Il Brescia sfiora l'impresa contro il PSG
I più giovani lettori di questa pagina probabilmente non sanno di cosa stiamo parlando, ma per chi seguiva il calcio anche negli anni ‘90, la Coppa Intertoto rappresenta un torneo estivo affascinante. Soppresso nel 2008, dopo tredici anni, il torneo ha ceduto il passo al famoso “calcio d’agosto”, quello fatto di amichevoli insignificanti e tournée in giro per il mondo.
La competizione è stata vinta da 31 squadre diverse, sia grazie ad un format che premia moltissime società, sia al fatto che l’Intertoto è tra i più democratici dei tornei organizzati dall’UEFA. Le italiane che hanno vinto l’Intertoto sono Bologna, Juventus, Udinese e Perugia che, grazie alla vittoria, ottengono la qualificazione alla Coppa UEFA (oggi Europa League) di quella stessa stagione. Chi ci va vicinissimo, invece, è il Brescia.
Il 7 agosto 2001 è una data storica per le Rondinelle che scendono in campo al Parco dei Principi di Parigi per giocarsi l’accesso alla Coppa Uefa, competizione a cui la squadra bresciana non ha mai preso parte. Il Brescia arriva a giocarsi la finale di andata dell’Intertoto dopo aver eliminato gli ungheresi del Tatabanya e i cechi del Chmel Blsany.
Davanti a 35mila spettatori il Brescia, guidato da Carlo Mazzone, con Roberto Baggio, Luca Toni, Daniele Bonera, Aimo Diana e Luca Castellazzi in campo, riesce a strappare lo 0-0 contro un avversario sulla carta più forte e con giocatori del calibro di Arteta, Anelka, Okocha, Heinze e Pochettino.
Lo 0-0 lascia spiragli per qualsiasi esito, anzi mette quasi in discesa la strada per Mazzone ma al ritorno finisce con un amaro 1-1 che qualificherà alla Coppa UEFA il PSG eliminando un Brescia che non aveva mai perso.
Quella stagione, però, rimarrà nella storia della Leonessa per l’acquisto, una settimana dopo l’eliminazione, di Pep Guardiola e la corsa di Mazzone verso la curva dei tifosi dell’Atalanta per festeggiare il 3-3 di Roberto Baggio.
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