Dario Gradi, Il lanciatore di talenti
Crewe. Inghilterra. 71 mila abitanti. Contea del Cheshire. Cittadina di auto e treni.
Auto perché qui sorgono gli stabilimenti per la produzione di due tra i più famosi marchi automobilistici britannici: Bentley e Rolls-Royce.
Treni perche vi sorge la Crewe Works, società di manutenzione e produzione di ferrovie. Inoltre è tappa obbligata nella linea che collega due delle più importanti e prolifiche città di tutto il Regno, Liverpool e Birmingham.
Due cose non mancano mai a Crewe: i treni merci e la pioggia (altrimenti non saremmo nel centro dell’Inghilterra).
In pochi di voi sapranno, ma lo potranno immaginare, che in mezzo a tutto ciò c’è anche una squadra di calcio. Si chiama Crewe Alexandra, e sull’origine di questo nome il dibattito è ancora aperto: per alcuni deriva dalla principessa Alessandra di Danimarca, per altri quello era il nome del pub dove, nel 1877 venne fondata la squadra. Ok ora ci siamo. Siamo proprio in Inghilterra.
I britannici da sempre impazziscono per dare dei soprannomi a giocatori e tifosi delle squadre. Nel caso dell’Alexandra però, lo ammettiamo, lo sforzo di fantasia è stato ridotto al minimo: The Railwaymen, i Ferrovieri.
I Ferrovieri del Crewe Alexandra
Il Crewe Alexandra è quanto di più distante ci sia dai fasti del calcio inglese. Non ha mai visto nemmeno col telescopio la Premier League, e se escludiamo una semifinale di FA Cup nel 1888, quando il football era ancora solo una bella idea, e una Football League Trophy conquistata in tempi recenti, non ha grossi successi all’attivo.
Deve la sua popolarità nell’universo calcistico a un uomo solo. Un milanese classe 1941, arrivato ad allenare la squadra locale nel 1983, quando nessuno si immaginava che si sarebbe seduto sulla panchina dell’Alexandra per altre 1557 partite.
Si chiama Dario Gradi.
Insegnante e allenatore italiano… ma solo di nascita
Milanese abbiamo detto. Ma solo di nascita. Da italiani non possiamo prenderci troppi meriti riguardo la paternità di questo genio calcistico, nato sì nel nostro paese l’8 luglio 1941, ma che alla fine della guerra già si era trasferito a Londra con la madre (il padre invece era mancato un paio di anni prima).
Studia da insegnante di educazione fisica, mestiere che alterna con un’onesta carriera da calciatore dilettante.
Ben presto scopre la sua vocazione da allenatore, mestiere che inizierà in maniera molto precoce. A 29 anni è vice-allenatore del Chelsea, a 36 è primo allenatore, per un breve periodo, del Derby County (4 anni prima sulla stessa panchina sedeva un certo Brian Clough).
Un inizio promettente a Wimbledon, quindi l’occasione con il Crystal Palace, fallita clamorosamente. Retrocessione ed esonero.
Si interessa a lui niente meno che il Benfica, sempre alla caccia di giovani allenatori rampanti. Ma l’accordo non si trova, e Dario sta fermo un anno.
Per evitare di essere l’ennesima meteora calcistica, pur di tornare in sella, accetta l’offerta di una modestissima squadra di quarta divisione inglese. Il Crewe Alexandra. Il progetto del club è molto semplice: far crescere i giovani e migliorare le strutture. Poi se arriva qualche risultato, ben venga.
Livello della pressione sull’allenatore: sotto lo zero. Proprio quello che ci voleva.
L’inizio del regno-Gradi
Gradi si mette subito al lavoro, e con le limitate finanze messegli a disposizione puntella la squadra con i primi acquisti (Leonard, Crabbe, Pullar) e inizia a strutturare l’Academy del club. Ha capito che il successo di squadre così piccole non può non passare dai propri giovani. Vanno cresciuti, messi nelle migliori condizioni possibili per rendere, ne vanno accettati gli errori e poi vanno venduti a club più presitigiosi.
Così nei primi anni da i Ferrovieri spiccano il volo i vari Waller (ceduto allo Shrewsbury), Blissett (al Brentford) ma soprattutto Geoff Thomas, che verrà venduto per una cospicua cifra al Crystal Palace e che, a inizio anni ‘90, giocherà anche 9 partite con la nazionale.
Insieme a ciò arrivano anche i tanto agognati risultati sul campo. Nel 1989 il Crewe Alexandra, dopo 25 anni in 4th Division, viene promosso.
Il successo
Il club capisce che con Gradi ha fatto davvero un affare e gli propone il rinnovo di contratto. Un contratto che passerà alla storia come uno dei più controversi nella storia del calcio.
Durata: 10 anni. Clausole particolari: per ogni giocatore del club ceduto a una squadra più prestigiosa, Dario Gradi riceverà una percentuale delle sterline incassate.
Qualcuno sostiene che firmò senza leggere queste condizioni. Poco importa. La firma arriva, legando così l’allenatore milanese a vita al club, e rendendolo un vero e proprio “lanciatore di talenti” di professione.
Non si pentirà nessuno di codesta firma. Il Crewe nel 1994 viene promosso in Seconda Divisione, e addirittura, 3 anni dopo, assaggia per la prima volta nella propria storia la Serie B Inglese.
Dario Gradi invece fece fortuna, oltre che sportiva, anche economica, monetizzando dall’individuazione, il lancio e la cessione di un innumerevole serie di talenti, che avranno poi alterne fortune nelle rispettive carriere: da David Platt a Danny Murphy, da Wayne Collins a Seth Johnson, da Robbie Savage fino a Neil Lennon. Una fucina di talenti.
Ovviamente fa storia anche la sua perpetuità. Nel 1994 è l’allenatore più longevo nella Lega. Scavalla il nuovo millennio ancora alla guida dell’Alexandra, diventando l’unico, con Alex Ferguson, a sedere sulla stessa panchina dagli anni ’80.
A ciò si aggiungono: la nomina a direttore tecnico della Football Association; l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione del Crewe; il conseguimento per ben 12 volte del Premio Fairplay intitolato a Bobby Moore.
Ebbe anche uno screzio storico, proprio con Ferguson, che lo chiamò, con la sicurezza che gli derivava dall’essere il manager di uno dei club più prestigiosi del pianeta, il Manchester United, perché interessato all’acquisto di un suo giocatore, Nick Powell. Al manager scozzese Gradi rispose che forse sarebbe stato meglio visionarlo con più attenzione prima di formulare un’offerta congrua, provocando le ire di Sir Alex.
Il momento di dire “stop”
Si alzò dalla propria panchina nel 2007, stanco della routine da allenatore dopo 24 anni di onorato servizio, cedendo il timone al giovane Steve Holland e rimanendo nel club come direttore tecnico. Verrà chiamato altre volte a risollevare le sorti del club dopo i non soddisfacenti risultati dei suoi successori, finchè non dirà definitivamente “basta” nel 2011.
Da quel momento in poi la sua totale devozione sarà rivolta ai giovani del Crewe Alexandra.
Dal 2004 fa parte della Hall Of Fame del Calcio Britannico. A cui si consegnerà per sempre come: “Colui che ha scritto le coordinate della città di Crewe nella mappa del calcio. Lanciatore di talenti di professione”