Gioiello in Filograna
Lo sguardo smarrito è la conseguenza di un brusco risveglio, gli occhi cercano qualcosa di familiare dentro la stanza nella quale ti trovi seduto sul letto, il sogno è svanito nella realtà del mattino, fissi un punto e pensi che è stato bellissimo, anche se non era realtà!
Due volte hanno provato queste sensazioni i tifosi del Casarano, due stupende e maledette stagioni nelle quali la Serie B pareva potersi materializzare, poi è arrivato il mattino, crudo e senza pietà, ma quanto è bello ricordare quei campionati.
Le stagioni in questione non sono vicinissime ma nemmeno così distanti, 1983/84 la prima e 1990/91 la seconda, era la vecchia Serie C1, punto d'incontro tra realtà metropolitane come Palermo e Catania, nobili decadute quali Perugia, Catanzaro e Ternana e cittadine rampanti come Nola, Giarre, Battipaglia ed appunto Casarano.
Padre padrone
Il calcio casaranese deve quasi tutto il suo splendore a un uomo che a Casarano è nato, ha vissuto e si è innamorato della squadra di calcio, Antonio Filograna. Classe 1923 partì dal nulla per fondare, col sudore e la programmazione che poi trasferirà nel calcio, un'azienda leader nel settore delle calzature, la Filanto.
Il Commendator Filograna diventa presidente del Casarano nel 1978 e da lì ha inizio il cammino che avrebbe portato la formazione rosso e azzurra alla ribalta del calcio nazionale: diciannove campionati consecutivi in Serie C (15 in C1 e 4 in C2) e il sogno sfiorato, accarezzato e poi sfumato della Serie B con due terzi posti, nel 1984 e 1991, che ancor oggi urlano vendetta e nessuno ha dimenticato!
Filograna assume la presidenza con la squadra in Promozione, sale in Serie D al primo colpo e immediatamente bissa il successo acquisendo il diritto di partecipare alla C2 al termine del campionato 1979/80 chiuso in testa al proprio girone; la C2 è vista da tutto l'ambiente come un ottimo punto d'arrivo, ma il presidente non è tipo da fermarsi e da esordiente il Casarano (al tempo Virtus) si classifica secondo volando in C1, un gradino appena sotto la cadetteria.
Sogni cadetti
Un paio di campionati d'assestamento ed ecco che nella stagione 83/84 le serpi casaranesi stupiscono gli addetti ai lavori restando in gioco per la Serie B fino alla fine del campionato.
Allenatore di quel gruppo è l'esperto Lamberto Giorgis, classe 1932, tanto Taranto da giocatore, mister leggendario a Novara (Serie B 1975/76) che poi non colse la grande occasione con la Sampdoria pre Mantovani. Un tecnico comunque navigato e proveniente dalla vicina Foggia.
La squadra conta sulla solidità del gruppo, Anellino tra i pali, Barrella tra i difensori e poi quel Fulvio Navone che diventerà mitico, Vento Coccomello, Raimondi Aldo (in Serie B tra Como, Catania e Matera); insomma un complesso di tutto rispetto che incomincia con la vittoria casalinga sul Siena (1-0 a firma Coletta) ignaro che sarà l'inizio di un sogno stupendo; un Totò Schillaci, ancora lontano dalle notti magiche, decide la prima trasferta a favore del Messina, poi si vince col Francavilla prima del tonfo (3-0) di Bari, ma dalla quinta ecco un filotto di otto gare equamente divise tra vittorie interne e pareggi esterni: Foligno, Rende, Campania e Barletta cadono al "Capozza" e, in chiusura del girone d'andata, ecco i colpi esterni di Cosenza e Civitanova Marche i quali non fanno che alimentare le speranze.
Il girone di ritorno cominciato con lo stop di Siena, vede un Casarano sempre protagonista in scia alle due regine Taranto e Bari e, proprio i galletti, vengono cucinati per bene alla ventunesima quando i rossazzurri vincono con un tondo 2-0. Poi il campionato prosegue fino alla trentunesima con la classifica che recita: Bari 41, Taranto 40, Casarano 38. Mancano 3 giornate al termine.
Brusco risveglio
Nelle ultime tre giornate succede qualcosa di incredibile, alla trentaduesima il Taranto perde a Messina (1-0) e il Casarano lo acchiappa a quota 40 in virtù della vittoria ottenuta sul Cosenza. Sembra l'inizio dell'apoteosi, ma alla penultima il patatrac rossoazzurro vanifica tutto!
27 Maggio 1984, la truppa di Giorgis è ospite di una Casertana specializzata in pareggi ed in una posizione di classifica tranquilla, appena dietro le prime; il Taranto gioca invece allo "Iacovone" contro una Salernitana altrettanto serena, sulla carta due vittorie che rimanderebbero all'ultimo turno i verdetti.
Il campo e la carta però non collimano spesso, così se il Taranto schiaccia i campani sotto un eclatante 4-1 (tre a zero già al 29' del primo tempo), il Casarano schianta i sogni di gloria contro il fratello minore di Walter Novellino (Giuseppe) il quale realizza il gol (82') che consente alla Casertana di inchiodare il Casarano a 40, rimanendo a meno due dal Taranto e con la sola ultima giornata da disputarsi.
