopo quella stagione, Selva militò ancora in Serie C1 con la maglia del Verona, da tre stagioni in terza serie e in crisi di risultati.

Dopo la parentesi scaligera, Selva non giocò più tra i professionisti e tra il 2011 ed il 2019, salvo una parentesi di 18 mesi a Fidene, vicino a Roma, militò nel club sanmarinese più importante e titolato, il La Fiorita del castello di Montegiardino, che a partire dagli anni Dieci del XXI secolo era tornata a diventare una squadra competitiva tanto da arrivare a giocare cinque stagioni consecutive tra Champions League ed in Europa League, senza superare mai il primo turno eliminatorio.

Andy Selva con il La Fiorita giocò in Europa, non segnando. E proprio con il club giallobù, all’età di 42 anni, l’attaccante si ritirò dopo un brutto infortunio subìto il 2 agosto 2018, dopo il match di Europa League contro i lettoni dello Spartaks Jurmala.

Analizzando la carriera di questo giocatore, si notano il double campionato di Serie C1 e Supercoppa con la maglia del Sassuolo ed i due scudetti e le due Coppa Titano vinte con il La Fiorita, oltre ad aver vinto una classifica marcatore in Serie D con la maglia del Bellaria nella stagione 2002/2003. Insomma, una carriera come tanti, ma Andy Selva nella sua carriera si è sempre dimostrato un giocatore tosto, forte tecnicamente e dotato di velocità, ma la cosa che lo contraddistingueva era il fatto che in campo diceva ai compagni cosa fare, una sorta di “allenatore in campo”. Ed infatti, una volta ritiratosi, ha intrapreso la carriera di allenatore, sempre a San Marino: ha iniziato con il Pennarossa (del castello di Chiesanuova) per due anni e poi, dal 2022 è al Tre Fiori (del castello di Fiorentino) con cui ha vinto la Supercoppa di San Marino del 2022 battendo il La Fiorita campione nazionale, tornando a vincere la coppa dopo tre stagioni.

Nella stagione 2022/2023, Selva conduce il Tre Fiori in Europa, permettendogli di superare il primo turno contro i lussemburghesi del Fola Esch per poi uscire al secondo turno preliminare contro i kosovari del Balikani. Quella squadra compì un’impresa: vincendo in terra lussemburghese, quella fu la prima vittoria esterna assoluta di una squadra di San Marino nelle coppe europee.

La prima volta di Selva in panchina risale all’autunno 2018 quando allenò, per tre partite, la Nazionale Under 17 di San Marino, incassando tre sonore sconfitte contro i pari età di Turchia, Slovacchia e Irlanda del Nord: 0 gol realizzati e 20 subiti, E la costante “gol subiti” è una delle caratteristiche, a tutti i livelli, delle Nazionali sanmarinesi: dal 1990 a oggi, la Nazionale (maggiore) del Titano ha disputato 202 partite, segnando solo 32 reti ed incassandone 816 reti, con 192 sconfitte, 8 pareggi ed una vittoria.

E proprio in quella storica partita è nato il mito di Andy Selva.

Italiano di nascita, sanmarinese in tutto

La Nazionale di San Marino si è affiliata alla UEFA e alla FIFA solo dal 1988: la sua partita di debutto è stata il 14 novembre 1990 contro la Norvegia che si impose nella piccola Repubblica per 0-4. Selva è stato protagonista in ben 74 partite e oggi è il terzo calciatore con più presenza nella Nazionale di San Marino e negli anni, visto che oggi si gioca di più rispetto a 15-20 anni fa, qualcuno giocherà più partite di lui e lo supererà. E’ molto difficile (ma non impossibile) però che invece venga superato il suo record di gol in Nazionale: con otto reti, l’attaccante classe 1976 detiene il record di marcature con i colori della sua Nazionale.

Il debutto di Selva in Nazionale risale al 10 ottobre 1998, mentre la prima rete la siglò nella seconda partita giocata il 14 ottobre 1998 contro l’Austria durante un match di qualificazione a Euro 2000: quella fu l’unica rete di San Marino durante tutte le qualificazioni. Il Belgio è stato il suo portafortuna, siglandogli complessivamente tre reti, di cui due nelle partite di qualificazione a Corea-Giappone 2002: la Nazionale del Titano fece tre reti in quel girone di qualificazione, il 66% realizzate da Andy Selva.

