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Stan Bowles, L’altro George Best

Nei pub di Manchester a fine anni ’60, accanto a George Best vi sareste potuti imbattere nel 10 dell’altra Manchester, innamorato come lui del gol come della bottiglia. E’ Stan Bowles, e la sua storia vale la pena di essere raccontata.
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Stan Bowles - Illustrazione di Tacchetti di Provincia

Se adesso prendessimo una macchina del tempo e ci facessimo trasportare in Gran Bretagna, nella Manchester di fine anni ’60, con un pizzico di fortuna ci potremmo imbattere in una coppia di personaggi davvero curiosi.

Dietro a un tavolo ricolmo di pinte vuote si ritroverebbero due ragazzotti, che a una prima occhiata verrebbero scambiati per il quinto e sesto dei Beatles. 

Uno dei due, bello come il sole, sarebbe circondato da una schiera di fantastiche fanciulle, perché il suo nome da qualche anno è già leggenda da quelle parti. L’altro invece, intento a rimirare le gesta del compare, avrebbe uno sguardo lo sguardo guascone di chi non sa provare invidia.

Il primo si chiama George Best,e basta aprire un libro di storia dello sport, o chiedere a qualcuno in giro, per sapere cosa sia stata la sua vita. Il secondo si chiama Stan Bowles, gioca anche lui a pallone con l’altra maglia di Manchester (quella del City) e si differenzia dal compare per un dettaglio non da poco: il suo talento non è mai riuscito a essere più forte dei suoi vizi.

In realtà per assistere a questa scena bisognerebbe averne parecchia di fortuna, perché Stan e George non si sono frequentati così a lungo: secondo Bowles “Georgie beveva troppo, non riuscivo a stargli dietro”.

Le false illusioni di un inizio folgorante

Il giorno del suo esordio in prima squadra, a 19 anni, in un match di Coppa di Lega contro il Leicester, Stan Bowles impressiona tutti con una doppietta, meritandosi, seppur così imberbe, l’ovazione del proprio pubblico.

Che rimane ancor più sbigottito vedendolo ripetersi pochi giorni dopo, quando con un’altra doppietta affonda lo Sheffield United in campionato.

Si capisce ben presto che in questi 177 centimetri alberga la stoffa di un vero cannoniere, e che la 9 della Nazionale dei Tre Leoni ben presto potrà essere sua.

Purtroppo ci si accorge altrettanto presto che in quei 177 centimetri vivono anche dei demoni che questo ragazzo fatica a gestire. Si chiamano cavalli (sui quali ama giocarsi tutte le sterline che possiede), pinte di birra (difficilmente lascia un bicchiere da finire) e sigarette (3 pacchetti al giorno).

Una vita sregolata che non piace né al tecnico dei Cityzens né ai compagni, e che lo porta ben presto a dover fare le valigie per tentare fortuna altrove.

Bury potrebbe essere una buona occasione per un ragazzo di 23 anni. Ambiente a misura d’uomo, poche pressioni. Ma dopo 5 gare e zero gol nemmeno dalle parti di Gigg Lane vogliono più di saperne nulla di Stan.

Quando il salto non riesce, spesso risulta utile riprendere un minimo di rincorsa e riprovare a farlo.

La nuova ripartenza di Stan avviene prima a Crewe, con la maglia dell’Alexandra, poi a Carlisle. In Cumbria il suo allenatore prova a convincerlo ad avere una vita più regolare, condicio sine qua non per tornare nei grandi palcoscenici. Lui, di tutta risposta, chiede la cessione.

" Nessuno deve provare mai a dirmi cosa devo fare "

Arriva il Q.P.R. I migliori anni della loro vita

In lui crede il Q.P.R. Gli Hoops e Bowles scrivono insieme le migliori pagine delle rispettive storie. Il Q.P.R. viene promosso in First Division (la nostra serie A), e continua la scalata fino a giocarsi, nella stagione 1975/1976, un clamoroso titolo, poi perso in favore del Liverpool. Livelli mai più raggiunti nella storia del club londinese.

