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La rovesciata di Djorkaeff

Youri Djorkaeff è uno di quei giocatori che rimarranno per sempre nella memoria. Quando giocava era un lampo d’arte, di genio da restare a bocca aperta. Massimo Moratti, che di arte se ne intende, lo guarda giocare e se ne innamora e così nell’estate del 1996 lo porta a Milano.

E' il 5 gennaio 1997 quando Djorkaeff scelse di sfidare le leggi della fisica e della gravità per entrare per sempre nella storia del calcio e nel cuore dei tifosi nerazzurri. Infatti l'anniversario di un gol non viene ricordato spesso. Capita a reti storiche, gesti tecnici indimenticabili di grandi campioni e la rovesciata di Djorkaeff rientra di diritto in questo ristretto club. Una rovesciata anomala, totalmente in diagonale, sia per la posizione del pallone, sia perché Youri si era allungato in orizzontale per eseguirla più che in verticale come si fa solitamente.

Un gol da cineteca che sorprese anche l'arbitro Cesari che anni dopo dirà: "mi presi qualche secondo prima di convalidare la rete, perché ero rimasto esterrefatto da tanta bellezza". I tifosi presenti allo stadio, invece, tributarono a Djorkaeff una lunga standing-ovation e per capire la bellezza del gesto tecnico, l'Inter decise di mettere l'immagine di quella rovesciata sugli abbonamenti della stagione successiva.

Djorkaeff in un'intervista dirà: "Sapevo già che quel goal in realtà non era mio, ma di tutti gli interisti. Per questo ho sempre detto che è un po’ il simbolo dell’Inter: istinto e coraggio. Moratti avrebbe voluto farne una statua da mettere fuori San Siro, ma lo stadio non è di proprietà dell’Inter e non si poteva. Cosa potevo dirgli? Mi venne solo: ‘Presidente, sono onorato!"

Per la cronaca, era un ordinario Inter-Roma come tanti di in un gelido gennaio a San Siro e nessuno, a distanza di 25 anni, ha mai dimenticato quella rovesciata. La partita finirà 3 a 1 per i nerazzurri.

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