L'ultimo turno vede i tarantini perdere a Benevento col minimo scarto e il Casarano incappare in un surreale 2-2 con una Civitanovese obbligata da una classifica horror a far punti (retrocederà comunque in C2) e giocarsela al 110%. Ne viene fuori un pari che non serve a nessuno se non a far tirare un sospiro di sollievo dalle parti della città dei due mari.
Il mattino è sopraggiunto, sogno svanito, sguardo smarrito, ma a volte Morfeo ripropone le questioni e così sarà per il Casarano ...
La seconda volta
Passano altri sei campionati e a Casarano il sogno ritorna in tutta la sua bellezza. Cambiano i protagonisti ma la guida no. E' sempre il Commendator Filograna a gestire il tutto e regalare alla piazza una stagione indimenticabile.
Chiuso il torneo 1989/90 al sesto posto con l'avvicendamento in panchina tra Russo e Cataldo, ecco che il presidentissimo porta in panchina l'esperto Gianni Balugani reduce da un esonero a Francavilla al Mare. Il tecnico si fa seguire dal bomber Gigi Di Baia e dall'ottimo centrocampista Toti (in gioventù in A con la Lazio) e costruisce una squadra che ben presto si dimostra competitiva sotto tutti gli aspetti.
Il trio di portieri comprende Grilli, Joannoni e Pinna, poi ecco l'esperto Gridelli (in A col Bari e in B a Taranto), l'ex tarantino De Solda, il ruspante Mazzarano (poi in A con l' Ancona) e ancora Walter Dondoni, prodotto interista, in B con Parma e Monza, Mauro Meluso, già in Serie A con Cremonese e Lazio, Luca Landonio, anche lui in Serie A con il Torino, il giovane Mazzeo di rientro dall'esperienza in A col Verona, la volpe di categoria Pettinicchio e l'ex empolese Calonaci assieme al lombardo Cusatis. Visto i nomi è una squadra di tutto rispetto ma il girone non è certo quello del torneo dei Bar.
Ci sono il Palermo con i suoi Lunerti, Modica e Biffi, la Casertana dei Campilongo, Cerbone, Bucci e Petruzzi, il Perugia della bocca da fuoco Fermanelli, il Monopoli dell'argentino Cesar Gustavo Ghezzi, perfino le squadre di bassa classifica hanno i loro giocatori di punta, Buoncammino (in B con la Sambenedettese) è al Campania e Melli Marcello (fratello di Alessandro e in B col Parma) alla Battipagliese.
Di grido, per la categoria, anche i nomi degli allenatori: Angelo Benedicto Sormani è alla guida del Catania, Silipo siede sulla panchina Licata, l'estroso Cadregari a Siracusa e Tobia a Terni. A torneo inoltrato appariranno anche Angelillo alla Torres e Renna al Giarre.
La grande rincorsa
Il Casarano incomincia regolando il Giarre in casa (1-0) e perdendo la prima trasferta, a Terni, poi arrivano sei risultati utili tra i quali spiccano il 4-1 al Siena e lo 0-1 di Arezzo; il doppio stop con Catanzaro e Torres è dimenticato grazie alla rete con la quale Gigi Di Baia affossa il Nola, poi si perde ad Andria e Catania pareggiando con Monopoli e Palermo, ultima vittoria del girone ascendente é quella casalinga sul Perugia che apre una serie positiva importante.
A inizio ritorno ecco i pari di Giarre e Pozzuoli (Campania), la vittoria con la Ternana e il pareggio con la Casertana, il tutto senza subire reti. Poi tre 1-1 di fila (Siracusa, Siena ed Arezzo) anticipano il brusco stop di Licata (2-4) che viene cancellato dalle quattro vittorie di fila a scapito di Catanzaro, Torres, Nola e Fidelis Andria, successivamente il pari di Monopoli, la vittoria di Battipaglia (1-2) e lo 0-0 interno con i rossazzurri catanesi.
Alla trentaduesima la classifica vede in testa Casertana e Palermo a 41, dietro la truppa di Balugani con 39 punti capace di una sola sconfitta nel girone di ritorno a fronte di sei vittorie ed otto pari.
La fine del sogno
Alla penultima il calendario prevede queste gare per le prime tre: il Palermo ospita la Fidelis Andria, la Casertana attende il Monopoli ed il Casarano va a Perugia.
Al "Pinto" la Casertana travolge il Monopoli con un netto 3-0 volando in Serie B. In Sicilia, l'Andria blocca il Palermo sull' 1-1 facendo aprire per il Casarano uno scenario incredibile visto che all'ultima giornata i rosanero dovranno giocare proprio contro il Casarano allo Stadio Capozza. A Perugia, però, le cose non vanno come dovrebbero: i grifoni a due minuti dal triplice fischio con una rete del difensore Fino disintegrando definitivamente le speranze casaranesi. Con la sconfitta del "Curi", infatti, la distanza da Casertana e Palermo diventa incolmabile con una sola gara da disputare.
