Giana Erminio, dai monti della Grande Guerra ai campi da calcio
La storia della Giana Erminio affonda le radici nel cuore delle montagne italiane, testimoni di sacrifici e speranze. Questi luoghi, segnati da eventi drammatici e dalla follia della guerra, rappresentano una parte profonda della nostra memoria collettiva.
La compagine lombarda, oggi una straordinaria realtà che milita in Serie C (con ambizioni di B), è da sempre un grande simbolo di resilienza e passione che racconta un passato complesso e sempre pregno di significato.
Le radici e il sacrificio di Erminio Giana
L'Unione Sportiva Argentia, come era originariamente conosciuta, nacque dal desiderio di alcuni giovani di Gorgonzola di creare una squadra di calcio. Tuttavia, la Prima Guerra Mondiale cambiò il corso della storia del club.
Accadde infatti nel giugno del 1916 che Erminio Giana, un giovane sottotenente alpino di Gorgonzola, sacrificò la sua vita per la patria cadendo (come tantissimi insieme a lui) sul Monte Zugna, a cavallo tra le province di Trento e Vicenza. Erminio, oltre che un giovanissimo soldato, era anche un grande appassionato di quello sport che in Italia era nato un anno dopo di lui: il calcio.
Se infatti Erminio, morto ad appena 19 anni, era nato nel 1896 dai milanesi Guido Giana e Giuseppina Cassina, appena un anno più tardi era nata quella che tutti sanno essere la prima squadra calcistica della storia italiana, il Genoa Cricket and Football Club. Erminio era appassionato di uno sport che sostanzialmente, in Italia, poteva dirsi la novità del momento, e chissà se si sarebbe mai immaginato un tale successo di questo sport nel nostro amato stivale.
Fatto sta che la sua morte divenne un simbolo di coraggio e sacrificio per la comunità e che, complice questa sua passione, nel 1932, la squadra cambiò nome in Giana Erminio, in onore di quel giovanissimo concittadino che aveva dato la sua vita per la patria combattendo con il 4° Reggimento Alpini del Battaglione “Aosta”.
L’importanza del Presidente
Come abbiamo visto anche nel nostro racconto sulla Virtus Verona, il presidente può essere un elemento chiave per il successo di una squadra.
È così anche per l’Associazione Sportiva Giana Erminio, che dal 1895 è guidata dal patron Oreste Bamonte, che ha raccolto la squadra in Prima Categoria e in questi trent’anni l’ha portata con pazienza e determinazione in Serie C tra i professionisti del calcio.
Arrivato nella Lombardia da Battipaglia negli anni 50, Oreste fa fortuna portando al nord in know-how campano in materia di produzione di mozzarelle e latticini, fondando un caseificio che porta il suo nome e che ancora oggi figura come sponsor sulle maglie dei giocatori del Giana.
Come detto, sotto la guida Bamonte il Giana Erminio passa dai campionati dilettantistici alla Serie C. L’imprenditore salernitano, negli anni, investe importanti risorse personali per garantire stabilità economica e riesce a coinvolgere attivamente la comunità, arrivando addirittura ad offrire ingressi gratuiti a tutti i tifosi nei periodi chiave della storia della società.
Gli anni d’oro della dirigenza Bamonte sono senza dubbio il triennio ’11-’14, che vede il Giana Erminio effettuare uno storico triplo salto di categoria: nella stagione ’11-’12 la squadra ha infatti vince Promozione, nella ’12-’13 l’Eccellenza e nella ’13-’14 anche la Serie D.
Nel 2014, inoltre, il presidente biancazzurro si fa carico dell’ambizioso rinnovamento dello storico stadio “Città di Gorgonzola”, per la prima volta utilizzato per disputare partite tra professionisti.
Il futuro del Giana Erminio
Il Giana Erminio, squadra che ha fatto della determinazione la sua bandiera, si è resa protagonista negli ultimi anni di un percorso davvero affascinante.
Dopo la deludente stagione 2021-2022, che ha visto la retrocessione in Serie D, il club ha reagito con grande forza di volontà. L’anno successivo, la squadra è riuscita a risalire immediatamente in Serie C, conquistando il primo posto in D con una prestazione straordinaria. La stagione appena conclusa ha confermato il trend positivo, con il Giana Erminio che ha chiuso al settimo posto in Serie C e ha preso parte ai playoff, dimostrando di essere sempre più competitivo.
Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma il percorso intrapreso sembra indirizzare verso traguardi sempre più ambiziosi.
Questo cammino di crescita è il frutto di tanto impegno e passione, e ricorda a tutti noi che dietro a ogni successo ci sono sacrifici e dedizione. È bello pensare che il sogno di un giovane che amava profondamente questo sport quando era ancora ai suoi albori, e che ha perso la vita tra le nostre montagne a causa di quell’orribile stortura umana chiamata guerra, si sia trasformato in una storia di grande successo e amore per il calcio.
Racconto a cura di Andrea Possamai