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La partita della morte

Estate 1942. L’Ucraina è occupata dalle truppe di Hitler, il fronte è lontano. I soldati si annoiano. Nel campo di concentramento, tra i vari prigionieri di guerra, vengono scoperti dei calciatori professionisti che lavorano nel panificio. Sono quasi tutti ex giocatori della Dinamo di Kiev. Ai tedeschi viene un’idea: organizzare una partita di calcio per sollevare il morale della popolazione occupata e tenere impegnate le truppe. 

Detto fatto! La partita viene giocata a metà luglio. La Start FC, questo il nome scelto dagli ucraini, sorprende tutti vincendo 5-1. Ovviamente i tedeschi mal sopportano la sconfitta ed organizzano subito la rivincita.

Il 9 agosto la Start FC torna in campo ma stavolta ha di fronte una squadra formata da ufficiali della Luftwaffe selezionati per capacità tecniche e fisiche. Gli ucraini, invece, sono stanchi per il lavoro e non allenati. Il risultato sembra già scritto ma quei ragazzi decidono che la trama della partita dev’essere ribaltata. 

In campo i tedeschi picchiano, autorizzati dal direttore di gara. Gli ucraini, invece, non possono né fare fallo né reagire alle provocazioni. Per tenerli in riga, i nazisti ricorrono anche a scariche di mitra ma all'intervallo gli ucraini sono avanti 3-1.

Nel secondo tempo, la Start tira i remi in barca. I tedeschi ne approfittano e pareggiano. Gli ucraini capiscono di non poter piegare la testa. Hanno perso la guerra, la loro città e la libertà ma, in quel momento, sul campo di calcio, i più forti sono loro. Riprendono a giocare e segnano due volte. Ma ciò che fa infuriare i nazisti è il gol mancato di proposito da Klimenko, che dopo aver saltato mezza squadra, portiere compreso, non calcia di proposito nella porta vuota spazzando fuori la palla. 

Un’umiliazione troppo grande per poter essere tollerata dai tedeschi. Anche gli ucraini lo sanno. All’orgoglio subentra la paura. La reazione dei tedeschi è immediata. Un ucraino viene preso e ammazzato sul campo. Gli altri vengono lasciati andare, ma il giorno dopo la Gestapo li fa arrestare, torturare ed uccidere. Solo in tre sopravvivono.  

Una storia triste che di vero non ha nulla. Infatti la "Partita della morte" è un esempio di valore, dedizione e amore per libertà e patria profuso dalla propaganda sovietica.

Una leggenda che ha ispirato il film "Fuga per la vittoria" con Sylvester Stallone, Pelé ed altri grandi attori e calciatori famosi.

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