Grilli, Cusatis, Mazzarano, De Solda, Dondoni, De Gregorio, Landonio, Palmisano, Toti, Pettinicchio, Di Baia, questi gli undici in campo a Perugia in una giornata che poteva svoltare in maniera trionfale la storia calcistica del Casarano.
L'ultima esibizione casalinga col Palermo perde perciò tutto il fascino che i sogni casaranesi le avevano attribuito, termina con un 1-1 che suggella la promozione in Serie B dei rosanero. E' la beffa più atroce per chi, dopo un bellissimo sogno, è convinto che al mattino andrà in scena la seconda parte, la palla è rotonda, ma alle volte rotola dalla parte sbagliata!
Mister Balugani si ferma ancora la stagione successiva, molti giocatori resteranno al suo fianco, conquistando comunque ottimo ottavo posto. Casarano rimarrà per anni un punto calcistico di riferimento della Puglia e non, senza però mai riuscire a far quel salto nella serie cadetta che la creatura del Comm. Filograna avrebbe tanto meritato.
I ricordi di Mister Balugani
Gianni Balugani è un modenese classe 1946, un passato da calciatore diviso tra Serie B con la squadra della sua città e le categorie inferiori con i rossoneri del Lanciano dove, una volta appese le scarpe al fatidico chiodo, incomincia ad allenare.
È un personaggio vero, schietto e che lavora a testa bassa: Francavilla, Civitanovese, Teramo, Fano, Maceratese, Monopoli e ancora Francavilla le tappe prima di giungere a Casarano, ma come?
Ce lo siamo fatti raccontare direttamente da lui, al telefono, che con voce rotta dall'emozione ha aperto il suo cassetto dei ricordi.
"Arrivai a Casarano grazie al grandissimo direttore Giovanni Manzari che mi conosceva perché eravamo stati assieme già a Monopoli, fece il mio nome al presidente e la cosa andò in porto."
Arrivava da un annata no a Francavilla ...
"Esattamente, però mi portai dietro Toti e Di Baia e con la collaborazione sempre di Manzari, allestimmo una buona squadra con l'obiettivo di fare un buon campionato per dare seguito al sesto posto che loro avevano ottenuto la stagione precedente; il Commendator Filograna voleva far bene per la sua città, ci teneva moltissimo!".
A proposito, chi era Antonio Filograna?
"Un grande in tutto, da uomo a presidente; era un padre padrone che sapeva benissimo quando era il momento di bacchettarci o di farci i complimenti, un uomo rispettoso verso tutti. Aveva un immenso amore per la sua Casarano e il suo Casarano."
Dove avete perso il treno per la Serie B?
"Credo in casa col Catania prima che a Perugia, eravamo alla terz'ultima e gli etnei non si giocavano più nulla, finì 0-0 ma ricordo particolarmente l'ardore che i siciliani profusero per tutti i novanta minuti; erano andati addirittura in ritiro, diciamo che furono sportivi fino all'ultimo. A Perugia perdemmo 1-0 e, se non ricordo male, patimmo un infortunio. Quel giorno non eravamo la solita squadra, forse la pressione l'abbiamo sentita più del dovuto, ma non posso rimproverare nulla ai miei splendidi ragazzi!".
Li ricorda tutti?
"Certamente, una squadra che mi ha sempre aiutato, un gruppo di ragazzi d'oro, vado in ordine sparso e cito Meluso, Landonio, Dondoni, capitan Pettinicchio, De Solda, De Gregorio, quelli come Carrozzo che erano del posto e perciò attaccati ancor di più alla maglia, insomma un gruppo stupendo nel quale voglio ricordare in particolare il povero Salvatore Mazzarano venuto a mancare poco tempo fa".
Mazzarano, giocatore che poi spiccò il volo per la Serie A..
"Aveva fatto la gavetta dal basso, Massafra, Fasano, mi lasci dire che oggi giocano in A difensori che al confronto ...".
Cosa è mancato a quella squadra per passare in Serie B?
"Non saprei, ricordo con rammarico che la Casertana che poi vinse riuscì a rinforzarsi notevolmente a novembre nonostante avesse qualche problemuccio economico; Filograna su questo lato era perfetto, il Casarano era un modello!".
Sarebbe cambiata la sua carriera da allenatore con l'eventuale promozione?
"Guardi, le confesso che io ho allenato trent'anni in Serie C senza mai legarmi a nessun procuratore, trattavo io e ho girato tante piazze, conoscevano la mia persona e mi chiamavano. Sicuramente se fossi stato legato a qualcuno sarebbe andata diversamente, ma va' benissimo così, pensi che alla fine di quell'anno col Casarano non mi arrivò nemmeno una richiesta... scelsi volentieri di rimanere e facemmo ancora bene.".
A distanza di tanti anni cosa rimane?
"Stupendi ricordi e bellissime sensazioni, seguo ancora il Casarano e gli auguro un pronto ritorno in Serie C, lo merita la gente. Mi hanno sempre trattato come un re, sono stato davvero bene e questo non si può dimenticare, come non si possono scordare personaggi come Filograna, Manzari e Marangi, è stata un esperienza stupenda!".
Racconto a cura di Fabio Mignone