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Lo strano caso di Barbados-Granada

Il calcio si è sempre contraddistinto per gesti tecnici eccezionali, tattiche geniali e partite che ancora incendiano la memoria degli appassionati.

Eppure le cose non sono sempre andate così. Ci sono partite che sono passate alla storia per significati e gesti tecnici che con il calcio non c’entrano niente. Come Barbados-Grenada del 27 Gennaio 1994, incontro valido per la fase a gironi della Carribean Cup. Ma cosa successe?

Premesso che gli anni ’90 sono stati anni di innovazioni nel calcio: nel 1992 venne introdotta la norma che a tutt’oggi impedisce al portiere di recuperare con le mani un retropassaggio volontario effettuato con il piede e sempre in quell'anno venne introdotto il Golden Gol.

Barbados si presenta alla sfida con l'obbligo di vincere con due reti di scarto, onde evitare l'eliminazione. E riuscirebbe nell'impresa, arrivando a condurre 2-0 fino all'83', quando Grenada accorcia le distanze. A quel punto Barboados pensò bene di farsi un autogol volontario per potersi andare a giocare tutto ai supplementari. Qui entra infatti in gioco il controverso regolamento, che non prevede il pareggio, nemmeno nelle fasi a gironi. In caso di parità le due squadre sono costrette a giocare i supplementari con in vigore la regola del golden gol. Fin qui nulla di strano, se non che per motivi molto discutibili la rete nell'extra-time vale doppio. Proprio per questa ragione i giocatori di Barbados realizzano che sia conveniente subire il gol del pareggio, per poi cercare il gol doppiamente vincente ai supplementari. Ed ecco che fra lo stupore generale si assiste a un'autorete volontaria di un giocatore barbadoregno.

Per la cronaca la partita andrà proprio ai supplementari, con Barbados che riuscirà a segnare il golden gol decisivo.

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