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L'esordio Azzurro di Paolo Maldini

Il periodo che va dal 1987 al 1992 è un periodo di massimo fermento in Jugoslavia. La morte di Tito nel 1980 è stata superata senza particolari problemi e le varie anime della Jugo sembrano apparentemente abbastanza calme. In questo clima, a Spalato, il 31 marzo 1988 si gioca l'amichevole Jugoslavia-Italia. Partita inutile ai fine statistici ma che segna una pagina storica del calcio italiano e mondiale. 

Il match, infatti, è un test in preparazione al Campionato Europeo del 1988 in Germania di qualche mese più tardi. Il CT Azeglio Vicini, complice anche il ritiro dalla Nazionale di Antonio Cabrini, convoca il 19enne Paolo Maldini considerato uno dei prospetti italiani più interessanti nel ruolo di terzino destro. Il rossonero, che già aveva esordito tre anni prima in Serie A, non parte titolare, ma Vicini conosce le sue qualità e al minuto otto del secondo tempo lo manda in campo al posto di Francini. "Il figlio di Cesare", come viene ancora considerato Paolo, viene buttato nella mischia facendo subito capire a tutti le sue qualità e fa capire immediatamente che l'Italia ha trovato immediatamente il degno erede di Cabrini. 

La partita finisce 1-1 con i gol di Vialli e Jakovljević, ma il risultato conto perchè, quella del 31 marzo 1988, è la prima di 126 presenze di Paolo Maldini con la maglia della Nazionale Italiana, 74 delle quali indossando la fascia di capitano. Un'avventura che terminerà nel dopo il Mondiale del 2002 complice, la rocambolesca eliminazione per mano della Corea del Sud.

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