Ma il momento più alto di Selva in Nazionale (e anche dello stesso San Marino) risale al 28 aprile 2004 contro il Lichtenstein, altro micro-Stato, e San Marino, seppur in amichevole, colse la sua prima vittoria in assoluto. Autore del gol, ça va sans dire, Andy Selva. Quella è stata una partita entrata nella storia della piccola Nazionale del Titano, un motivo di orgoglio visto che finalmente aveva vinto la sua prima partita, seppur in amichevole: non contava nulla se non per gli almanacchi, ma quel 1-0 valeva come la vittoria della Coppa del Mondo per i ragazzi in maglia bianco-blu allora allenati dal CT Giampaolo Mazza.

Capitano proprio dal match vittorioso contro il Lichtenstein, l’ ultima partita di Selva con fascia al braccio risale al 12 ottobre 2016 contro la Slovenia mentre l’11 novembre successivo disputò la sua ultima partita, subentrando nel finale contro la Norvegia. Fino a quella partita era il recordman di presenze in Nazionale, poi superato da Mirko Palazzi e Matteo Vitaioli.

In altre due occasioni è stato il top scorer della Nazionale sanmarinese in partite di qualificazioni a manifestazioni internazionali: le qualificazioni a Germania 2006 (due reti), Svizzera-Austria 2008 (un gol su due), Sudafrica 2010 (una rete). Ha giocato contro avversari di calibro internazionale (soprattutto in difesa), ma è sempre stato elogiato e stimato da tutti gli avversari che ha affrontato. A testa alta sempre, anche quando il suo portiere ha dovuto raccogliere il pallone tante volte come contro Germania (0-13), Polonia (10-0), Belgio (10-1) e Olanda (11-0).

E pensare che fu suo nonno materno, sanmarinese di nascita, a suggerirgli di giocare con la Nazionale del Titano: un’occasione che Andy non aveva mai preso in considerazione ma che gli ha permesso di essere un non solo un mito per il calcio sanmarinese, ma anche di essere un giocatore di valore assoluto a livello mondiale, rispettato dagli avversari e dai tifosi. Soprattutto dalla “Brigata Mai Una Gioia”, il tifo organizzato che segue la Nazionale sanmarinese in casa e all’estero. Un gruppo di tifosi nato in Emilia Romagna (quindi in Italia e quindi all’estero) che non fa mai mancare il suo tifo ed il suo supporto nelle partite della Nazionale. Partite che il gruppo è conscio già in partenza di perdere, ma che non smette mai di tifare.

Esempio di dedizione ed amore per il proprio “secondo” Paese

Se l’Andy Selva allenatore è all’inizio della carriera, dell’Andy Selva calciatore si potrebbe scrivere un libro. Già solo per il fatto che ha deciso di giocare per un micro-Stato di 30mila abitanti sparsi nei 61 km quadrati della Repubblica più antica del Mondo. Una prova di coraggio ma senso di appartenenza e rispetto verso un piccolo Paese che, nonostante tutto, ha risorse tecniche molto limitate per ovvi motivi di piccolezza nel numero di abitanti, ci prova in ogni modo a risalire la china nel ranking Fifa e cercare di vincere la sua seconda partita della storia. E se non ci riesce, l’importante è che abbia provato in tutti i modi a vincerla.

Un giocatore non particolarmente fisicato e con un buon fiuto del gol unito a perseveranza, voglia di emergere e voglia di dare il suo contributo in ogni occasione, nel club come in Nazionale: questo è stato Andy Selva. Per questo lo chiamavano “Selva la Belva” e “Leggenda”. Con un solo obiettivo: il calcio a San Marino sarà dilettantistico, ma il calcio a San Marino sarà sempre fatto da cuore, identità, sudore e voglia di fare bene come a qualunque latitudine. Ed Andy Selva lo aveva capito fin dal primo momento in cui aveva messo piede in quel piccolo, grande, Stato che sorge alle falde del Monte Titano.

Racconto a cura di Simone Balocco

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