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"It's eleven, it's heaven for Jamie Vardy"

“Ben fatto Vardy! Sei tu il numero uno adesso e te lo sei senza dubbio meritato”: così su X (all’epoca ancora Twitter) Ruud Van Nistelrooy commenta il superamento del suo record di reti in match consecutivi in Premier League.

Con i suoi gol Jamie Vardy diventa il primo giocatore ad andare in gol in almeno 11 partite consecutive.

Davanti a lui c’era, appunto, solo van Nistelrooy con 10 reti in 10 partite consecutive. E l’undicesima rete dell’attaccante del Leicester arriva, ironia della sorte, proprio contro l’ex squadra di van Nistelrooy, il Manchester United.

La più romantica storia del calcio si ferma al “King Power Stadium” il 28 novembre 2015 al minuto 24 del big match tra il Leicester di Claudio Ranieri e lo United di Louis Van Gaal.

Su un calcio d’angolo per i Red Devils, Schmeichel blocca la palla e serve in verticale Fuchs che si invola sulla destra per 30-40 metri. Vardy attacca la profondità e chiede palla. Fuchs lo vede e lo serve, Vardy con il primo tocco aggiusta la sfera e con il secondo batte in diagonale De Gea.

Non è un altro dei 14 gol segnati fino a quel momento dall’attaccante in campionato, non è il classico gol che sblocca la partita, è il gol che fa entrare Vardy nella leggenda della Premier League: 11 gol in 11 partite consecutive, mai nessuno come lui.

Questo record è anche la consacrazione di una straordinaria parabola di vita. Una cavalcata inarrestabile per un giocatore che, fino a qualche stagione prima, ancora gioca tra i dilettanti e lavora in fabbrica come operaio. Forse anche per questo è tutto più bello, affascinante, inimitabile.

Per la cronaca, la partita finisce 1-1, il Leicester rimane in cima alla classifica ma la storia di Vardy rapisce il cuore di tutti, più o meno appassionati di calcio, perché riassume il sogno della persona comune di elevarsi nella storia dello sport. All’improvviso.

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