Poi la Coppa Uefa, terminata ai quarti ai rigori contro l’AEK Atene, con Bowles che segna 11 gol in 8 partite.

Per Stan arriva anche l’agognata convocazione in nazionale. L’esordio, agli ordini di sua maestà Alf Ramsey, contro il Portogallo. Il primo (e unico) gol, segnato al Galles. Un’avventura molto breve quella con l’Inghilterra, perché litigherà con Ramsey e snobberà le convocazioni del suo successore, Joe Mercer (motivo? Era l’allenatore che lo cacciò dal Manchester City). Ritroverà spazio con Don Revie, ma la doppia mancata qualificazione agli Europei del ‘76 e ai mondiali del ‘78 porterà a un repulisti totale in seno alla Nazionale, a seguito del quale non verrà mai più convocato.

La classifica dei migliori gol segnati in carriera da Stan Bowles

Il meglio e il peggio di Stan

In questi anni esce tutto il meglio e il peggio di Stan Bowles. Oltre alle 255 presenze e ai 70 gol con la maglia del Q.P.R., in mezzo ci sono liti furibonde con gli allenatori, sceneggiate a irridere gli avversari, bisboccie infinite nei pub londinesi, dove, con l’eterno amico e compagno di squadra Don Shanks, si beve mezzo Tamigi.

Prima di una gara contro il Sunderland, per gioco colpisce  con una pallonata il trofeo dell’FA Cup che i Black Cats hanno appena conquistato ed esposto a bordo campo. A ciò aggiunge una doppietta e giocate che ridicolizzano i malcapitati avversari.Rischierà il linciaggio, e ogni volta che si tratterà di giocare a Sunderland, per il resto della sua carriera si fingerà infortunato.

Durante un match contro il Middlesbrough il pubblico avversario tenta di colpirlo lanciandogli un giornale. Che lui, con la massima tranquillità, raccoglie e inizia a sfogliare appoggiato al palo, mentre intorno a lui si batte il calcio d’angolo.

In un match contro il Liverpool deride per tutta la durata della partita Graeme Souness, ricordandogli quanta fretta avesse il suo amico Sharks di finire il prima possibile la partita per correre a casa a spassarsela con l’ex Miss Mondo Mary Stavin, fino a pochi giorni prima fidanzata di Souness (ed era tutto vero!)

Durante una trasferta in Belgio rimedia un ultimo goccio di wiskhy oltre l’orario di chiusura del pub fingendo un arresto cardiaco. Passerà la serata in carcere.

Gioca una partita in Nazionale con due scarpe di due sponsor tecnici diversi, poiché aveva firmato un contratto di sponsorizzazione con entrambi i brand.

Il tramonto annunciato

Dopo gli anni al Q.P.R. si trasferisce al Nottingham Forrest, dove, manco a dirlo, litiga con Peter Taylor che lo esclude dai titolari per un match di Coppa dei Campioni (diserta la convocazione e non sale sull’aereo con i compagni, lasciando la squadra con un uomo in meno in panchina). Quindi il Leyton Orient e infine il Brentford, giusto in tempo di mandare all’aria il terzo matrimonio e di transitare per il carcere dopo una condanna per truffa.

Nemmeno la carriera da commentatore televisivo sarà proficua, dal momento che viene quasi subito licenziato per il suo linguaggio scurrile.

Vodka, scommesse e sigarette

Oggi l’Alzheimer si sta pian pianino portando via tutti i ricordi di questo ragazzo, che France Football, in una recente classifica, pone al terzo posto alla voce “talenti sprecati” dietro a Cassano e Gascoigne.

Lui, tuttavia, come il vecchio amico George, non rinnegherà mai un minuto della sua vita. Si definisce “un uomo libero,  che se ha combinato qualcosa di male lo ha fatto solo perché si stava annoiando e voleva divertirsi un po’”.

E sempre dall’amico George emulerà un’affermazione che, ora come ora, suona come un testamento non scritto:

" Ho speso tutto in vodka e acqua tonica, scommesse e sigarette. Si, lo ammetto… ho esagerato con l’acqua tonica! "
Il tributo riservato dai tifosi del Q.P.R. a Stan Bowles
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