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La partita di addio di Zico

Il 6 febbraio 1990, alla sua ultima partita con la maglia del Flamengo, sono centomila le persone che gremiscono lo Stadio Maracaña di Rio de Janeiro per tributargli il loro ultimo saluto. Perchè Arthur Antunes Coimbra, detto Zico, è stato il campione della gente. Forse per la sua umiltà e la sua semplicità, oltre una classe immensa, che lo rendeva un vero artista del calcio. Con il club rubronegrovive i suoi anni migliori, consacrandosi stella mondiale.

Nell'estate 1983, Zico e il Flamengo si separano. Il Galinho, ovvero 'Il piccolo gallo', per il suo modo di muoversi in campo e per la sua fisicità minuta, è già in contatto con Milan, Roma e Juventus. Società ricche che possono soddisfare le richieste economiche dei brasiliani, ma la scelta finale spetta al club e il Flamengo le respinge una dopo l'altra.

Nessuno può immaginare che ad aggiudicarsi il numero 10 sarà una piccola società di provincia, l'Udinese. Zico viene accolto all'aeroporto come se fosse un Capo di Stato. Rimarrà due anni a Udine, il primo indimenticabile, prima di far ritorno in patria ancora al Flamengo.

Zico, artista universale del calcio, ha segnato 516 gol in 750 partite ufficiali. Molti di questi su calcio di punizione, il suo marchio di fabbrica. Perché per Zico calciare una punizione era come battere un rigore: il portiere avversario, il più delle volte, non aveva scampo.

Il Galinho, il campione amato dalla gente, per 3 volte Calciatore sudamericano dell'anno, uno dei 125 migliori giocatori viventi stilata da Pelé nel 2004, è una delle leggende del calcio mondiale.

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