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TDP Originals

Tempi d'Orati

C'è stato un tempo nel quale la nostra coppa nazionale, benché lontana dal format affascinante di anglofona conoscenza, offriva spunti romantici dai quali fuoriuscivano racconti ambientati in provincia, Messina, Scoglio, Orati e Schillaci ne sono stati una delle prove più evidenti.
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Messina 1985 - Sogni infranti - Illustrazione Tacchetti di Provincia

 Anno di grazia 1985, il calcio è ancora la più grande passione degli Italiani e capita pure, a differenza di oggi, che in Coppa Italia realtà di terza serie possano ospitare a casa propria big della Serie A. La formula è originale, otto gironi da sei squadre A, B e C1 ... i sogni di gloria sono garantiti.

Capita così che il Monopoli sfida Sampdoria, Casertana, Juventus, Messina e Roma. I giallorossi di Sicilia sono tra le favorite del girone meridionale della C1 e la Coppa Italia è un bel banco di prova per verificare le potenzialità del gruppo allenato da Franco Scoglio che si sta guadagnando sul campo i gradi da professore; Bellopede, Catalano, Dominissini e Schillaci sono nomi altisonanti per la categoria ma come sempre il calcio d'agosto lascia dubbi ed incertezze e così i tifosi dell' ACR attendono le gare ufficiali prima di iniziare a sognare. 

Il girone di Coppa è l'ottavo e comprende Roma (Serie A), Ascoli (Serie B), Campobasso (Serie B), Bari (Serie A) e Catanzaro (Serie B), i peloritani partono chiaramente in svantaggio ... e invece ... parte la favola.     

Inizia l'avventura

21 Agosto 1985, in un "Celeste" gremito all' inverosimile (presente anche il core de Roma Antonello Venditti) Giannini, Conti, Ancelotti & C. vengono battuti da un colpo di testa di Luciano Orati che non poteva presentarsi meglio (arrivava dal Benevento) al pubblico di casa.

 Alla fine l'entusiasmo e' alle stelle i ragazzi di Scoglio hanno compiuto un'impresa storica ... nemmeno il tempo di esultare che il 25 si va a Campobasso per la seconda giornata. Si parte alla grande con un'autorete del difensore molisano Della Pietra che permette di chiudere la prima frazione in vantaggio; nella ripresa l'ex promessa granata Bonesso pareggia i conti ma va bene così, due gare e 3 punti. 

Terza giornata, arriva il Bari direttamente dalla massima serie. Rideout, Sclosa e Piraccini hanno gli stessi punti del Messina e scendono al "Celeste" per eliminare dalla corsa i padroni di casa. Il primo tempo si chiude senza reti, ma al 56' il futuro Totò nazionale (al secolo Salvatore Schillaci) fa secco il baffuto Pellicanò e così tutta Messina inizia a sognare il passaggio agli ottavi di finale anche se si devono incontrare ancora l'Ascoli e il Catanzaro. 

1 Settembre, la panchina degli ospiti del "Celeste" ospita l'ex allenatore del Real Madrid Boskov che con l'Ascoli del Patron Rozzi cerca una pronta risalita in Serie A. I bianconeri sono stati abbattuti da una tripletta di Tovalieri (Roma-Ascoli 3-0) nella giornata precedente e cercano a Messina i due punti per rimettersi in carreggiata. L'inizio è incoraggiante, infatti, Incocciati trafigge Nieri dopo 16 minuti e gela il pubblico di fede giallorossa ma i Bastardi di Scoglio (così, affettuosamente, chiama i suoi ragazzi il Professore) non ci stanno. Al 42' i "piedi buoni" Catalano trasforma il rigore del definitivo 1-1. Se non si perde a Catanzaro si può sognare un super accoppiamento per gli ottavi di finale. 

Il 4 Settembre in terra di Calabria e, contro un avversario oramai estromesso dalla competizione, il Messina del Professore di Lipari conquista il punto necessario (0-0) rendendo vana la vittoria dell'Ascoli sul Campobasso. Per l'occasione il mister regala la soddisfazione dell'esordio al giovane Bonacci.

Il Girone si chiude così : Roma e Messina 7; Ascoli 6; Campobasso e Bari 4; Catanzaro 2.  

Ottavi di nobiltà

Ora sotto con gli ottavi, C'è il Torino di Gigi Radice, il mago che nel 1976 ha regalato l'ultimo scudetto ai granata. L'andata in casa è una bellissima vetrina per i peloritani che, nel frattempo hanno perso la testa della classifica in campionato a scapito del Taranto di Renna, per l'evento non possono disporre del portiere Nieri e del gioiellino Schillaci. 

Anche se per l'occasione arriva pure la neve (per la verità appena fuori città) ed è una situazione meteorologica tipica più della Val Brembo che dello stretto di Scilla e Cariddi, nulla può fermare l'irruenza e la rabbia di un Torino reduce dalla sconfitta con la Roma e con vista sul derby della Mole.  

I granata passano grazie ad un inizio sprint nel quale Corradini e Junior realizzano due reti che tarpano le ali ai ragazzi di Scoglio, lo stopper Rossi sbaglia serata e pure Orati e Caccia non azzeccano la prestazione. Per contro, il giovane granata Lerda fornisce una prestazione super nello stadio che lo vedrà poi protagonista in Serie B (che Scoglio se ne sia innamorato quella sera?). I Messinesi possono recriminare per un palo di Catalano, ma il risultato non cambia più. 

Il ritorno al "Comunale" è pura formalità, più che altro un'occasione per giocare su un palcoscenico che ai Messinesi più giovani è sconosciuto (la retrocessione dalla B del 1968 aveva innescato una serie di disavventure culminate con la discesa fino alla D), anche lì la truppa di Scoglio mette in mostra il calcio arrembante amato dal professore e il 2-0 in favore dei granata non inficia comunque una buona prestazione ... per l'occasione segnano il messinese Sabato ed Ezio Rossi.

La promozione come consolazione

Quì finisce l'avventura giallorossa nella Coppa Italia dei grandi ma non una stagione super che terminerà col ritorno in Serie B dopo 19 anni e la consacrazione di Scoglio come Professore e Schillaci come bomber.  

Il "Celeste" resterà inviolato e i messinesi ricorderanno per sempre vittorie spettacolari come il 6-0 al Monopoli, il 5-2 al Benevento ed il 5-1 alla derelitta Ternana e, se vai al vecchio "Celeste" chiudi gli occhi e ti concentri quelle urla le senti ancora ora: è storia!

Racconto a cura di Fabio Mignone

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