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La nebbia di Belgrado salva il Milan

Il 9 novembre 1988 la nebbia di Belgrado ha probabilmente cambiato il corso della storia del calcio. Il Milan di Sacchi poteva finire ancora prima di cominciare, invece ...

Allo stadio Marakana di Belgrado, davanti a 97.000 persone, va in scena Stella Rossa-Milan, ritorno degli ottavi di Coppa dei Campioni.

All'andata a San Siro la partita finisce 1-1 con Virdis che replica al gol di Dragan Stojkovic. A Belgrado, il clima è ostile, il Milan sembra intimorito e in affanno rispetto ai serbi che, al contrario, sono tonici e tengono le redini del gioco. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, risultato che qualifica la s/node/137. Inizia il secondo tempo e le cose precipitano: Dejan Savicevic, futuro rossonero, dalla distanza supera Giovanni Galli e porta in vantaggio i serbi. Sembra l'epilogo ma improvvisamente sul campo cala un nebbia fittissima.

L’arbitro al 12' del secondo tempo, decide di sospendere la partita per farla rigiocare, come prevede il regolamento UEFA, il giorno dopo ripartendo dallo 0-0.

Da qui la storia cambia.

Il giorno dopo la Stella Rossa appare stanca, mentre il Milan, che perde Ancelotti e Virdis per squalifica ma recupera Gullit dall'infortunio, parte forte e si porta in vantaggio al 35' del primo tempo con Van Basten. La Stella Rossa 5' dopo pareggia subito e si va al riposo sull'1-1. Nel secondo tempo il risultato non cambia. Così come nei supplementari. Si va, dunque, ai rigori: Giovanni Galli para due tiri e Rijkaard segna il rigore decisivo mettendo a tacere uno stadio intero. Il Milan si qualifica.

Se quel giorno non fosse calata la nebbia a Belgrado probabilmente il ciclo di vittorie del Milan non sarebbe mai esistito. La nebbia lo aveva capito e Arrigo Sacchi disse: “La nebbia sapeva che senza di lei non ce l'avremmo fatta".

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